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Inquinamento acustico: le conseguenze sul comportamento e sul cinguettio degli uccelli

Due studi recenti hanno dimostrato le conseguenze negative del caos urbano sui volatili di città. Un dato allarmante che sta provocando significative modificazioni in questa specie animale.

Chi l’avrebbe detto che l’inquinamento acustico potesse avere ripercussioni sul mondo degli uccelli? Secondo quanto emerso da una ricerca condotta da Katherine Gentry della George Mason University sembrerebbe proprio così.

La ricercatrice ha analizzato il canto di alcuni volatili di Washington, appartenenti alla famiglia dei passeri, registrando una variazione di tonalità nei loro versi in concomitanza delle ore più rumorose. Il caos acustico, il traffico, il movimento delle città generano in questi uccelli la necessità di rimodulare i suoni da loro emessi per poter interagire con i simili.

Lo studio dimostra come nei momenti di quiete questi animali tendano a emettere toni bassi con una melodia prolungata, mentre nei momenti di rumore più intenso sono costretti ad acutizzare il verso con frequenze più veloci e ripetitive. Tale alterazione va a incidere negativamente nei loro comportamenti, specie nei rapporti reciproci e nei rituali di accoppiamento. Ma non finisce qui perché l’inquinamento acustico provoca danni nei volatili anche dal punto di vista della loro costituzione e delle future nascite. Il forte stress generato dai rumori urbani ha conseguenze nefaste sui piccoli che vengono alla luce rachitici e malnutriti.

Questo ulteriore dato è stato rilevato da uno studio di Nathan Kleist della California Polytechnic State University. Le due ricerche effettuate hanno rivelato entrambe la gravità di un fenomeno crescente: l’inquinamento acustico non colpisce solo l’uomo ma anche la componente animale che coabita nelle nostre città.