Intervista a Ciro Vespa, autore del libro “L’amore, l’amicizia…ed altri disagi sentimentali”
Una raccolta multiforme di versi melodiosi il cui protagonista è l’amore, ma non mancano temi dal respiro universale. Una giostra di emozioni per sognare, riflettere e sorridere alla vita
“L’amore, l’amicizia… ed altri disagi sentimentali” è il nuovo libro di poesie dello scrittore Ciro Vespa, edito da Aletti. Una raccolta multiforme e delicata di versi melodiosi, brillante e piacevole, che affronta il tema dell’amore nelle sue molte declinazioni, ma anche momenti di vita quotidiana, di convivialità e amicizia. Poesie che seguono il flusso naturale del cuore: una giostra di emozioni che appassiona, commuove, ma non manca di far riflettere e sorridere alla vita, perché ognuno di noi può immedesimarsi in ciascuna di queste piccole perle che sono le occasioni del quotidiano. Un’altalena di versi che fa sognare e divagare, oscillando tra gioia e turbamento, passioni e delusioni, immaginazione e sana ironia. E non mancano, al termine della bellissima carrellata in versi, una piccola parentesi in prosa, con tre racconti brevi che toccano, con sapiente sensibilità, temi attuali e dal respiro universale.
Ciro, le sue poesie richiamano un uso della parola essenziale, ma anche della musicalità e delle sonorità. Quali sono i poeti ai quali si ispira?
«Non mi ispiro a un autore in particolare, ma ci sono diversi scrittori che hanno influenzato la mia poetica sin da quando ero adolescente: come Pascoli per la sua musicalità e Montale per la sua essenzialità della parola. Inoltre, amo due poetesse in particolare: Antonia Pozzi e Forough Farrokhzad. Entrambe, come me, alla ricerca della bellezza della natura, luogo d’elezione in cui rifugiarsi quando ci si scontra con la durezza della vita, soprattutto quando si parla di delusione d’amore».
L’amore, in tutte le sue declinazioni, e anche l’amicizia sono i temi dominanti della raccolta: quanto sono importanti per lei questi valori nella scrittura e nella vita?
«L’amicizia e l’amore sono per me elementi essenziali della vita: entrambi hanno a che fare etimologicamente con le parole amors, e infatti sembrano prendere vita dalla stessa radice. Ma fioriscono con colori diversi: l’amicizia ha il colore della sincerità, della libertà, è un sentimento non soggetto a compromessi o alla schiavitù della passione. Entrambi sono valori essenziali per l’uomo, ma sono anche collegati al tradimento e alla delusione, ed io cerco di descriverne anche la potenza vitale, non trascurandone la sofferenza e il dolore».
L’amore cantato nei suoi versi sembra essere quasi sempre un amore passionale, disilluso e contrastante: cosa può dirci a proposito di questa sfumatura? Possiamo rintracciare in questo tipo di amore il suo “disagio sentimentale”, come suggerisce anche il titolo della raccolta?
«Io ho molto amato, ma ho amato pochissime persone. Per me l’amore deve essere totale e non può essere soggetto a condizionamenti o a compromessi. Ho una visione dell’amore forse troppo assoluta. Per me amare significa desiderare la felicità della persona amata senza chiedere nulla in cambio, senza chiedere di rinunciare alle proprie libertà, alle proprie passioni, anche alla “solitudine” quando se ne avverte l’esigenza. Purtroppo l’amore spesso viene confuso con uno scambio, un dare-avere come se ci dovesse essere necessariamente equilibrio. Al contrario, io anelo a un amore passionale, impossibile, indicibile, che il più delle volte ti può condannare al dolore, che tuttavia ti spinge a ricominciare sempre daccapo per sentirti di nuovo vivo».
C’è una poesia che colpisce molto, “Il mio funerale”: il suo desiderio di assistere alle sue esequie sembra un pensiero lugubre, ma c’è anche dell’ironia; inoltre si percepisce un voler fare un bilancio della sua vita. Quale può essere la lettura migliore di questi versi?
«Scrivere del mio funerale nasce dal fatto di avere l’esigenza di capire chi effettivamente mi vuole bene, cosa veramente difficile da comprendere per me. E credo che sia un desiderio condiviso da tutti scoprire cosa esiste in fondo al cuore di ogni persona che ci conosce, entrare nella mente e nel pensiero di chi si considera una parte del mosaico della propria vita. Alle volte è facile entrare nel cuore delle persone, delle altre invece ci sono delle barriere, dei muri invalicabili che vorresti attraversare o abbattere, ma senza riuscita. In questa poesia mi sono immaginato come spettatore dell’ultimo atto della mia vita, e l’ho fatto in maniera ironica anche per esorcizzare la morte».
All’interno della raccolta ci sono anche delle poesie in dialetto napoletano: che significato hanno all’interno della raccolta? E quanto è importante per lei il tema dell’identità culturale e linguistica?
«Io non sono molto incline a scrivere in dialetto, ma ho scritto qualche poesia in lingua napoletana (riduttivo per il napoletano scrivere dialetto) perché io ritengo la mia lingua molto musicale e soprattutto perché è nata in me l’esigenza di descrivere quei momenti tipici delle mie radici che forse avrebbero avuto meno impatto se l’avessi scritte in lingua italiana. Credo che sia un bisogno necessario, al fine di trasmettere un’immagine forte e autentica dei temi versi e, inconsciamente, anche per ribadire la mia identità culturale».
Dopo una bellissima carrellata di poesie, il libro termina con tre racconti brevi, scritti con un linguaggio semplice, che hanno a che fare con messaggi rivolti soprattutto ai fanciulli (il rispetto per l’ambiente, il bullismo, la resilienza, l’inclusione, l’amicizia immaginaria, la fantasia): come si legano con le poesie questi racconti e come si inseriscono idealmente all’interno della raccolta?
«I racconti brevi, che sono quasi delle filastrocche, hanno un comune denominatore: la figura del bambino. Questi tre racconti vogliono incarnare un messaggio a sostegno di quelli che io ritengo alcuni dei temi più importanti per le nuove generazioni: il rispetto per l’ambiente, la lotta al bullismo – che io in parte ho vissuto silenziosamente come uno scomodo segreto – e poi soprattutto l’amore per il viaggio, che non è solo fisico ma anche mentale. Nel racconto “Il mio amico Adrien” rappresento me stesso con una identità diversa: probabilmente quello che avrei voluto fare e non ho potuto e immaginarmi in quei posti in un certo senso mi trasporta in una dimensione parallela, magica, dove tutto è ancora possibile».
Titolo: “L’amore, l’amicizia…ed altri disagi sentimentali”
Autore: Ciro Vespa
Editore: Aletti
Anno edizione: 2023
Pagine: 120
Prezzo: 12 Euro
“L’amore, l’amicizia…ed altri disagi sentimentali” (Aletti editore) di Ciro Vespa è disponibile sul sito della casa editrice, su internet o preordinandolo in tutte le librerie.