Intervista a Domenico Corna sul suo ultimo libro “Il lago di luce”. Quando il coraggio è l’unica strada per la verità
Un romanzo dai tratti thriller e fantasy, condito da metafore bibliche e poetiche, traccia un'ampia introspezione sull'uomo di fronte alle scelte della vita. Un percorso fatto di ostacoli e superamento delle paure per giungere alla consapevolezza di sé.
Incontriamo lo scrittore Domenico Corna per dialogare insieme sul suo ultimo romanzo Il lago di Luce (Robin editore, 2022), vincitore della sezione “Libro edito di Narrativa” del VI Concorso letterario nazionale per poeti e narratori “Le parole arrivano a noi dal passato”.
Domenico Corna è nato a Bergamo, da sempre appassionato di musica, ha esordito da giovane come cantautore fondando successivamente Radio Escondida. Ha scritto per varie testate giornalistiche su tematiche di tecnologia digitale. Autore poliedrico ha composto poesie e romanzi e sempre per Robin Edizioni ha pubblicato Nuvole al tramonto (2021).
Ciao Domenico e grazie per essere qui con noi, è un vero piacere poter parlare del tuo libro e conoscere alcune curiosità su di te come scrittore. La prima cosa che mi piacerebbe approfondire riguarda un aspetto che mi ha colpito sin da subito nella lettura. Mi riferisco in particolare ai luoghi dove hai deciso di ambientare la storia e alle a ricche descrizioni degli ambienti naturali. Il paesaggio muta in sintonia con l’animo della protagonista Elena e viceversa. Tutto questo è più che semplice narrazione: quali significati metaforici assumono la foresta, la montagna e il lago?
“Io sono amante dei paesaggi. Ogni volta, osservando qualcosa di bello, mi ritrovo a pensare anche alla sua caducità, a come, nello scorrere del tempo, un tramonto non potrà più ritornare uguale, allora cerco di memorizzarlo, come una fotografia, per tenerlo sempre intatto nei miei pensieri e poterlo ricostruire in seguito. Nel racconto “Il Lago di Luce”, Elena, la protagonista, ha conosciuto il lago ancora prima di arrivarci. Lo ha vissuto nei suoi sogni, facendone parte. Ha costruito un filo tra i due invisibili cuori così che la tristezza e la gioia possano essere condivisi. La foresta, la montagna e il lago, assumono il senso metaforico della purezza dello spirito, dell’apertura della mente senza la quale nessuna evoluzione è possibile”.
Hai un luogo preferito per scrivere dove ti senti più ispirato?
“Seduto alla scrivania col cane e i gatti che dormono mentre la musica mi accompagna è la migliore condizione. Ma non ho un luogo preferito dove si inneschi il desiderio di scrivere. Questo libro è stato scritto anche nelle stanze di un hotel, negli aeroporti in attesa dell’imbarco e nelle pause dei lunghi tragitti in macchina. Quando si accende la luce dell’ispirazione, non conta il luogo in cui mi trovo”.
Durante il suo cammino di ricerca, viene ribadito a Elena che nessuno potrà aiutarla in quella che è un’indagine personale verso la verità. D’altra parte assume una rilevanza particolare la presenza delle persone e la fiducia reciproca. Che ruolo svolge “l’altro” nel percorso di vita e nella comprensione di sé?
“L’altro” assume un ruolo molto importante nel viaggio di Elena. È “Lui” ad accendere il motore per poter far partire la ricerca, come un buon genitore quando indica la strada al figlio senza interferire nella sua scelta. Non c’è maestro migliore di colui che accetta di vedere la persona amata soffrire perché possa crescere.”
Quale luce gettano i riferimenti religiosi sulla vicenda e lungo il sentiero verso la consapevolezza dei personaggi?
“I riferimenti religiosi sono molto importanti. Ho costruito il personaggio di Gesù, prendendo il suo nome dall’aramaico: Yeshua. Ho immaginato come sarebbe dovuta avvenire la sua formazione da uomo come tutti noi fino ad essere ciò che è diventato. Ho immaginato la comunità che invisibilmente lo ha aiutato senza mai abbandonarlo fino al compimento della sua missione.
Luce chiede ad Elena di ripetere ciò che è avvenuto duemila anni or sono e condurre la sua comunità ad una missione simile. Questo è il dubbio devastante e la scelta di Elena. È comprensibile come possa essersi sentita in quel momento senza alcuno in grado di aiutarla. Forse è stato l’inconsapevole bisogno della venuta di qualcuno “dall’alto” a portare messaggi diversi da quelli a cui siamo giornalmente sottoposti ad ispirarmi a scrivere questa storia”.
Il romanzo è ricco di storie e eventi che si intrecciano: quale è il tuo personaggio preferito e quali sono i segreti narrativi per la riuscita di un buon soggetto?
“Il mio personaggio preferito è Giovanni. Ho trovato molto dolce il suo legame con Elena. È riuscito ad aiutare una persona dalla quale era stato respinto, accettando la sua scelta. Ritengo sia la massima espressione dell’amore disinteressato. Io credo di non conoscere i segreti per costruire un personaggio. Inserisco un po’ di me stesso in ognuno di loro come tanti colori che si intersecano. Vorrei avere il destino di Elena, la bontà di Giovanni, l’affetto di Martino e la forza di Yeshua”.
In un momento di svolta Elena dovrà prendere la decisione se portare avanti la missione per il bene del villaggio, o lasciare tutto com’è e tornare alla sua vita. La libertà di scelta lotta però contro qualcosa di forte che la tiene legata a quel luogo e ai suoi abitanti: si tratta di destino o di responsabilità?
“Destino e responsabilità collidono in quel caso. Non c’è destino senza assumersi la responsabilità e non c’è responsabilità senza un destino a cui tendere. Elena sente dentro si sé una forte spinta verso la sua missione. Pur debole, insicura e piena di paure, non perde la determinazione accettando l’eventualità di un fallimento e perfino la perdita della propria vita”.
Il Lago di luce spazia su vari generi letterari e trovo che si presterebbe a un adattamento cinematografico. In quali luoghi girteresti un ipotetico film e quale attrice sceglieresti per il ruolo della protagonista?
“È vero, quando scrivo un racconto è come se lo vedessi scorrere nella mia mente, come se avessi la capacità tipica dei bambini di inventare con la fantasia. Così riesco a trasferire le immagini anche nell’animo del lettore e accompagnarlo verso una avventura introspettiva talmente reale da riguardarlo personalmente. Non c’è posto migliore del Trentino ad adattarsi al racconto. Se dovessi scegliere un’attrice come protagonista dovrebbe essere fanciullesca di animo, decisa di carattere, non troppo bella così da deviare nella bellezza il senso della storia. Dovrebbe essere come Elena, un personaggio come tanti alla sua prima esperienza cinematografica”.
Sei un autore poliedrico: romanziere, poeta, cantautore. Cosa rappresenta per te la scrittura?
“Due sono le vite: una da vivere e un’altra da inventare.” È la citazione presa da un altro mio libro: Nuvole al tramonto. Credo mi si adatti appieno. Io conduco una vita come tutti, tra fortune e sfortune ma ce n’è un’altra nella mia testa che mi fa diventare artefice del mio personale infinito. Quando scrivo creo mille mondi differenti dallo scorrere della vita reale”.
Quali consigli daresti a un aspirante scrittore?
“Posso rivedere me stesso trenta anni or sono quando ho iniziato. Scrivere è un moto istintivo e necessario dello spirito per mantenere la sua stabilità. Scrittore è chi riesce a trasferire le proprie emozioni all’interno di un racconto, così da riuscire a scoprire anche sé stesso. Ma purtroppo spesso, più o meno nascoste, ci stanno altre finalità come quello di pubblicare, diventare famosi, gioire nell’emozione provocata negli altri. Non voglio dire che la spinta della notorietà non sia importante ma molto spesso è in grado di alterare la propria predisposizione ad inventare ponendola su strade consuete. Alla fine si scrive ciò che gli altri vorrebbero leggere. Inoltre il rapporto col mondo dell’editoria è in grado di chiudere le strade a chiunque non abbia referenze.
Il mio consiglio, al di là di qualsiasi accadimento, è di non lasciare che lo sconforto faccia morire l’animo di uno scrittore. Non importa se nessuno leggerà il tuo libro perché non sei conosciuto. Non importa se chi lo legge non lo apprezzerà. Il tempo, solo il tempo e i ripetuti sforzi e correzioni, riusciranno a definire la propria professionalità. Faccio solo un piccolo esempio: Il Lago di Luce è stato riscritto e modificato così tante volte da aver perso il conto, prima di averlo approvato”.
Qui per i nostri lettori una breve sinossi del romanzo Il lago di Luce di Domenico Corna.
Elena è una ragazza curiosa e determinata, con un compito inaspettato che l’attende. Un pomeriggio, a bordo di un elicottero, intravede una bambina che si specchia sulla superficie di un lago. La sua è più che una semplice visione. Per un frangente si ritrova catapultata sulle acque con gli occhi agghiaccianti della ragazzina che la fissano. Cosa è accaduto? Mossa da un’irrefrenabile spinta, Elena tornerà su quei luoghi, alla ricerca della verità. Entrerà in contatto con un villaggio e i suoi abitanti che da tempo la stavano aspettando. Cosa stanno cercano da lei? Un percorso esistenziale e narrativo che si arricchisce di interessanti rimandi religiosi, biblici e psicologici. Elena scoprirà soprattutto come, nel lungo cammino verso le verità della vita, non si possa prescindere dalla fiducia e dall’aiuto altrui, senza cui non si compierebbe il più profondo disegno riservato a ciascuno di noi.