Intervista alla scrittrice Alice Gerini con il suo “Fiori del vento”: dalla passione per il Giappone a una riflessione attenta sul mondo dei social
Due storie parallele che si incontrano per mezzo di un comune denominatore: si narrano amore, amicizia, passioni ma anche temi impegnati come il cyberbullismo
Un romanzo delicato e appassionante quello di “Fiori del vento”, il nuovo libro (autopubblicato) di Alice Gerini, conosciuta nel mondo dei social – e non solo – come autrice di romance, un genere molto apprezzato tra i lettori odierni. “La donna dei suoi sogni” è il suo primo romanzo rosa, seguito da “Lo straniero di Parigi”, “All’improvviso come la neve” auto pubblicati e “Patto di (non) amore” pubblicato con Royal Books edizioni.
“Fiori del vento” si muove in maniera autonoma rispetto agli altri libri, poiché non si tratta di un romanzo rosa questa volta. Il tema che muove la storia, infatti, è più personale e autobiografico, e riguarda un lutto che l’autrice ha vissuto molto tempo fa e che solo con la scrittura è riuscita ad elaborare e a superare.
“Fiori del vento” narra di due storie parallele che si incontrano per mezzo di questo comune denominatore. I protagonisti sono due ragazzi: l’americano Marcel e la giapponese Inari che si incontrano casualmente nella piccola città di Narai, in Giappone. La lettura scorre veloce e piacevole tra questi due punti di vista, facendoci respirare sentimenti puri di amicizia, amore, legami famigliari, passioni ma non mancano nella storia anche temi impegnati come il cyberbullismo e il suicidio. Il libro è stato selezionato dal Salone del Libro di Torino 2024.
Il romanzo ha inizio con due lutti: la morte è un argomento di cui si fa sempre molta fatica a parlare apertamente. Come vede questo tema, anche in rapporto alla scrittura?
«Purtroppo ho avuto a che fare con un incolmabile lutto quando ero molto giovane. Per anni ho cercato di estirpare questo dolore fino a quando, un giorno ho iniziato a scrivere “Fiori del vento” e le parole sono uscite da sole. Credo che mai come in quel momento ho compreso il significato della scrittura come valvola di sfogo. Indubbiamente è un tema molto particolare e nel mio piccolo spero di essere riuscita a descriverlo nella maniera più delicata possibile. Mi sono chiesta: cosa vorrei leggere di un qualcosa per cui ho sofferto così tanto? E così ho iniziato a scrivere».
Sembra avere molta dimestichezza con la cultura giapponese, il cibo e le sue tradizioni: è mai stata in questo Paese oppure si è documentata attraverso libri o fonti?
«Sono cresciuta in un periodo in cui la TV trasmetteva musica di giorno e cartoni animati giapponesi di sera. Con mia sorella guardavamo “Ranma ½”. È uno dei miei ricordi più preziosi. Credo che fu proprio con questo manga che nacque la mia passione per il Giappone. Iniziai a leggere fumetti, documentarmi sui vari paesini, a guardare video e dal 2020 sto studiando la lingua. Insomma, è una passione che coltivo da sempre e un giorno spero proprio di andarci. Sarebbe la realizzazione di un sogno, essendo anche amante dei viaggi».
Ogni capitolo rappresenta un cambio di punto di vista tra i due protagonisti, Inari e Marcel, accompagnato da una citazione d’autore. È un modo di raccontare quasi filmico: ci può dire di più di questa particolare costruzione delle sequenze?
«La sequenza è detta in gergo “pov alternato” (point of view, punto di vista), è una tecnica strutturale usata in parecchi romanzi, è come volere dare una visione più completa della storia. Avere una doppia visione e un doppio pensiero permette anche di conoscere meglio i protagonisti e i vari personaggi che ruotano loro attorno. Da che ricordi ho sempre scritto in questo modo, adesso sto sperimentando un altro stile ma è molto difficile lasciare la vecchia via per una nuova! Per quanto riguarda le citazioni, invece, mi piaceva creare in qualche modo un riassunto del capitolo. Nel senso che all’inizio della lettura può sembrare sconnesso, ma una volta conclusa assume tutto un altro significato».
Nel corso del racconto viene dato molto spazio al lato “influencer” del personaggio di Marcel: quanto conta oggi essere “social”?
«Lo ammetto, all’inizio non ero affatto social. Della mia vecchia classe di scuola superiore fui l’ultima ad iscrivermi a Facebook. Pian piano mi sono adeguata, ma non è che usassi i social poi così tanto. Ho iniziato comprendere il valore di questo nuovo mezzo di diffusione mediatica grazie ai libri che ho scritto. Dopo tutto, se non ti fai pubblicità come possono sapere le altre persone che hai un prodotto da proporre? I social al giorno d’oggi hanno un enorme potere sia in positivo che, ahimè, in negativo. Grazie al cielo, però, non è tutto “marcio”: ho avuto modo di conoscere persone meravigliose, collaboratrici e anche case editrici che poi mi hanno pubblicato. Quindi, come ogni cosa, anche i social hanno pro e contro, dipende solo chi e come li usa».
Nel racconto, specialmente verso l’ultima parte, si parla di argomenti sociali molto delicati, quali il cyberbullismo e il suicidio: che messaggio vuole dare al lettore?
«Al giorno d’oggi il mondo social è pieno di “leoni da tastiera” e il cyberbullismo è uno dei lati peggiori. Spesso non ci si rende conto che al di là dello schermo ci sono persone con sentimenti e sofferenze. Prendiamo ad esempio il personaggio di Marcel: all’apparenza è bello, ricco, senza problemi, ma dentro soffre tantissimo e la sua unica “colpa” è quella di non esternare il suo dolore agli altri. Le persone lo attaccano e lui ne risente. Ho provato, attraverso questo personaggio, a ricreare proprio quello che succede quando si rischia di fare del male a qualcuno, anche se non lo vediamo. Per usare anche qui una citazione: “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre”».
I protagonisti sono due, ma anche i personaggi secondari sono ben definiti ed entrano nel cuore del lettore. A quale personaggio si sente più legata e perché?
«Indubbiamente sono molto legata a Luke, tanto che gli ho dedicato una novella uscita ad aprile di quest’anno. Luke è quel lato di me che ama viaggiare, scoprire il mondo e divertirsi. Ma è anche l’amico fedele e sincero, quello che ti dice quello che non vorresti sentirti dire perché sai benissimo che ha ragione! Come tutti gli altri personaggi della storia, del resto, è ispirato a una persona vera a cui devo moltissimo. Se mai un giorno dovesse riconoscersi in lui, spero capisca quanto lo stimo e gli voglio bene!».
Titolo: “Fiori del vento”
Autore: Alice Gerini
Anno edizione: 2023
Pagine: 340
Prezzo: 9 Euro
Formato Kindle: 1,50 Euro
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