A volte il passato è un bagaglio troppo pesante da sopportare, ma non possiamo liberarcene, né tantomeno possiamo smettere di andare avanti. Accade così che Rita viva la vita trascinandosi dietro i suoi fantasmi, sempre accomodante con tutti, anche con chi non le vuole bene e non la rispetta. Il suo atteggiamento remissivo le impedisce di realizzarsi nel proprio lavoro e condiziona tutte le sue relazioni. Un segno le è rimasto addosso e, anche se da fuori non è visibile, dentro di lei continua a far male e a rubarle la felicità. Ma la felicità non è nei luoghi, non la si trova da qualche parte: la felicità è una conquista e Rita dovrà imparare a essere di nuovo felice. Sarà abbastanza forte da riuscirci?
Alice Pizzoli nasce nel 1983 a Brescia, dove vive attualmente con la sua famiglia ed è laureata in Traduzione editoriale alla Scuola Superiore in Lingue moderne per Interpreti e Traduttori di Forlì. Ha lavorato a lungo come libraia e, da più di dieci anni, è traduttrice editoriale dall’inglese e dallo spagnolo. Invisibile al mondo (bookabook, 26 gennaio 2023) è il suo primo romanzo.
Oggi incontriamo l’autrice Alice Pizzoli in occasione dell’uscita del suo romanzo d’esordio. Vogliamo conoscerla meglio e farle delle domande di approfondimento sul suo libro, che ha colpito moltissimo per il linguaggio sincero e introspettivo che lo caratterizza. L’autrice ha saputo far luce nell’animo della protagonista mostrando come la trasformazione e la felicità, che spesso tanto attendiamo nella nostra vita, cominciano prima di tutto da noi stessi e non si possono cercare altrove.
Ciao Alice e grazie per essere qui con noi a condividere alcune curiosità sul tuo romanzo. Come è nata la tua passione per la scrittura e quando hai deciso di pubblicare il tuo primo romanzo?
“Amo i libri, e ho sempre letto molto, fin da bambina.
Per molti anni ho collaborato con una grossa casa editrice come traduttrice, mestiere che mi permetteva di portare alla luce storie scritte da altri e, nel frattempo, di addentrarmi nei loro meandri, conoscerle fino all’ultima virgola. E, piano piano, cominciavano ad affiorare nella mia mente scorci di storie mie. Quando le traduzioni, per una combinazione di eventi, sono venute meno, ho sentito forte la mancanza del lavoro editoriale: così, ho deciso di procurarmene in autonomia, iniziando a scrivere un romanzo che fosse mio. E ho scoperto che scrivere mi piace! Si può dire, che la passione della scrittura sia nata per me durante la stesura di Invisibile al mondo.
Riprendendo l’immagine della farfalla, per molto tempo ho svolazzato attorno alla letteratura, e, con questo romanzo, ho finalmente trovato il coraggio di spiegare le mie ali”.
Ci sono degli elementi autobiografici?
“Credo che il punto di partenza per scrivere un buon libro sia scrivere di ciò che si conosce, soprattutto nel caso di un romanzo di formazione. Quindi, sì, c’è sicuramente molto di me.
In Invisibile al mondo ho ricordato episodi e rievocato sensazioni che appartengono soprattutto alla mia infanzia”.
C’è una gran differenza, e un richiamo continuo, fra la Rita del passato sicura e sognatrice e quella del presente timorosa e disillusa: cosa si cela dietro questa scelta narrativa?
“Ho voluto fare in modo che la protagonista adulta, la Rita del presente, si trovasse come di fronte a uno specchio, in cui rivedeva se stessa da bambina, la Rita del passato. Spesso gli episodi del presente richiamano in qualche modo quelli del passato, solo che le due situazioni sono vissute in modo completamente diverso, quasi opposto. Alla fine Rita, che non sa che cosa fare della propria vita, scopre che, per riuscire ad andare avanti, deve tornare indietro, ritrovare quella bambina, e da lì, ripartire”.
Sembra avere particolare importanza il ritorno nei luoghi felici dell’infanzia: quale ruolo hanno nella vicenda della protagonista? Anche tu hai un luogo del cuore?
“Rita crede di aver perso la propria essenza, ha perso di vista il proprio valore, e, per questo la vita è faticosa, difficile. Si agita per uscire dalle sabbie mobili delle proprie giornate, ma riesce solo a sprofondare di più. Non trova una soluzione. Allora, quando sembra che la situazione sia ormai disperata prende una decisione: fermarsi e tornare indietro, nei luoghi dove la vita era spensierata, facile.
In quei luoghi, si sente al sicuro, vuole inseguire i ricordi dei giorni felici di quando era bambina, nella speranza di riuscire a ritrovare quelle sensazioni.
Certo, anche io ho un luogo del cuore, dove mi piace tornare appena ne ho l’occasione, ed è bellissimo poter vivere dei ricordi che questo ospita. Ma, soprattutto, sto scoprendo come moglie e come mamma, la gioia di condividere questo luogo con mio marito e con le mie bambine, farglielo conoscere, e costruire con loro nuovi ricordi che vi siano legati”.
L’amore è un elemento molto presente nel corso degli eventi e si manifesta sotto diverse sfaccettature: mi viene in mente la figura della sorella Paola e del romantico Giovanni. Quanto conta questo sentimento nel percorso di trasformazione e accettazione di se stessi? Che valore ha nel libro?
“L’amore è fondamentale. È grazie all’amore che Rita riesce a ritrovare se stessa. Sicuramente l’amore per Giovanni, per il quale è disposta a rischiare e a superare le proprie pure, ma anche l’amore di sua sorella Paola, che resta al suo fianco, la sprona a rialzarsi quando lei crede di non farcela più e l’amore di sua nonna, che rimane impresso in lei anche ad anni di distanza, e le fa ricordare una lezione importante, che lei da bambina non aveva compreso ma che adesso, da adulta, le fornisce la chiave per risolvere il mistero della sua esistenza.
È l’amore che ci fa guardare avanti, ma è sempre l’amore che ci sostiene e ci salva nei momenti bui”.
Rita sente di essere invisibile al mondo ma prima di tutto lo è per se stessa: in questo senso ha un significato metaforico la farfalla che dopo tanti anni “torna” da lei?
“All’inizio, quella della farfalla doveva essere solo un’immagine che aggiungeva un tocco di “magia” ai ricordi di Rita bambina, ma, man mano che scrivevo è diventata una metafora potente.
Come una farfalla, anche Rita ha vissuto a lungo chiusa nel suo bozzolo ma poi, quando è stata pronta, ha finalmente spiegato le sue ali.
In particolare, quella farfalla, che lei racconta con tristezza di avere perso di vista negli ultimi tempi, torna da lei proprio quando ormai il suo viaggio interiore è arrivato a una conclusione, e Rita la vede, proprio quando ritrova se stessa. La farfalla, simbolo di un’infanzia che lei crede di aver perduto, torma a farsi vedere quando lei smette di concentrarci su quello che la rende infelice, e ricomincia a godere delle piccole cose. Come le fa notare sua sorella Paola in un loro dialogo, forse non era la farfalla ad essersene andata, ma era lei ad aver smesso di cercarla”.
Quale messaggio vuoi lasciare ai lettori attraverso le pagine da te scritte?
“Troppo spesso, ormai, viviamo continuamente rincorrendo obiettivi e impegni che, crediamo, ci daranno soddisfazione e che, invece, una volta raggiunto il traguardo, ci lasciano inappagati, sempre con il desiderio di qualcosa di più.
È importante assecondare le proprie ambizioni, ma credo che il modo giusto di farlo sia rimanendo fedeli a noi stessi, dando valore agli affetti e alle cose che arricchiscono la nostra vita, invece di imporsi traguardi per il vano desiderio di apparire agli occhi degli altri”.
Descrivi il tuo romanzo con tre aggettivi
“Emozionante. Sincero. Intenso.”
Quale colonna sonora sceglieresti per la tua storia?
“La citazione all’inizio del romanzo è I want to break free dei Queen, ma se penso a Rita, al suo viaggio fisico e interiore, la canzone che mi viene in mente è It feels like home di Randy Newman”.
La storia avrà un seguito o hai altri libri nel cassetto?
“Al momento, non ho in mente di dare un seguito alla storia di Rita, lascio al lettore il compito di immaginarne la vita in futuro.
Però, scrivere Invisibile al mondo è stata un’esperienza entusiasmante, che voglio assolutamente ripetere, quindi, in questi ultimi mesi, mi sono dedicata alla stesura di una nuova bozza, e il mio secondo romanzo sta prendendo forma”.