La Biblioteca nazionale centrale di Roma, nel cuore del Novecento
Spazi900 è il museo che raccoglie in un percorso cronologico manoscritti e prime edizioni, ambientandoli all'interno dei luoghi che hanno visto realizzarsi i capolavori della nostra letteratura contemporanea
ROMA – La fotografia di Bill Morrow che Elsa Morante conserverà tutta la vita, la bambola dono di Grazia Deledda a sua nipote, il taccuino segreto di Luigi Pirandello. E poi i dattiloscritti originali di ‘Ragazzi di vita’ e ‘Una vita violenta’ di Pier Paolo Pasolini, un racconto inedito di Italo Svevo, la prima versione della poesia che Umberto Saba dedica a sua moglie, corretta a penna perché a lei non piace. Ma soprattutto le stanze, gli ambienti, gli oggetti e i mobili che hanno arredato le case dei grandi scrittori. Siamo dentro Spazi900, il museo nel cuore della Biblioteca nazionale centrale di Roma dedicato alla letteratura italiana del Novecento. Inaugurato nel 2015, raccoglie in un percorso cronologico manoscritti e prime edizioni, ambientandoli all’interno dei luoghi che hanno visto realizzarsi i capolavori della nostra letteratura contemporanea.
Nato a seguito della proclamazione di Roma Capitale d’Italia, l’Istituto da subito si dedica al contemporaneo e alla valorizzazione della cultura dell’Italia unita, così come già avveniva negli altri Stati europei, puntando sull’informazione corrente. Così, accanto ai libri antichi provenienti da 69 conventi, il nuovo organismo offre riviste, giornali ed editoria internazionale. Ed è questo legame con il contemporaneo che oggi la Biblioteca nazionale centrale di Roma riprende con Spazio900. Nel 1975 dal Collegio romano si sposta a Castro Pretorio, in un edificio a due passi dall’università Sapienza e dalla stazione Termini.
A vincere il concorso indetto per la progettazione sono gli architetti Massimo Castellazzi, Tullio Dell’Anese e Annibale Vitellozzi che realizzano una struttura in cemento armato, vetro e alluminio di 50mila metri quadrati, circondata da tre ettari e mezzo di verde. Oggi, la Nazionale centrale di Roma conserva 7 milioni di volumi e 155mila manoscritti in 150 chilometri di scaffalature. Qui ogni anno confluiscono 60mila pubblicazioni, frutto di tutta la produzione editoriale italiana. E qui ogni giorno studiosi, ricercatori, accademici, studenti universitari e delle scuole animano le 12 sale di consultazione.
Ai monumentali spazi fisici si affianca l’universo del web, a cui la Biblioteca ha affidato una teca digitale ricchissima, fatta di oltre 18 milioni di pagine. Una amplissima campagna di digitalizzazione mirata soprattutto alla letteratura del Novecento, che ha portato alla costituzione di un portale specifico attraverso cui si accede alle collezioni. Accanto ai manoscritti, ai dattiloscritti e alle prime edizioni, la Nazionale ha pubblicato online anche le dediche. Come quella, famosissima, scritta da Pasolini a Elsa Morante, ‘terrificante e magnifica lettrice’.
Ed è proprio con la grande Morante e con il suo studio di via dell’Oca, a Roma, che ha aperto Spazi900, fiore all’occhiello della Nazionale. Basta il primo sguardo per restare avvolti dall’atmosfera calda e intima di questa stanza su piazza del Popolo, un rifugio di oggetti amati e di vita quotidiana. Niente è lì per caso, i mobili disegnati da lei, i ricordi, le passioni. C’è la sua scrivania con la macchina da scrivere su cui ha composto Aracoeli. Ci sono i dipinti di Bill Morrow che Morante ha fatto imprimere sulle copertine dei suoi libri pubblicati da Einaudi. Tra tutti, il grande girasole appena restaurato dalla biblioteca con un intervento certosino dovuto alla pittura su lucido. E di Bill Morrow è anche il ritratto in bianco e nero che Elsa Morante ha voluto con sé tutta la vita. E poi i quaderni autografi de La storia con il titolo originale. Tus: tutto uno scherzo.
“Questa Biblioteca, che è l’ultima nata tra le grandi Biblioteche dello Stato- spiega all’agenzia Dire Stefano Campagnolo, alla guida della Nazionale centrale di Roma dallo scorso ottobre– si può dire che sia nata tre volte. La prima volta quando è stata istituita nel 1876 presso la vecchia sede del Collegio romano, dove adesso c’è il ministero della Cultura, una seconda volta quando è stata creata in questa nuova bellissima sede nel 1975, e una terza volta quando ha saputo reinventarsi come Biblioteca del Novecento letterario italiano. Con un processo che ha avuto un’accelerata decisiva con il lavoro del mio predecessore, Andrea De Pasquale, attraverso una mirata politica di acquisizioni e anche di doni, la Biblioteca ha creato degli spazi straordinari dedicati alla nostra grande letteratura del secolo passato e della contemporaneità”.
Dopo la Sala Elsa Morante, Spazi900 si è arricchito della stanza dedicata ad ‘Accattone’, capolavoro di Pier Paolo Pasolini di cui la Biblioteca nazionale centrale di Roma ha ricostruito gli ambienti, portando a Castro Pretorio le periferie romane. Il percorso inizia con i dattiloscritti originali di ‘Ragazzi di vita’ e ‘Una vita violenta’ pieni di note che testimoniano aggiunte e ripensamenti dello scrittore, del quale la Biblioteca nazionale di Roma è l’unica a possedere gli originali donati dagli eredi. C’è poi la stanza di Grazia Deledda, Premio Nobel che a Roma ha vissuto la maggior parte della sua vita. In una teca c’è il dizionario della lingua italiana usato da suo padre prima di lei e che per questo ‘puzza di tabacco’. Accanto, la bambola che la scrittrice sarda ha regalato a sua nipote. La Biblioteca è riuscita a trovare tutti gli arredi della sua sala da pranzo, un mix di raffinato design dell’epoca e mobili della tradizione sarda.
Recentissimo l’allestimento della stanza di Umberto Saba. Ci sediamo su una panchina e in un istante ci troviamo lungo il porto di Trieste. Le luci sul mare all’imbrunire fanno da sfondo alle parole del poeta: ‘In questo è tutta la mia forza: guardare e ascoltare’. È la potenza del multimediale, scelto per raccontare questo gigante della letteratura italiana del quale la Nazionale ha recuperato il lascito del periodo romano. Tra i cimeli, fa sorridere il manoscritto della poesia ‘A mia moglie’, in cui la donna viene paragonata a una serie di animali. Offesa, costringe Saba a correggerla.
Di Eugenio Montale Spazi900 espone il dattiloscritto delle 47 poesie, nucleo originale della raccolta ‘La bufera e altro’, pubblicata nel 1956. Di Gabriele d’Annunzio c’è il manoscritto de ‘La pioggia nel pineto’, nove carte sciolte con tutto il testo di una delle sue poesie più celebri. A stupire però è un altro pezzo straordinario: il taccuino segreto di Luigi Pirandello. Una sorta di bloc-notes dove il Premio Nobel annotava le cose che lo incuriosivano e abbozzava opere che solo in parte sarebbero diventate pubbliche. A sorprendere è la sua grafia, così minuta e raffinata da trasformare quei fogli di uso comune in un’opera preziosissima. La Galleria dei Nobel prosegue con un omaggio a Salvatore Quasimodo, che la Biblioteca ha voluto documentare acquisendo dal figlio dello scrittore tutto il materiale inerente al Premio, oltre a due busti di Quasimodo.
Novità assoluta è la Sala Calvino, allestita negli spazi di castro Pretorio grazie al comodato disposto dalla figlia dello scrittore. “Qui abbiamo la possibilità di vedere l’ambiente in cui ha lavorato Calvino- dice Campagnolo- ma soprattutto ci sono i suoi libri conservati nell’esatto ordine con cui sono stati presi dalla casa in Campo Marzio dove ha abitato. Penso che questo modo emozionale di esporre i libri, le carte, possa avvicinare soprattutto i giovani lettori e gli studenti a comprendere lo spirito dei nostri grandi autori”. E di amarli, dunque, anche un po’ di più.
Realizzato con l’agenzia di stampa DIRE, il progetto ‘Biblioteche d’Italia’ è un viaggio alla scoperta dei 46 Istituti statali italiani, scrigni di bellezza e custodi di un patrimonio documentario che ammonta a circa 40 milioni di esemplari: https://cultura.gov.it/bibliotecheditalia. Il documentario sulla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma fa parte della serie di reportage promossi dal Ministero della Cultura e disponibili sui canali social istituzionali e sul profilo Instagram @bibliotecheditalia. Il prossimo appuntamento con una nuova Biblioteca sarà giovedì 3 marzo 2021. (www.dire.it)