Roma – Nella suggestiva cornice del Palazzo della Cancelleria nel centro storico della capitale romana si è svolta ieri pomeriggio la presentazione del progetto “A casa di Edo”, curato dall’Associazione Edoardo Marcangeli E’ stata l’occasione per approfondire e constatare gli effetti dell’apertura della nuova casa composta di tre stanze, ciascuna dotata di un bagno che già sta accogliendo famiglie e piccoli pazienti in cura presso il reparto di Oncoematologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. La struttura si trova nelle immediate vicinanze della sede del Gianicolo (via della Stazione San Pietro, 6) e cura per l’appunto l’accoglienza di famiglie con criticità sociale ed economica. L’Associazione Edoardo Marcangeli, come noto, si occupa di cura, assistenza sociale e psicologica ai bambini malati ed alle loro famiglie durante e dopo il ricovero nella struttura ospedaliera; dal 2015 collabora con il Bambino Gesù grazie a una rete composta da volontari del settore. Ieri i lavori sono stati introdotti dal regista Tony Saccucci, e l’apertura è stata di Adelfo Marcangeli, padre di Edo il quale ha ripercorso le tappe fondanti che hanno attivato questo progetto. Adelfo ha espresso con puro realismo i propositi della sua famiglia in seguito alla prematura scomparsa del piccolo Edo, sulla cui memoria viene organizzato tutto questo e grazie alla collaborazione attiva di tantissime persone. La sensazione che si è avvertita nella sala gremita di partecipanti arrivati da ogni dove, è quella di una sorta di attuazione testamentaria che si porta avanti nella solidarietà totale. Un modo di continuare a far vivere la memoria di Edoardo che anche se non più in vita è vicino nel cuore alle persone che hanno bisogno. Edoardo era un bambino dotato di una intelligenza particolare, di fede, e di un senso di rispetto e considerazione per il suo prossimo e gli altri. Ha saputo sopportare una cosa più grande di lui, una prova gravissima a cui è stata sottoposta la sua famiglia, prima con quella della malattia e poi con il lutto. Ma ieri è emerso in maniera chiara che non è finito nel nulla il messaggio di Edoardo. E la testimonianza diretta della famiglia catanese che si trova nella casa di Edo è la riprova assoluta e semplice che rende l’idea della grandezza umana e sociale di questo progetto. La mamma di un bambino malato, fa accapponare la pelle, quando riferisce di avvertire in casa “l’amore” di Edo, e quanto Edoardo riesca a trasmettere in quella immagine che è dentro la casa. E così l’Associazione porta avanti questa casa della speranza, dell’aggregazione sociale che aiuta famiglie disorientate nei casi più difficili che possano capitare nella vita, quelli relativi alla malattia di un figlio. Ecco al di là di tutte le autorevoli testimonianze apportate nel corso dell’evento, ci soffermiamo sull’importanza della solidarietà, sulla necessità di dover riscoprire il valore dell’aiuto reciproco anche senza averne nulla in cambio. Un tempo era la normalità, oggi una eccezione. “La casa di Edo” è per il cuore di chi soffre”. Alla presentazione, suddivisa in una prima fase di relazioni ed una seconda culturale di buona musica, sono intervenuti i sindaci di Carsoli (Velia Nazzarro), di Subiaco (Francesco Pelliccia) di Cappadocia (Lorenzo Lorenzin) il quale ha portato attraverso il portavoce del Ministero della Salute anche il saluto dell’on. Ministro Beatrice Lorenzin. Presente anche il Consigliere regionale Lorenzo Berardinetti, anche sindaco di Sante Marie.