Tivoli – Sulla «deposizione» di Cristo dalla croce pochi dettagli sono stati tramandati dai Vangeli, perché i tre Sinottici, Matteo, Marco e Luca, si limitano alle notizie essenziali. Dopo l’accertamento della morte, il corpo fu concesso da Pilato per la sepoltura a Giuseppe d’Arimatea, nobilis decurio, che ne aveva fatto richiesta; in Giovanni appare anche Nicodemo, discipulus occultus, che recò il miscuglio di mirra e d’aloe, quasi cento libbre, per la preparazione del corpo; poi il corpo, «deposto» dalla croce, fu cosparso d’unguento, coperto con sindone monda ed altri lini appositamente approntati e sepolto nel monumento nuovo, scavato nel sasso non lontano dal Calvario. …..»
Questo l’incipit del fondamentale articolo sulla Deposizione di Tivoli del prof. Camillo Pierattini, pubblicato sugli «Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d’Arte» nel volume LVI del lontano 1983.
Ora, a distanza di trentasei anni, il prof. Francesco Ferruti ritiene opportuno proporre un esauriente excursus partendo dallo studio del prof. Pierattini, per fare il punto sulle ricerche successive e rendere omaggio all’indimenticabile Presidente della Società Tiburtina, a venticinque anni dalla sua scomparsa. Un apposito approfondimento è stato organizzato sul tema per Venerdì 20 settembre 2019 ore 17:30 – Museo della Città (sala conferenze) in via della Carità.