Editoriale – Ciò che era dinamismo, quotidianità, vita istituzionale, rappresentanza pubblica, pianificazione, progettualità e tutto ciò che comporta il viver da protagonista di un primo cittadino in un attimo è svanito. La determinazione, la forte caratterialità del sindaco Domenico Petrini, i suoi sogni, le sue speranze, il suo progetto di Ora Subiaco si è improvvisamente fermato. L’autorità costituita del primus inter pares della città di Subiaco è spenta da un destino inesorabile, imprevedibile.
La città è sgomenta e con essa tutti coloro che a vario titolo e ruolo hanno avuto rapporti con il sindaco e con l’istituzione sublacense. La città di Subiaco è fascino, cultura, è la città della stampa, è bella e custodisce tanta storia millenaria che attrae una mole di visitatori che arriva da ogni dove. Domenico Petrini ha avuto l’onore e l’orgoglio di rappresentare la sua comunità, con un tributo popolare peraltro molto consistente, un mandato elettorale indubbiamente a pieno titolo.
L’imprevedibilità di ciò che la mente dell’uomo deve accettare ma non può comprendere, in un attimo spegne tutto. La facilità della morte nella complessità della vita.
La scomparsa di un uomo forte, di potere, inserito a pieno titolo in tutti i contesti regionali, governativi e di rapporti sociali di ogni tipo. Domenico Petrini non amava troppi fronzoli, realista, carattere pregnante, immediatamente sin dal primo minuto della sua elezione è entrato nel ruolo di chi ha l’onore e la responsabilità di guidare una così importante comunità.
Rispetto a tanto dolore, la politica caratterizzata da vivacità di pensiero, di posizioni si ferma, tutti si fermano a riflettere ed è giusto così. Ma la ferita resta. Nella storia della bella Subiaco entra a pieno titolo questo lutto, così intenso, così grave e così inspiegabile. Come può un giovane sindaco di 38 anni in piena attività morire improvvisamente nell’esercizio tralaltro delle sue funzioni?
Un dogma di vita, al quale la mente dell’uomo che tanto comprende tanto studia e tanto ragiona , non riesce a dare spiegazione. Inesorabile accettazione di ciò che accade.
Domenico Petrini ha ricevuto gli onori, tutti gli onori che meritava ed ora riposa nel cimitero di Subiaco, quel cimitero che fino a ieri era un luogo sacro ed un servizio da gestire per la sua comunità, ieri lo ha accolto per sempre.
Forte, intensa entra come una lancia entra nel cuore il momento in cui la bara avvolta nel tricolore della stessa fascia indossata dal sindaco esce dal portone del suo municipio. Quel portone varcato ogni mattina ed in diversi momenti della giornata per entrare in palazzo che quando si arriva a guidare diventa la propria casa, il luogo in cui c’è confronto, tensione, pianificazione, compagnia, il soffermarsi a parlare con i cittadini, ora lo attende in uscita ma senza rientro.
Il tributo di applausi reso a Domenico Petrini, in un percorso breve ma che rappresenta tutta la città di Subiaco, dal municipio alla Basilica di Sant’Andrea Apostolo situata proprio di fronte. Un tratto in cui il silenzio assoluto ha seguito i tributi scroscianti degli applausi. Unico modo per la comunità di ringraziare e salutare il sindaco che se ne va per sempre verso altre dimensioni di vita.
La bara entra nel tricolore e poi esce nel legno, che avvia con un mesto e lento corteo verso il riposo eterno. La ferita che questo tragico lutto ha inferto a Subiaco, ha coinvolto tutti, i sindaci, i comuni viciniori, così come tanti altri cittadini, che solo nel leggere la tristia si sono immedesimati nel senso di sgomento e di incredulità che affligge una realtà locale in un momento così drammatico. La forte vicinanza espressa da tutti, è un blando lenitivo del dolore della famiglia, della moglie, della sorella, e di tutti coloro che hanno voluto bene a Domenico Petrini.
Ma come non tributare un pensiero agli amici di questo viaggio istituzionale, a come il vice Sindaco Emanuele Rocchi, la giunta comunale, il consiglio, i dipendenti tutti abbiano vissuto e stiano vivendo questo momento di disorientamento, al quale ora seguirà sicuramente il senso di responsabilità e dell’andare avanti, sulle orme di ciò che il sindaco ha lasciato e proseguire il percorso che condurrà fino a nuove elezioni.
Nel mentre di questo accadimento così grave, si trovi il comune denominatore nelle ragioni che uniscono, nel dolore e nella consapevolezza di questa importante ferita che entra nella storia di Subiaco.
A Dio Domenico Petrini, uomo delle istituzioni, riposa in pace.