L’8 marzo in tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale della donna, conosciuta in Italia anche come Festa della Donna, il cui simbolo è la mimosa, un fiore non casuale per celebrare questo evento. Dietro c’è una storia di passione e ideali che ha per protagoniste tre donne partigiane: Rita Montagnana, Teresa Noce e Teresina Mattei. Poco conosciute, perché la Storia è fatta quasi esclusivamente di uomini.
È il 1946, l’Italia si sta risollevando dalla cenere della guerra appena conclusa e sta progettando la Costituente: si vota, e ai seggi arrivano per la prima volta anche le donne. Le tre combattenti non hanno dubbi: sarà la mimosa il simbolo della Festa della Donna. Non anemoni, non garofani, non violette. Mimosa. Erano già i fiori delle partigiane e perfetti così: piccoli ma forti, tutti stretti insieme, come le donne. Scelsero proprio la mimosa perché è un fiore “battagliero”, che ha la capacità di fiorire anche in condizioni difficili, come la stessa capacità di resistenza e resilienza delle donne per la conquistare dei propri diritti.
E da questo simbolo scaturisce tutto il significato dell’8 marzo, una festa che ricorda le mille battaglie politiche e sociali combattute dalle donne. Ma le origini di questa giornata internazionale si perdono nella notte dei tempi e ancora oggi oscillano tra storia e leggenda. Molti ne attribuiscono la nascita a un evento tragico avvenuto a New York l’8 marzo 1908, quando alcune operaie di una fabbrica tessile, che da tempo protestavano per ottenere condizioni di lavoro più dignitose, morirono a causa di un incendio avvenuto nello stabilimento stesso. In realtà, quell’incendio è puro mito, ma le proteste ci furono davvero.
In quel periodo, infatti, molte operaie si stavano ribellando con scioperi e manifestazioni per chiedere pari dignità sul lavoro. Al grido di «Bread and roses» , pane e rose, le donne rivendicavano maggiore sicurezza economica e una migliore qualità della vita. La Giornata Internazionale della donna, però, nasce ufficialmente negli Stati Uniti il 28 febbraio 1909, voluta dal Partito Socialista, che chiedeva il suffragio femminile. A partire dal 1911 si estese in alcuni paesi europei e giunse in Italia nel 1922.
Chi pensa però che la Festa della Donna sia solo l’8 marzo si sbaglia. L’8 marzo è ogni volta che una donna lotta per difendere la propria dignità e i propri diritti. È ogni volta che si libera dagli stereotipi, che si emancipa dalle imposizioni o dalle consuetudini e lotta per affermare se stessa, per realizzare se stessa. E il mese di marzo è pieno di episodi che ricordano tenaci e coraggiose donne che hanno cambiato la nostra storia, donne che hanno scritto pagine importanti offrendo il loro genio per il progresso sociale e culturale, che hanno rivoluzionato il nostro Paese nel campo della politica, della letteratura, della scienza.
Come Matilde Serao, che nacque il 7 marzo 1856. Fu una delle più grandi scrittrici di fine Ottocento e una pioniera del giornalismo italiano. È stata la prima donna a fondare un giornale e dirigere un quotidiano, “Il Mattino”, il più importante del Sud Italia e ancora oggi esistente.
Che dire poi di Anna Magnani, una delle più grandi interpreti femminili di tutti i tempi, divenuta il simbolo del cinema italiano. Indimenticabili i suoi personaggi: Pina in “Roma città aperta” (1945), Roma Garofolo in “Mamma Roma” (1962) o Serafina Delle Rose in “La rosa tatuata” (1955). Fu proprio quest’ultimo film, diretto da Daniel Mann, che le valse il 21 marzo 1956 l’Oscar come miglior attrice protagonista: la prima donna italiana a riceverlo.
Infine, per guardare ai giorni nostri, non si può non fare il nome di Samantha Cristoforetti, la prima astronauta italiana ad aver viaggiato nello spazio e prima donna in Europa al comando della Stazione spaziale internazionale. A bordo della capsula Sojuz, ha raggiunto la Stazione spaziale internazionale nel 2014. La missione, denominata “Expedition 42”, è iniziata il 10 novembre ed è terminata l’11 marzo 2015. Un evento che ha segnato un traguardo fondamentale per la ricerca e un’altra grande conquista per la storia di tutte le donne.