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La festa dell’8 marzo: il fiore “battagliero” e le donne che hanno cambiato la nostra storia

L’8 marzo in tutto il mondo si celebra la Giornata internazionale della donna, conosciuta in Italia anche come Festa della Donna, il cui simbolo è la mimosa, un fiore non casuale per celebrare questo evento. Dietro c’è una storia di passione e ideali che ha per protagoniste tre donne partigiane: Rita Montagnana, Teresa Noce e Teresina Mattei. Poco conosciute, perché la Storia è fatta quasi esclusivamente di uomini.

Rita Montagnana

 

È il 1946, l’Italia si sta risollevando dalla cenere della guerra appena conclusa e sta progettando la Costituente: si vota, e ai seggi arrivano per la prima volta anche le donne. Le tre combattenti non hanno dubbi: sarà la mimosa il simbolo della Festa della Donna. Non anemoni, non garofani, non violette. Mimosa. Erano già i fiori delle partigiane e perfetti così: piccoli ma forti, tutti stretti insieme, come le donne.  Scelsero proprio la mimosa perché è un fiore “battagliero”, che ha la capacità di fiorire anche in condizioni difficili, come la stessa capacità di resistenza e resilienza delle donne per la conquistare dei propri diritti.

Il volto “simbolo” di Anna Iberti, che attraversa un buco nella copertina del Corriere della Sera del 6 giugno 1946, con la notizia dei risultati della nascita della Repubblica Italiana. La celebre foto fu realizzata da Federico Patellani per il settimanale Tempo, edizione del 15 giugno 1946, parte di un servizio fotografico celebrativo della Repubblica e del nuovo ruolo della donna, e fu proposta anche in prima pagina dallo stesso Corriere e in seguito riutilizzata in moltissime campagne e manifesti.

 

E da questo simbolo scaturisce tutto il significato dell’8 marzo, una festa che ricorda le mille battaglie politiche e sociali combattute dalle donne. Ma le origini di questa giornata internazionale si perdono nella notte dei tempi e ancora oggi oscillano tra storia e leggenda. Molti ne attribuiscono la nascita a un evento tragico avvenuto a New York l’8 marzo 1908, quando alcune operaie di una fabbrica tessile, che da tempo protestavano per ottenere condizioni di lavoro più dignitose, morirono a causa di un incendio avvenuto nello stabilimento stesso. In realtà, quell’incendio è puro mito, ma le proteste ci furono davvero.

Parata per il suffragio_New York City_4 maggio 1912

 

In quel periodo, infatti, molte operaie si stavano ribellando con scioperi e manifestazioni per chiedere pari dignità sul lavoro. Al grido di «Bread and roses» , pane e rose, le donne rivendicavano maggiore sicurezza economica e una migliore qualità della vita. La Giornata Internazionale  della donna, però, nasce ufficialmente negli Stati Uniti il 28 febbraio 1909, voluta dal Partito Socialista, che chiedeva il suffragio femminile. A partire dal 1911 si estese in alcuni paesi europei e giunse in Italia nel 1922.

Chi pensa però che la Festa della Donna sia solo l’8 marzo si sbaglia. L’8 marzo è ogni volta che una donna lotta per difendere la propria dignità e i propri diritti. È ogni volta che si libera dagli stereotipi, che si emancipa dalle imposizioni o dalle consuetudini e lotta per affermare se stessa, per realizzare se stessa. E il mese di marzo è pieno di episodi che ricordano tenaci e coraggiose donne che hanno cambiato la nostra storia, donne che hanno scritto pagine importanti offrendo il loro genio per il progresso sociale e culturale, che hanno rivoluzionato il nostro Paese nel campo della politica, della letteratura, della scienza.

Come Matilde Serao, che nacque il 7 marzo 1856. Fu una delle più grandi scrittrici di fine Ottocento e una pioniera del giornalismo italiano. È stata la prima donna a fondare un giornale e dirigere un quotidiano, “Il Mattino”, il più importante del Sud Italia e ancora oggi esistente.

Matilde Serao 1890 radiocorriere

 

Che dire poi di Anna Magnani, una delle più grandi interpreti femminili di tutti i tempi, divenuta il simbolo del cinema italiano. Indimenticabili i suoi personaggi: Pina in “Roma città aperta” (1945), Roma Garofolo in “Mamma Roma” (1962) o Serafina Delle Rose in “La rosa tatuata” (1955). Fu proprio quest’ultimo film, diretto da Daniel Mann, che le valse il 21 marzo 1956 l’Oscar come miglior attrice protagonista: la prima donna italiana a riceverlo.

Anna Magnani riceve il David di Donatello nel 1958

 

Infine, per guardare ai giorni nostri, non si può non fare il nome di Samantha Cristoforetti, la prima astronauta italiana ad aver viaggiato nello spazio e prima donna in Europa al comando della Stazione spaziale internazionale. A bordo della capsula Sojuz, ha raggiunto la Stazione spaziale internazionale nel 2014. La missione, denominata “Expedition 42”, è iniziata il 10 novembre ed è terminata l’11 marzo 2015. Un evento che ha segnato un traguardo fondamentale per la ricerca e un’altra grande conquista per la storia di tutte le donne.

Samantha Cristoforetti_official portrait in an EMU spacesuit