Roviano. Abbiamo ricevuto questa nota, è la lettera di un dramma, quello di una madre che ha perso un figlio, che purtroppo continua ancora a morire. Con grande rispetto e commozione la riportiamo integralmente:
“Chi le scrive è la mamma del musicista Alberto Bonanni, il ragazzo che il 26 giugno 2011 è stato aggredito violentemente all’uscita da un locale al Rione Monti in Roma, dove ,durante una serata estiva, aveva assistito ad un concerto. A seguito delle percosse riportate, mio figlio è stato ricoverato al San Giovanni di Roma, con la diagnosi di trauma cranico con lesioni profonde ed entra in coma, da cui non è più uscito.
Gli aggressori vengono individuati e perseguiti. In prima istanza, due di loro, tutti di età compresa tra i 17 e i 23 anni, vengono condannati a nove anni, avendo accettato il rito abbreviato. Gli altri quattro vengono rinviati a giudizio: la condanna è di lesioni gravi per futili motivi.
In appello la condanna viene commutata a tentato omicidio, e la pena viene elevata a tredici anni e sei mesi per due di loro nell’Aprile 2013.
Alberto dopo tre anni e sei mesi muore, il 06 dicembre 2014. Nel corso di questi tre anni Alberto ha subito continui ricoveri presso strutture pubbliche e private, dove veniva testato sia lo stato che l’aggravamento della sua salute, sempre più precaria a seguito del trauma subito.
In seguito alla morte di mio figlio, la Magistratura riapre il fascicolo del processo a carico degli aggressori e tramuta l’accusa in omicidio. A tre mesi dalla morte, il legale di uno degli imputati, l’avvocato Giulia Buongiorno, chiede l’incidente probatorio, quindi la riesumazione della salma per eseguire un’autopsia.
Mio marito si è dovuto licenziare per assistere Alberto H24 e consentirmi di portare avanti la gestione di una piccola attività commerciale, indispensabile al sostentamento della famiglia e a sostenere le cure continue cui bisognava sottoporre Alberto.
Non sto a dirLe Presidente, quale sia il valore della vita del proprio figlio; una mamma immagina
sempre di essere accompagnata al cimitero, non di dover piangere dietro la salma del suo ragazzo. Mio figlio: educato e sorridente. Forte dell’orgoglio di chi vive una realtà di provincia con dignità e sacrificio, ostinato nel voler seguire le sue passioni, passioni che gli sono costate il prezzo piu’alto . Alberto viene aggredito perché colpevole di strimpellare con la chitarra per strada, quella chitarra che da sempre era il suo grande amore .
Il suo vivo ricordo non può essere scalfito da mere questioni legali e ulteriore accanimento sul suo corpo e sul nostro dolore, nostro e di tutta la popolazione del piccolo paese dove Alberto era nato e cresciuto.
Signor Presidente, ci rivolgiamo a Lei affinché intervenga presso il Tribunale di Roma per revocare l’incidente probatorio richiesto dalla difesa, e di conseguenza annullare la richiesta di riesumazione della salma e di autopsia, che risulterebbe un’ulteriore violazione e violenza del corpo di Alberto, già martoriato dalle percosse e dai quasi quattro anni di malattia e interventi chirurgici. La Magistratura ha la possibilità di valutare le ragioni della sentenza basandosi sull’infinità di documenti e perizie già agli atti.
Quali ulteriori dubbi dovrebbe fugare l’ennesimo martirio del corpo di Alberto e del nostro dolore ? Possibile non conti nulla la nostra espressa volontà di lasciare in pace il nostro ragazzo e di avere noi stessi la pace, l’unica cosa che chiediamo come esito di questa drammatica storia?
Signor Presidente, occorre fare presto perché la data della riesumazione è prevista per il 04 marzo 2015!!!
Certi del suo sollecito interessamento,si porgono i nostri distinti saluti.”