Tivoli – “Si potrebbero dire tante cose…infinite, ma a cosa servirebbe? Una grande disgrazia che non doveva accadere e che si poteva e doveva evitare. ” Con queste parole, Veronica Fortuna si trovava in servizio presso l’Ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli commenta la notte del terrore – perché un ospedale dovrebbe offrire cure, serenità, assistenza, conforto in 12 anni di volontariato e 32 di vita, purtroppo questa è stata una delle notti più tristi. Credetemi non è bello vedere gli occhi di un malato che trasmettono la pura paura di morire.Paura che gli sale ancora di più quando ti vedono entrare nelle stanze buie con il casco in testa,il respiratore sulla bocca e la divisa antincendio addosso. Sentire persone che gridano,persone che pregano pensando che quella sia la loro ultima preghiera. Telefoni dei pazienti che squillano perché i loro cari sono in estrema preoccupazione, cercare di rispondere a più chiamate possibili per dare un sospiro di sollievo a chi ha l’anima in pena per il proprio caro ricoverato.Pavimento e pareti che emanano calore.
Non puoi farti prendere dallo sgomento perché hai interi reparti da svuotare,scendendo e salendo ripetutamente 4/5 piani a piedi, portando pazienti sui lenzuoli adibiti a barelle…Vedere medici e infermieri che cercano di mantenere ordine e signorile pazienza in mezzo al fumo nocivo che ha invaso corridoi e stanze… Abbiamo fatto tutti il possibile. Ci perdonino le anime di chi non siamo riusciti a raggiungere in tempo. Che la terra vi sia lieve.”