E’ opinione comunemente diffusa che Internet sia la più grande ed importante invenzione nel campo della diffusione dell’informazione e del sapere….o forse no…!!!
Sicuramente internet e’ uno strumento sofisticatissimo di una tecnologia molto avanzata nella quale oggi le nostre società hanno confluito tutto ciò che lo scibile umano ha prodotto e produrrà.
Ma facendo una rapida considerazione possiamo anche affermare che questo grande sistema informativo di massa chiamato Internet non e’ altro che l’ ultima fase evolutiva della necessaria capacità dell’uomo di trasferire un messaggio , una informazione da un determinato luogo ad un altro , utilizzando nel corso dei secoli i mezzi che la natura e poi l’evoluzione tecnologica mettevano a disposizione per trasferire sempre più velocemente una informazione,
dal cavallo , ai piccioni viaggiatori , alle carrozze , alle navi e poi i treni , l’automobile, gli aerei fino ad arrivare ai giorni nostri con questo infinito archivio di memoria e mezzo di interscambio di parole e immagini chiamato appunto Internet.
Ma a mio avviso c’è stata una invenzione che , sul finire di quelli che erroneamente vengono definiti i secoli bui del medioevo ha rivoluzionato in maggior misura la società umana :
LA STAMPA A CARATTERI MOBILI
In realtà questa invenzione nasce in Cina qualche secolo prima con i primi caratteri costruiti in terracotta indurita che pero’ non si prestavano ad un stampa di larga diffusione a causa della fragilità di questi stessi caratteri che rendevano il processo di stampa lungo e laborioso.
In Europa fu introdotta poco dopo quella che viene definita tecnica xilografica , da cui il torchio xilografico , con la quale le matrici di stampa venivano ricavate da un unica tavoletta di legno sulla quale erano incisi i singoli caratteri fino a formare la singola pagina di stampa .
Ma anche questa tecnica richiedeva tempo proprio perché ogni libro necessitava di centinaia di tavolette xilografiche da incidere in un materiale ,il legno , che spesso non reggeva alla pressione esercitata dal torchio.
Bisogna arrivare al 1455 nella bottega dell’orafo e tipografo Johannes Gensfleisch della Corte di Gutenberg a Magonza nell’attuale Germania per trovare l’intuizione giusta, la lega tipografica di piombo,antimonio e stagno usata per creare i caratteri grafici utili a sopportare la pressione esercitata nel procedimento di stampa dal torchio a vite derivato dalla pressa a vite impiegata per la produzione del vino, nasce così il primo libro al mondo stampato con la tecnica dei caratteri mobili , la famosa Bibbia latina del Gutenberg.
Ed e’ questa la vera invenzione , quei caratteri mobili che possono essere riutilizzati per formare altre pagine , grazie a questa innovazione in un giorno si riesce a stampare un intero libro, cosa invece che richiedeva un intero anno da parte di un frate amanuense che copiava a mano testi e codici antichi.
Aumenta così in modo esponenziale la produzione e divulgazione dei libri che , non essendo più appannaggio di pochi eletti , arrivano a formare e istruire l’intera società , anche nei ceti minori , incidendo in modo profondo sulla storia della cultura occidentale, poiché l’avvento della stampa a caratteri mobili segna il passaggio definitivo dalla cultura orale alla cultura alfabetica.
La circolazione esponenzialmente maggiore delle idee , delle tecniche , delle scienze, diventa il motore propulsivo di quello che possiamo definire come “era moderna” attraverso la meccanizzazione delle produzioni ,passando per la rivoluzione industriale dell’Ottocento fino ai giorni nostri.
Subiaco assume un ruolo di primo piano in tutto questo costrutto grazie all’arrivo da Magonza , più precisamente dalla bottega tipografica di Johannes Furst e Peter Schoffer ( allievi del Gutenberg…) , di due chierici di nome Conrad Sweynheim e Arnold Pannartz che nel 1464 raggiungono il monastero di Santa Scolastica e vi impiantano la prima tipografia in Italia in cambio di ospitalita’.
Nasce quindi tra il 1465 e il 1467 il primo libro stampato in Italia il ” De divinis intitutionibus adversus gentes” del Lattanzio a cui fanno subito seguito il ” De Oratore” di Cicerone e il ” De Civitate Dei ” di Sant’Agostino nel numero di 275 copie ognuno.
La novità che i due monaci introducono nella officina tipografica di Santa Scolastica e’ il carattere di stampa derivato dalla commistione delle stampe epigrafiche latine e semigotiche e che da quel momento sara’ denominato carattere ” Sublacense ” .
Dopo che i due monaci furono andati a Roma per impiantare una nuova tipografia , i benedettini di Subiaco continuarono e ampliarono l’attività tipografica ,tanto da diventare una delle più grandi realtà in Italia e in Europa , proseguendo quella che era stata l’opera amanuense di copiatura dei codici classici negli antichi scriptorium dei monasteri che venivano costruendosi prima e dopo l’anno mille.
Ma la storia racconta qualcosa di più rispetto a questo orgoglio tutto nostro ed ha una data ben precisa , il 1587 , quando , grazie ad una felice intuizione del Papa Sisto V , nasce a Subiaco il primo opificio per la produzione della carta che velocemente evolve in una cartiera famosa in Italia e all’estero per la sua carta pregiata.
Fu così che la fusione di intuizioni geniali daranno vita al felice connubio di inchiostro e carta che , dando vita reale alla parola, consegneranno alle generazioni future sapienza e civiltà fino ai giorni nostri e gloria al nostro territorio .
Purtroppo non riusciamo più a cogliere l’importanza di questo grande tesoro , non riusciamo più ad essere orgogliosi della nostra Storia , anzi le distrazioni e la superficialità con le quali riempiamo il nostro tempo sembra quasi invece ci facciano essere orgogliosi della nostra ignoranza , invece dovremmo trovare i momenti per tornare a raccontarci la “nostra” storia , a raccontarla ai nostri figli , magari dedicare uno o piu’ luoghi dove costituire un polo museale ( chi lo sa’ …magari proprio in quella storica Cartiera di Subiaco…) , che, attraverso un percorso storico ben definito , sappia ricordare a noi e raccontare ad altri la grandezza e unicita’ di questa vallata dell’Aniene non a caso definita ” VALLE SANTA”.