Colli di Monte Bove. Come da tradizione, il primo Maggio 2015 San Berardo ha varcato la soglia della abitazione del priore Giuseppe Simeoni rimanendovi per sei mesi. “Durante questo periodo -spiega il Priore stesso – il Santo viene venerato in giorni alterni della settimana, con il Santo rosario. Dopodiché il giorno tre Novembre ricorrenza della sua morte, lascerà questo luogo per arrivare in Chiesa dove verrà celebrato il vespro con l a cerimonia di passaggio al nuovo confratello che in questo caso e’ Antonio Berardini. Resterà nella sua abitazione per altri sei mesi, cioè’ fino a Maggio 2016. La settimana prima della Santa Pasqua verranno estratti i nuovi due confratelli che si impegneranno a organizzare la festa per Novembre 2016,e Maggio 2017. Un appuntamento dunque di fede e di suggestiva tradizione.
San Berardo nacque a Colli di Montebove nel 1079 dal conte Berardo e dalla di lui moglie Teodosia. Affidato in tenera età ai canonici della cattedrale dei Marsi, completò i suoi studi presso l’abbazia di Montecassino e successivamente fu chiamato da papa Pasquale II come suo stretto collaboratore. Il Pontefice, autore della Bolla che riorganizzò e ridefinì i confini territoriali della nostra Diocesi esattamente 900 anni fa, lo creò Cardinale e successivamente, nel 1109 lo elesse Vescovo di queste terre. L’opera di San Berardo fu molto meritoria poiché si adoperò per la moralizzazione dei costumi, soprattutto del clero locale, combatté la simonia e il concubinato e fu caritatevolmente sollecito nei confronti dei poveri. Fu il primo grande vescovo di questa Diocesi che governò con autorità e zelo pastorale fino alla morte, avvenuta il 3 novembre del 1130. Venne sepolto nella cattedrale di santa Sabina, presso l’antica Marruvium – attualmente San Benedetto – e nel 1361, col trasferimento della sede episcopale a Pescina, le sue reliquie vennero traslate nella nuova cattedrale di Santa Maria delle Grazie. Una prima ricognizione del corpo del santo venne fatta nel XIV secolo e successivamente se ne ebbero altre nei secoli XVIII e XIX, fino alla penultima del 1961 sotto l’episcopato di Mons. Domenico Valerii e il canonicato di mons. Antonio Ruscitti, allora parroco di Pescina. L’attuale ricognizione ha visto all’opera una commissione episcopale, presieduta dall’Ordinario Mons. Pietro Santoro, e formata da oltre trentacinque persone: tra cui l’attuale parroco di Santa Maria delle Grazie il canonico mons. Giovanni Venti, il cancelliere e responsabile delle reliquie della Diocesi Don Ennio Grossi, i medici Agostino Cerasani, Nicola Gallotti e Mario Properzi. Il corpo di San Berardo, dopo la ricognizione, è stato rivestito di nuovi abiti pontificali eseguiti dalla celebre sartoria ecclesiastica “Lavs”: la veste corale, le calze e lo zucchetto sono di colore rosso porpora ad indicare la sua dignità cardinalizia, il camice è di lino bianco e sopra di esso il Santo indossa la stola, la tonacella di colore rosso e la casula bianca di foggia medievale. Il capo è cinto dalla mitria. L’anello episcopale e il pastorale sono stati donati dal Vescovo Santoro.