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La vecchia ferrovia Subiaco-Mandela

Editoriale di Gian Luca Orlandi

Nelle pieghe della storia di Subiaco e del territorio dell’alta valle dell’Aniene un ricordo lontano e semisconosciuto racconta ciò che fu per un trent’ennio una ” fuga in avanti ” di sviluppo del territorio con la costruzione della linea ferroviaria Subiaco-Mandela , figlia del secolo della rivoluzione industriale , il primo esperimento ( e forse l’unico…) di evoluzione del territorio rurale dell’Alta valle dell’Aniene . Nel racconto popolare la ferrovia fu chiusa per portarla nei territori delle colonie d’Africa , ma la realtà ( come descritto nell’articolo ) è molto più prosaica.
” Dal XX secolo la cittadina di Subiaco si arricchisce di nuove strutture che migliorarono il tenore di vita dei sublacensi: fu impiantata una nuova centrale idroelettrica sfruttando le acque dell’Aniene, fu eretto un ospedale civile e venne costruito un nuovo acquedotto.
E si inizò a parlare di un collegamento ferroviario che permettesse di raggiungere rapidamente Roma ed il resto d’Italia.
Venne costituita nel 1898, a cura della ditta Alarico Patti, la Società Anonima per la Ferrovia Mandela – Subiaco che rilevò dagli eredi Baccelli la concessione per la costruzione di una linea ferroviaria a scartamento normale da Subiaco alla stazione di Mandela, posta sulla linea Roma – Sulmona. Il progetto della Società prevede anche l’elettrificazione della linea, sfruttando le acque del vicino fiume Aniene per la produzione di energia elettrica da una centrale elettrica a servizio della ferrovia.
Il progetto, sicuramente innovativo per l’epoca, non ebbe seguito, anche se nel 1899 iniziarono comunque i lavori di realizzazione della ferrovia, lavori che procedono celermente, tanto che il 31/12/1900 la prima locomotiva a vapore percorre la linea ed il 02/02/1901 può iniziare il pre-esercizio sui circa 23 Km di percorso.
Il 19/03/1901 la linea viene ufficialmente aperta al pubblico e per l’occasione l’amministrazione comunale di Subiaco offrì un ricco banchetto. La ferrovia soppiantò rapidamente le vecchie e lente diligenze a cavalli, avendo sin da subito un grande successo. Lungo il percorso si incontravano 5 stazioni (Mandela, Anticoli Roviano, Marano Agosta, Rocca Canterano – Cervara – Canterano, Subiaco) ed una fermata (Agosta). Il materiale rotabile era composto da 4 locotender a 3 assi, 4 vetture di 3^Classe, 3 vetture di 2 ^ Classe, 5 vetture di 1^ e 2^ Classe, 3 bagagliai postali ed alcuni carri merci. Il 7/07/1901 per far fronte all’aumento del traffico, essenzialmente di turisti, vengono istituiti dei treni straordinari nei giorni festivi da Subiaco a Roma e viceversa.
Sono anni di splendore per la linea, e la stessa città di Subiaco è al centro delle attenzioni dei progettisti ferroviari, tanto che nel 1910 la SFV, concessionaria della linea ferroviaria Roma – Fiuggi – Alatri, aveva in progetto una diramazione Olevano Romano – Subiaco – Segni. Il periodo di splendore però è destinato a durare ben poco e già dopo la prima guerra mondiale la Mandela – Subiaco inizia a mostrare i primi segni di crisi, dovuti sia al fatto che oltre Subiaco la ferrovia non serviva gli altri centri della zona ed alla mancanza di collegamenti diretti con Roma e Sulmona (sempre negati dalle FS).
Negli anni ’20 però viene presentato un progetto per realizzare una linea da Velletri a Subiaco che unitamente al potenziamento della linea proveniente da Mandela avrebbe potuto permettere la realizzazione di un collegamento diretto con Sulmona.
Sebbene fossero solo 33 i Km da realizzare il progetto non venne mai portato avanti: difficoltà di percorso e spese eccessive a fronte di una linea dall’incerta utenza scoraggiarono le FS dall’intraprendere i lavori.
Il 28/10/1928 viene elettrificata alla tensione di 10 Kv 45 Hz la tratta Roma Prenestina – Tivoli, e la stazione di Mandela vede le nuove locomotive elettriche, appositamente pensate per la linea Roma – Sulmona: E472, E 470, E 570 .
Il progetto non riguarda la ferrovia per Subiaco, la cui crisi è sempre più evidente, con un traffico passeggeri e merci sempre più in calo. La decisione di non elettrificare la linea e di non autorizzare servizi diretti con Roma o con Sulmona decretò di fatto la condanna della linea, ormai ridotta ad un tronco fine a se stesso. Il 10/12/1933 con la sospensione del servizio ferroviario dopo appena 32 anni di esercizio, viene scritta la parola fine sulla linea, che verrà rapidamente smantellata e rapidamente dimenticata.
I collegamenti tra Subiaco e Mandela vengono assicurati mediante 5 coppie di corse automobilistiche sostitutive. Nel corso degli anni, visto l’interesse turistico che riscuote la città di Subiaco, sono stati fatti progetti di ripristino,tutti rimasti sulla carta.
La storia della Mandela – Subiaco però finirà solo nel 2005 quando l’agenzia del demanio metterà in vendita tratti dell’ex sedime ferroviario, dopo oltre 70 anni dalla chiusura. “
( fonte : www.ilmondideitreni.it )
Causa economica quindi e non politica la fine della ferrovia , stessa risposta per chi vedrebbe bene ancora oggi un progetto di ricostruzione della linea ferroviaria , considerando che i costi di aggirano intorno ai 5 milioni di euro per km …
Oggi al contrario sarebbe utile ripensare ad un ampliamento e messa in sicurezza della via Sublacense e , aggiungo non per raggiungere più velocemente Roma , ma per agevolare l’arrivo di turisti nel nostro territorio , il turismo ( e la cultura…) come vero motore di ripresa di Subiaco e del territorio .