“Serve gradualità, perché la tutela dell’ambiente è fondamentale, ma lo è altrettanto quella di tutti i posti di lavoro che in Italia e in Europa ruotano attorno al settore”, ha dichiarato Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte. Gli fa eco Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo, che ha aggiunto: “Da parte nostra, attraverso questa alleanza strategica, chiediamo di tenere in maggiore considerazione le richieste d’aiuto che arrivano dalle imprese del territorio e di accompagnare questa transizione con misure concrete”.
Nel suo intervento in aula, l’assessore allo Sviluppo economico della Lombardia, Guido Guidesi, ha chiesto “neutralità tecnologica così che il raggiungimento degli obiettivi ambientali vada di pari passo con la tutela del lavoro e dello sviluppo”. Infine, il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha sottolineato che l’Alleanza “non solo unisce territori accomunati dagli stessi obiettivi e preoccupazioni, ma vuole evitare che alcune regioni possano subire gravi conseguenze sociali ed economiche dovute alla transizione verso una mobilità meno inquinante”.
“Nella nostra regione si sta lavorando gia’ da tempo per fare in modo che il motore termico possa evolversi ed essere compatibile con forme di energia alternative. Ma sono processi che richiedono tempo, proprio per questo parliamo di ‘transizione ecologica’”, ha aggiunto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, membro del gruppo interregionale del Comitato delle Regioni per il futuro dell’industria automobilistica e neoeletto presidente della delegazione italiana presso il Comitato, dopo il lancio della Alleanza europea per sostenere una transizione verde ed equa dell’industria automobilistica. “Serve gradualita’, perche’ la tutela dell’ambiente e’ fondamentale, ma lo e’ altrettanto quella di tutti i posti di lavoro che in Italia e in Europa ruotano attorno al settore”, ha aggiunto Cirio. “Per questo motivo abbiamo convintamente aderito all’iniziativa europea Automotive Alliance e siamo felici di collaborare con altre regioni europee per il futuro del settore automotive”, ha concluso.
“Come gruppo dei conservatori e riformisti europei, crediamo che la proposta della Commissione europea di eliminare i motori a combustione per le nuove autovetture e il conseguente passaggio all’elettrico entro il 2035 rischi di travolgere la filiera automobilistica e con essa la crescita economica delle singole regioni”. E’ la posizione espressa dal presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, intervenuto al dibattito sulla proposta di ‘Alleanza delle Regioni a difesa del settore automotive’ nel corso della sessione plenaria del Comitato europeo delle regioni, tornata a riunirsi questo pomeriggio a Bruxelles.
“Se la perentorietà di questo termine venisse confermata, esporrebbe l’intero settore al rischio di perdere migliaia di posti di lavoro- ha aggiunto Marsilio- Per questo ci auguriamo che il Consiglio possa modificare in maniera significativa la proposta della Commissione. Non possiamo passare dalla dipendenza dal gas e del petrolio russo, dalla quale ci stiamo faticosamente liberando, per affidarci al capriccio di Paesi ostili, o comunque inaffidabili, come la Cina che monopolizzano il mercato delle batterie elettriche, dai quali già dipendiamo per microchip e semiconduttori che sono oggi principale motivo di blocco delle attività produttive”.
“E’ la prima volta che sono a Bruxelles per rappresentare l’Umbria nel Comitato delle Regioni, ritengo importante per una regione come la nostra sicuramente farne parte e credo che sia assolutamente fondamentale il ruolo delle regioni all’interno delle politiche dell’Unione europea”. Lo ha detto la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, a margine della plenaria. “Noi rappresentiamo una regione in transizione, per cui abbiamo anche delle istanze proprie”, rappresentando anche “il cuore verde d’Italia”. Al riguardo, ha segnalato Tesei, “siamo perfettamente in linea con le politiche della transizione ecologica, della sostenibilità, tutte politiche che stiamo applicando all’interno della nostra Regione”. Sull’utilizzo dei fondi europei “l’Umbria sta andando avanti molto bene sulle risorse destinate alle infrastrutture materiali, ma naturalmente un tema fondamentale anche quello del digitale, della banda ultralarga, che deve arrivare in tutti i nostri territori – ha segnalato Tesei -. L’Umbria è una terra che ha molti bellissimi borghi, però disseminati in un territorio, dove è possibile vivere e dove non solo è possibile fare una vacanza straordinaria, ma anche uno stile di vita, per cui sicuramente l’infrastruttura digitale è fondamentale, per consentire di venire a vivere in Umbria ad investire e anche a lavorare nella nostra regione”.
“Abbiamo speso gia’ tanto e siamo consapevoli che i prossimi anni ci vedranno maggiormente impegnati anche per l’utilizzo del Pnrr che non puo’ mantenere la scadenza del 2026: sarebbe per le Regioni del Sud Italia una preziosa opportunità persa. Le difficolta’ dei Comuni, degli enti locali anche in termini di personale tecnico e soprattutto la nuova economia di guerra che non era stata immaginata al momento del varo del Pnrr debbono imporre una rivisitazione delle scadenze e se possibile una semplificazione delle procedure”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, parlando con i giornalisti a Bruxelles a margine della plenaria. “Siamo fermamente convinti che le regioni del Sud Italia, sostanzialmente tutti i Sud dell’Europa, abbiano bisogno di cogliere questa opportunita’ finanziaria, che non e’ tutto denaro gratis, ma è anche denaro in prestito, per realizzare le piccole e le medie infrastrutture perche’ per le grandi occorre un margine di tempo che neppure la proroga di scadenza al 2028 potrebbe consentire”, ha specificato Musumeci. “Sui fondi europei, quelli ordinari di programmazione, non abbiamo restituito un solo centesimo a Bruxelles: negli anni della mia amministrazione dal 2018 a oggi abbiamo certificato 2 miliardi di risorse. Ne avevamo trovate, per i quattro anni precedenti, 7,5 milioni registrate. Questo da’ l’idea”, ha ricordato il presidente siciliano. “E’ chiaro che le risorse non mancano, ma servono i progetti. Per fare i progetti serve una struttura burocratica adeguata, figlia del digitale, sufficientemente motivata”, ha precisato ancora. “In sicilia non si fanno assunzioni dal 1991, abbiamo finalmente sbloccato questa condizione di stallo. Stiamo lavorando con una programmazione, una progettazione e la capacita’ di aprire i cantieri. Siamo ottimisti, anche se le grandi infrastrutture dipendono dallo Stato”, ha evidenziato Musumeci che poi è tornato ad sottolineare la stretegicità del tema dell’insularità. “E’ con legittimo orgoglio, senza superbia per carità, che rivendico alla nostra Regione, al nostro governo, il merito di avere posto al Governo e al Parlamento nazionale il tema della insularità, troppo spesso trascurato nelle politiche degli Stati membri e nella politica della Unione europea”, ha detto Musumeci, interpellato a margine della plenaria del Comitato delle Regioni a Bruxelles sul via libera ieri in commissione Affari costituzionali della Camera al mandato al relatore perché riferisca in Aula sulla proposta di legge costituzionale per il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall’insularità. “Vivere in Sicilia, dicono i numeri, costa ogni anno 6 miliardi e mezzo circa in più”, ha sottolineato Musumeci. “L’insularità è un fatto romantico, è un fatto suggestivo, ma dal punto di vista socioeconomico diventa anche un grossissimo peso per i limiti che subisce l’attività quotidiana oltre che l’attività delle imprese. Come superare questo handicap questa diseconomia forte credo che sia la domanda che noi poniamo al Governo italiano, agli Stati membri e soprattutto alla Commissione perché finalmente si affronti questo tema in termini seri e concreti”.
“Se le procedure per il ponte di Genova fossero state consentite anche alle Regioni del Sud Italia noi di ponti ne avremmo ricostruito decine, e non soltanto ponti. Si corre il rischio di immaginare l’Italia ancora divisa fra Nord e Sud, fra figli e figliastri”., ha poi aggiunto il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, sempre a margine della plenaria del Comitato europeo delle Regioni, lanciando anche un allarme sui tempi stretti del Pnrr: “Serve che Roma e Bruxelles si rendano conto della necessità di semplificare le procedure: non è possibile avere un fiume di denaro che ti passa davanti e non potere attingere neanche per un sorso d’acqua perché ti manca il bicchiere, perché ti manca la possibilità di bere”. “Il Piano nazionale di Ripresa e resilienza non può mantenere la scadenza del 2026. Sarebbe per le regioni del Sud Italia una preziosa opportunità persa”, è stato l’appello di Musumeci. “Le difficoltà dei comuni, degli enti locali, anche in termini di personale tecnico e soprattutto la nuova economia di guerra che non era stata immaginate al momento del varo del Pnrr debbono imporre una rivisitazione delle scadenze e se possibile una semplificazione delle procedure”, ha spiegato. Il presidente della Sicilia ha spiegato di aver lanciato questo allarme “anche da presidente della Commissione Intermediterranea, della Conferenza delle Regioni periferiche marittime: “Siamo fermamente convinti che le regioni del Sud Italia sostanzialmente tutti i Sud dell’Europa abbiano bisogno di cogliere questa opportunità finanziaria” per “realizzare le piccole e medie infrastrutture – ha spiegato – perché per le grandi infrastrutture occorre un margine di tempo che neppure la proroga della scadenza al 2028 potrebbe consentire, ma sarebbe già sufficiente lavorare sulle medie infrastrutture, sulla qualità dei servizi, sulla digitalizzazione sulla fibra, che va portata anche nelle aree più recondite dell’Interno proprio perché il processo di crescita passa attraverso la competitività dei territori”. “Dei fondi europei ordinari di programmazione non abbiamo restituito un solo centesimo a Bruxelles”, ha poi rivendicato il presidente della Sicilia interpellato su come stia procedendo l’utilizzo appunto dei fondi di Bruxelles. “Negli anni della mia amministrazione dal 2018 ad oggi abbiamo certificato due miliardi e 300 milioni di euro di risorse”, ha concluso.
“Le Regioni del Sud, anche in relazione al mutato assetto geopolitico dopo l’esplosione della guerra in Ucraina, possono essere l’hub dell’Europa sul Mediterraneo”. Così il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, intervistato all’interno di Start, su SkyTg24. “Il Mediterraneo – ha aggiunto – è diventato l’epicentro del traffico delle merci, sarà il luogo nel quale si dovrà produrre energia per l’Europa, sarà il luogo nel quale cresceranno di più le economia. Calabria e Sicilia possono essere strategiche, e sarebbe utile che il governo investisse nelle infrastrutture, come il porto di Gioia Tauro, come l’Alta velocità, come il Ponte sullo Stretto di Messina, per fare di queste Regioni davvero un’opportunità per il Paese e per l’Europa”
Emissioni zero e accoglienza dei profighi ucraini sono altri due temi toccati dal Presidente della Regione Abruzzo. “Non possiamo certo pensare di portare a emissioni zero quei borghi antichi, presenti in tutta Europa, che rappresentano un richiamo per il turismo internazionale e soprattutto un riferimento identitario che non può essere snaturato”, ha spiegato Marco Marsilio. Analogo discorso vale per le costruzioni di un certo pregio artistico e monumentale, spesso caratterizzanti i centri storici, che costituiscono il valore aggiunto di città e piccoli paesi, che sarebbe assurdo sostituire con condomini moderni. Rimane, infine, la preoccupazione per la tempistica indicata, la mancanza di flessibilità delle misure per soddisfare gli standard minimi di prestazione energetica, il carattere stringente e prescrittivo di alcune disposizioni, oltre la mancata previsione di adeguati finanziamenti per sostenere tali attività”.
Un’alleanza per la ricostruzione dell’Ucraina, attraverso partnership e scambi di conoscenze con le città europee. E’ stata lanciata oggi durante la plenaria del Comitato europeo delle Regioni, durante un dibattito con rappresentanti locali ucraini. Fra questi sono arrivati a Bruxelles il sindaco di Irpin, Oleksandr Markushin, con la consigliera della città di Bucha, Irena Yarmolenko. Collegati da remoto il ministro per lo sviluppo delle comunità e dei territori dell’Ucraina, Oleksiy Chernyshov, e il sindaco di Kiev e presidente dell’Associazione delle città ucraine, Vitali Klitschko. L’alleanza aiuterà i comuni ucraini a ripristinare case, scuole e servizi distrutti dopo l’invasione russa del 24 febbraio.
“Le regioni svolgono un ruolo fondamentale che deve essere compreso e rispettato sia nell’ambito dei governi nazionali sia nel rapporto con l’Unione europea”. Così il presidente della regione Abruzzo Marco Marsilio in merito all’accoglienza dei profughi ucraini nelle regioni italiane. “In tutta l’Europa sono principalmente le città e le regioni che si occupano di ospitare, sfamare e dare una scuola ai bambini che sono arrivati dall’Ucraina”, dichiara Marsilio. “Porto la testimonianza della mia regione dove abbiamo migliaia di persone provenienti dall’Ucraina che sono alloggiati negli alberghi- continua Marsilio-Come regione abbiamo dovuto anticipare i soldi perché il governo nazionale ancora non provvede a destinarci i fondi necessari”.
La Plenaria del Comitato delle Regioni dell’Unione europea ha, tra l’altro, confermato Enzo Bianco nel Bureau e lo ha contestualmente eletto alla vicepresidenza. Bianco, inoltre, sarà per i prossimi due anni e mezzo.