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L’ANPI dell’Aquila per i Nove Martiri aquilani

Essere giovani non è facile. Non bisogna credere a narrazioni smielate e retoriche.

Essere giovani conferisce responsabilità enormi, vuol dire essere custodi del futuro, vuol dire scegliere come andranno le cose in futuro, significa diventare uomini e donne consapevoli, coscienti, responsabili. Essere giovani vuol dire battersi, farsi valere, contrastare, smontare e costruire, migliorare il presente.

Per essere giovani ci vuole coraggio, e questo compito è entusiasmante per coloro che hanno il cuore ardente di un desiderio, che credono in un sogno.

Oggi ricordiamo Nove Giovinetti che hanno avuto il coraggio di scegliere una parte, di dare la vita per il loro sogno di libertà, di pace e di giustizia.

Era il 1943: dopo l’armistizio dell’8 settembre i tedeschi diventano occupanti e scatenano una dura repressione chiunque osi resistere. Allora nasce il movimento partigiano: uomini e donne, per lo più giovani, che non accettano la dittatura nazifascista e decidono di lottare per la libertà.

Anche L’Aquila un gruppo di ragazzi si organizza contro le truppe naziste. Non erano soldati professionisti, ma ragazzi con il sogno di vivere in un’Italia libera.

Il 23 settembre del 1943, catturati a Collebrincioni dopo uno scontro a fuoco, furono condotti alla caserma Pasquali, costretti a scavarsi la fossa e fucilati.

Questi nove giovani, quei Nove Martiri, giovani lo saranno per sempre. E ancora adesso ci parlano invitandoci a ricordarli, onorarli ed imitarli.

Perché il loro sacrificio non richiede mausolei o commemorazioni sterili, ma ci impone di averli ad esempio: questo tempo turbolento – fra le grida di guerra, le esplosioni delle bombe, il riecheggiare delle ingiustizie e intentativi di revanscismo, la criminalizzazione delle manifestazioni – è il tempo dei giovani. Del contrasto, del desiderio di smontare, resistere e ricostruire.

È per questo che bisogna scendere in pazza per la pace, per il clima, per i diritti dei più deboli, per ogni ideale che vive nei nostri cuori perché questo tempo ha bisogno di giovani disposti a giocarsi tutto per ciò che di più prezioso esiste: i propri ideali.

Loro hanno difeso la nostra libertà, abbattuto la frenesia omicida e distruttiva del fascismo, costruito la nostra democrazia: ora siamo noi a dover scegliere.

81 anni fa, i Nove Martiri scelsero di morire per la nostra libertà, altri scelsero di stare dalla parte della dittatura nazifascista, altri restarono indifferenti.

La domanda che oggi questi nove ragazzi ci fanno è una sola: noi da che parte vogliamo stare?

 

L’Aquila 23 settembre 2024