Lazio tutto esaurito, Abruzzo deserto assoluto: serve un cambio di passo
I blocchi regionali ancora perduranti stanno segnando l'economia della Piana del Cavaliere.
Redazione – Due regioni contigue, due situazioni completamente diverse, diametralmente opposte. E la domenica primaverile di fine febbraio si conclude così con un Lazio da tutto esaurito, con eccezione dei tre comuni posti in zona rossa per l’aumento dei contagi. Ma con un Abruzzo tutto deserto nella zona arancione scuro, poichè l’ordinanza di ieri vieta anche stazionamenti e qualsiasi forma di assembramento nelle piazze o luoghi pubblici.
Una situazione paradossale quella di ieri, che ha visto tagliata in due anche la A24 movimentata come non mai da Roma est e Vicovaro e con un proseguo assolutamente deserto. Nel vicino Abruzzo a partire da Carsoli-Oricola, infatti non ci si sposta nemmeno tra comuni. Quindi non si può nemmeno andare a Marsia. Ristoranti chiusi così come i bar per le tipiche regole dell’arancione.
Ma se a 10 km da Carsoli ad esempio, e siamo ad Arsoli contagi zero, ci si può permettere questo lusso come da foto a fianco il rischio di nuovi focolai o infezioni non è comunque presente?
Una giornata splendida, vissuta secondo la legge del colore giallo nel Lazio: quindi come già detto ristoranti pieni.
In Abruzzo è rimasto solo il sole e temperature gradevolissime, qualche passeggiata ma solo dove si abita.
“Il Blocco regionale – commenta un imprenditore del carseolano – così perdurante sta devastando il territorio della Piana del Cavaliere che come noto vive di flussi provenienti dal Lazio e non ha alcun vantaggio da parte del turismo abruzzese che è molto scarso in queste zone. Il blocco ha tagliato ogni forma di economia per determinate attività produttive, che anche in giallo hanno dovuto fare i conti con questi assurdi blocchi che rendono da una parte il deserto e dall’altra assembramenti di gente ammassata ovunque, è ora di dire basta a questo sistema ed è ora che la Piana del Cavaliere faccia quadrato e si inizi a ragionare anche in base alle esigenze dei territori, rispettando le regole ma facendo vivere le persone. Con il voler salvaguardare la salute di alcuni si uccidono molti altri in altre forme, che sia chiaro”.