L’Azione Cattolica di Carsoli al convento di San Francesco per una giornata di riflessione sul tema della pace
Don Roberto: “La pace è un impegno”; il parroco ha sviscerato il messaggio del papa nei suoi punti centrali. L’incontro si è concluso con un banchetto dalle suore del Santo Volto
Carsoli – Il freddo e le possibili nevicate in vista non hanno fermato il gruppo dell’Azione Cattolica di Carsoli, che nella mattinata di sabato 21 gennaio si è riunito nel convento di San Francesco, appartenente alla parrocchia di Poggio Cinolfo, per approfondire il tema della pace. Nonostante le basse temperature, la voglia di esserci era tanta e molte associate hanno partecipato, insieme al parroco don Roberto Cristofaro, che ha contribuito alla buona riuscita dell’incontro, accolti dalla calorosa ospitalità delle suore Riparatrici del Santo Volto. Gennaio è il mese della Pace e l’Azione Cattolica celebra ogni anno questa ricorrenza, che quest’anno si concluderà domenica 29 con l’attesa “Marcia per la pace” ad Avezzano.
Una giornata, dunque, ricca di entusiasmo e convivialità, con un intervento magistrale del parroco don Roberto che, rileggendo il messaggio del papa del 1° gennaio per la Giornata mondiale della Pace, ne ha sviscerato i punti centrali con esattezza e profondità e colto spunti di riflessione su un tema oggi sempre più urgente, insieme a tutto il gruppo di AC.
L’incontro si è aperto con l’introduzione del presidente Gianni Zazza che, citando anche lui il messaggio del pontefice, ha ricordato che la pace non è fatta solo di “belle parole”, ma anche e soprattutto di fatti e azioni concrete. La pace non è solo quella mondiale, ma quella che dobbiamo sforzarci di perseguire ogni giorno nei nostri rapporti personali, lavorativi, sociali. “La pace, prima che traguardo, è cammino. E per giunta, cammino in salita. Ha le sue tabelle di marcia e i suoi ritmi. I suoi percorsi preferenziali e i sui tempi tecnici. I suoi rallentamenti e le sue accelerazioni. Forse anche le sue soste”, come ha detto il presidente citando don Tonino Bello (tratto da “Alla finestra la speranza” ed. Paoline, ndr). La pace, allora, si può trovare soltanto mettendosi in cammino.
“La pace è un impegno ̶ spiega don Roberto ̶ e ognuno deve fare la propria parte; è quella che abbiamo anzitutto intorno e dentro di noi e che dobbiamo sforzarci di perseguire. Ma non basta. Ci vuole qualcosa di più, ci vuole la preghiera”.
Dal 1968, quando fu istituita da Paolo VI la Giornata Mondiale della Pace, ogni anno il papa sceglie un tema che invita alla riflessione. Quest’anno papa Francesco ha voluto connetterlo al post Covid, prendendo spunto dai due anni di pandemia e da ciò che tutto il mondo ha vissuto. Papa Bergoglio, nel suo messaggio sulla pace, ha scelto un versetto biblico tratto dalla Prima Lettera ai Tessalonicesi:
«Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte» (Prima Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi 5,1-2)
Un versetto estrapolato prima ancora da quel fatidico 27 marzo 2020, quando il pontefice, solo in piazza San Pietro, sotto la pioggia, in un silenzio assordante, lanciò il suo grido: “Dio, non lasciarci in mezzo alla tempesta”. Il titolo del suo messaggio è “Nessuno si salva da solo”: Bergoglio invita, cioè, a fare comunione perché da soli non possiamo andare da nessuna parte. Nessuno si salva da solo, ci si salva insieme.
Cosa significa che il Signore viene “come un ladro di notte”? “Significa che non avvisa – spiega il parroco don Roberto ̶ : ciò non vuol dire non curarsi più delle cose del mondo, ma al contrario significa farci trovare fedeli ai nostri impegni: nel matrimonio, nel lavoro, nella famiglia, nelle relazioni sociali. Il cristiano non è colui che fugge dal mondo, ma colui che lo affronta e lo vive nell’impegno fino alla fine, cercando di restituirlo migliore di come lo ha trovato”.
L’incontro è terminato con un momento di condivisione, in cui ognuno ha esposto il proprio punto di vista con domande, dubbi, testimonianze legate a problematiche attuali, non solo alla famiglia e alla sfera privata ma anche alle relazioni esterne, alla vita sociale e comunitaria.
Le suore del Santo Volto hanno poi allestito un banchetto in grande stile a chiusura della bellissima giornata trascorsa all’insegna della condivisione, nella quale ogni associato ne è uscito arricchito e con maggiore entusiasmo per portare al mondo il proprio messaggio di pace.