Un tempo l’arrivo della primavera ovvero l’equinozio di primavera era motivo di grande festa. Ostara, detta anche Eostar (molto simile a Easter, non a caso “Pasqua” in Inglese), ma anche Eostre ed Eastre, una festa di origine germaniche che costituisce uno degli otto sabba pagani. A livello astronomico, l’equinozio di primavera (dal latino “equi-nox”, ovvero “notte uguale al giorno”, intendendone la durata), cade il 20 e il 21 marzo. In questo giorno, il Sole sorge quasi esattamente ad est e tramonta quasi esattamente ad ovest. Questo evento naturale era nell’antichità altamente simbolico, tanto che venne dedicato alla dea Eostre, patrona della fertilità, a cui corrispondevano le figure divine di Estia in Grecia e di Vesta nell’Impero Romano.
La festa di Ostara celebrava il ritorno alla vita della natura, grazie al Sole che man mano diventa più forte e resta più a lungo nel cielo, e permette alle piante di germogliare. A livello simbolico, Ostara, l’Equinozio di Primavera, è per tutti il momento in cui si esce dall’interiorità del lungo inverno e avviene il primo incontro con l’Altro, con l’avventura e la magia della scoperta di ciò che non è noi, con l’innamoramento e la trasformazione. E’ il primo incrociarsi degli sguardi, il sorriso che scaturisce, la luce di quello che è già un nuovo mondo. E’ il momento adatto per aprirsi ai sentimenti e viverli nella loro totalità, per rinascere con la Natura e fondersi con la Madre Terra, celebrarla e gioire della Vita che sboccia e si manifesta in tutte le sue forme.
Alle cinque e mezzo del mattino di oggi domenica 20 marzo 2016 c’è stato l’equinozio di primavera, l’evento astronomico che corrisponde per l’appunto all’inizio della primavera. Anche quest’anno infatti l’equinozio di primavera è arrivato un giorno prima del 21 marzo, il giorno tradizionalmente considerato data d’inizio della primavera. Tutto cio’ trae origine dalla rivoluzione terrestre, e non cade ogni anno nello stesso giorno: solo convenzionalmente si ritiene il 21 così come trimestralmente per le altre stagioni.
Ma ciò è frutto di una mera tradizione culturale che è la conseguenza di un evento astronomico ben preciso che capita quattro volte nel corso dell’anno: agli equinozi (due) e ai solstizi (altri due), istanti precisi che la costruzione dei nostri calendari “muove” nell’arco di alcune decine di ore ogni anno. Durante tutto questo secolo l’equinozio sarà il 20 marzo, con qualche eccezione per il 19 (nella tarda serata). La primavera astronomica tornerà a cominciare il 21 marzo solo nel 2102.
Autunno e Primavera iniziano nel giorno dell’equinozio, ovvero della uguale lunghezza di notte e giorno (che poi non lo è esattamente per una serie di variabili, ed è diversa alle diverse latitudini). Estate e Inverno iniziano invece nel giorno del solstizio, nel quale le ore di luce sono rispettivamente al loro massimo o al loro minimo. A loro volta, equinozi e solstizi (e durate del giorno e della notte) sono determinati dalla posizione della Terra nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole. L’equinozio corrisponde ai momento in cui il piano dell’equatore celeste (la proiezione dell’equatore sulla sfera celeste) e quello dell’eclittica (il percorso apparente del sole nel cielo) si intersecano. Al solstizio invece sono massimamente distanti, e il Sole a mezzogiorno è alla massima o minima altezza rispetto all’orizzonte.
L’equinozio di primavera è un giorno magico, che riesce ad infondere quella voglia di stare all’aria aperta, di apprezzare cio’ che ci circonda. La giornata odierna per climatologia riassume tutte le condizioni ideali per l’equinozio di primavera, clima molto mite, un sole splendente che preannuncia l’arrivo della bella stagione, quella della libertà di muoversi e del risveglio dei sensi.