Lite all’ufficio postale di Tivoli, nuovo metodo per prendere il biglietto di prenotazione. Più semplice saltare la fila.
Tivoli. Il primo di ogni mese, come in tutti gli uffici postali, anche a Tivoli è possibile ritirare le pensioni. L’ufficio apre alle 8.30 del mattino e ci si alza presto per mettersi in fila prima dell’apertura degli sportelli ma anche chi arriva con soddisfazione all’entrata delle poste alle 7.00 si vede arrivare, uno dopo l’altro, persone con un biglietto già numerato in mano. Accade che per facilitare la coda esterna agli uffici, le ASL o l’INPS, suggeriscono all’ignaro mattutino di recarsi presso un bar a 500 mt. circa ,come fosse una succursale delle poste, dove ad attendere c’è una signora munita di uno di quei blocchetti per le riffe che consegna il foglietto con il numero della fila (sempre esterna). Alla richiesta di spiegazioni chieste a pensone in file presso l’ufficio postale, queste rispondono che la signora in questione comincia a consegnare i numeri dalle quattro di mattina fuori dal bar e qualche volta, chi ne è a conoscenza, può recarsi la sera prima presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Tivoli, per ricevere il biglietto numerato per il giorno dopo. All’apertura dell’ufficio, un’impiegata si avvicina alla macchinetta dell’ufficio postale che tira fuori i numeri ed impedisce a chiunque di avvicinarvisi perché il biglietto deve essere consegnato da lei in cambio di quello preso al bar o al Pronto Soccorso. Il primo di settembre, tra la calca all’interno dell’ufficio per aspettare la distribuzione dei biglietti da parte dell’impiegata, un ragazzo in fila per altri motivi, vistosi negata la possibilità di prendere il biglietto per la fila riservata ai correntisti, ha perso la pazienza ed ha cercato di sollevare con la forza l’impiegata che non mollava la sua postazione davanti alla macchinetta, sentendosi rispondere “Chiamo i carabinieri”. Molte persone che non conoscono questa “prassi” aspettano fiduciose di entrare e si ritrovano senza la possibilità di mettersi in fila. Altre che, disabili, si sono fatte accompagnare con la macchina fin davanti agli uffici, rimangono a protestare frequentemente (ed il più delle volte rimangono inascoltate) perché non possono recarsi al bar – succursale – dell’ufficio postale.
Gaia Matronola