Il Circuito Necropoli Portuense – Drugstore Museum nasce per valorizzare un importante nucleo di Beni Culturali dislocati nell’area portuense. Una valorizzazione che vuole essere un contributo alla rigenerazione urbana e alla riqualificazione di questa parte della periferia storica di Roma. La caratteristica principale del Museo che non c’era è data dal suo equilibrato mix di archeologia e architettura novecentesca. Il Drugstore Museum si pone come luogo di contaminazione tra antico e moderno, spazio di narrazione dei paesaggi storici e della tutela del Patrimonio Culturale, museo per la valorizzazione della cultura materiale e immateriale contemporanea, attraverso le arti applicate, il design, le produzioni industriali del XX secolo, il patrimonio demoetnoantropologico. Il nuovo museo si caratterizzerà dunque con due volti, facce però della stessa medaglia: da un lato, il racconto storico del territorio e della città antica, attraverso i monumenti archeologici; dall’altro, con mostre, eventi, incontri, corsi incentrati sulla memoria novecentesca e sul Patrimonio Culturale di Roma.
Il Drugstore Museum è dotato di un magazzino dove si conservano i reperti provenienti dagli scavi di archeologia preventiva del Municipio XI. Ancora privo di un percorso espositivo e di apparati didattici, il museo, dal 2020, è parte integrante del Circuito Necropoli Portuense – Drugstore Museum, costituito, oltre che dal museo stesso, dalla Tomba di Via Ravizza e delle aree archeologiche di Pozzo Pantaleo e Vigna Pia. Il Drugstore Museum si trova nel piano commerciale dello stabile al 317 di Via Portuense. Al momento di costruzione del palazzo (1967), furono rinvenuti alcuni sepolcri imperiali della necropoli Portuense, che si decise di conservare inglobati nel basement dell’immobile. Negli anni Ottanta i monumenti furono oggetto di un pionieristico tentativo di valorizzazione, integrandoli in quello che fu il primo drugstore d’Italia. Fallito il Drugstore negli anni Novanta, la necropoli ridivenne inaccessibile fino al 2005, quando si stipulò un accordo con la Soprintendenza Archeologica di Roma per trasformare l’area in un museo di proprietà demaniale. Tra il 2006 e il 2015 sono stati realizzati importanti restauri e adeguamenti funzionali della struttura. Alla fine di dicembre 2019, con un intervento di urgenza, la SSABAP-RM ha ripristinato la piena funzionalità del museo. L’intervento è stato l’occasione per ripensare a fondo la mission del museo, arricchendola con prospettive contemporanee e olistiche, in linea con le recenti riforme del MIC.
Il Drugstore Museum è oggi a ingresso libero e il piano di fruizione è in fase di elaborazione. Il nuovo assetto museografico e la mission immaginata richiedono duttilità gestionale e continua interazione con i cittadini, i residenti, le associazioni e le istituzioni locali. Il modello che si propone è quello dell’Archeologia e dell’Arte Pubblica.