Vicovaro – Leggere oggi Padre Rotondi. L’uomo del «Sì» – una biografia di Padre Virginio Rotondi scritta da Imelda Leone e uscita nel 1995 per le Edizioni San Paolo – significa anzitutto confrontarsi con un tipo di contesto (editoriale e culturale in genere) che oggi, quasi trent’anni dopo, può apparire lontano, se non superato. La ricchezza di informazioni fornite e il tono appassionato la rendono tuttavia un documento preziosissimo per conoscere, almeno a un primo livello, l’azione e la vicenda del gesuita vicovarese.
Il consiglio che ci si sente di dare, perciò, è di approcciarsi a questo testo ricollocandolo nella sua dimensione naturale: non solo trent’anni fa, ma soprattutto calato nell’intenzione ideologica di sposare categoricamente alcune opinioni che oggi verrebbero quantomeno discusse; come quelle sull’aborto e i contraccettivi. Bisogna perciò leggere tenendo ben presente il punto di vista di chi scrive – un punto di vista innanzitutto cristiano e ecclesiastico. Il ritratto di Rotondi è dunque tanto appassionato quanto organizzato secondo un meccanismo che potremmo definire “parabolare”, che mira a rappresentare in brevi capitoli gli episodi salienti della vita del protagonista e di proporli momenti edificanti, all’interno di una precisa Weltanschauung.
Ripulito il testo da questa veste un po’ retorica – che comunque appartiene al testo e al pensiero che l’ha partorito, e in quanto tale va accolta, per quanto sia lecito criticarla – L’uomo del «Sì» diventa davvero occasione per conoscere un protagonista della storia della Chiesa recente, soprattutto in termini di proselitismo e divulgazione.
La vita di Rotondi, infatti, cominciata nell’umile famiglia vicovarese, ha seguito una serie di tappe via via più sorprendenti riguardo, soprattutto, l’attenzione pubblica. A un carattere schietto e franco ha fatto seguito un’attività frenetica (e, a come ce la pone Leone, la vicenda rotondiana può leggersi proprio come impegno apostolico inarrestabile in dialettica con la consunzione del corpo e l’accettazione della malattia), affrontata secondo lo schema battagliero del linguaggio/ideologia gesuita – dalla fondazione del Movimento Oasi e dell’Ancilla Domini (che hanno portato Rotondi ben oltre i confini italiani, dalla Spagna al Brasile), fino ad arrivare all’impegno nei media, con le collaborazioni con giornali di rilievo nazionale (Il Tempo, Avvenire) o direttamente con la Rai, per una serie di iniziative di proselitismo “moderno”, tra cui la più nota Ascolta, si fa sera. Ma la forza oratoria e la determinazione di Rotondi lo hanno portato anche all’interno di episodi che potremmo definire storici, come nel caso dell’avvicinamento a Malaparte e Saragat, nei loro ultimi anni, oppure, soprattutto, del ruolo segreto di mediatore tra Pio XII, di cui era fido consigliere, e l’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.
Al di là delle opinioni condivisibili o meno, a livello personale e storico, insomma, Virginio Rotondi è un personaggio degno di essere scoperto dai cittadini d’Aniene, non solo per l’ascesa rapidissima e grande all’interno scenario pubblico, ma soprattutto come figura in grado di vivere la propria fede con intensità esistenziale ma anche con forte declinazione sociale, politica. E questo libro di Imelda Leone si presta ad essere, ad ora, il canale privilegiato per scoprirla.