Da diversi anni a questa parte anche l’Italia ha visto l’arrivo delle slot machine, tra le attrazioni più comuni dei grandi casinò americani. Era precisamente il 2004 quando le macchinette furono legalizzate sul territorio nostrano. Da allora sono stati spesi miliardi di Euro per esse e lo Stato è riuscito a trovarne giovamento incassando una percentuale dal fatturato generato dalle slot. Stando ai dati Istat e ADM, l’Italia figura tra le nazioni europee che più giocano alle slot. Il gioco non è comunque distribuito in maniera omogenea nello Stivale. Ci sono infatti alcune regioni in cui gli utenti sono più assidui e, di conseguenza, portano a un fatturato maggiore per le case da gioco.
Fatturato delle macchinette da bar in Italia
Che si tratti di macchinette da bar o di slot virtuali, il funzionamento dei giochi non cambia di molto e la spesa rimane consistente. Il fatturato delle slot machine in Italia riesce a influenzare l’economia dell’intero settore dell’intrattenimento. Dal 2018 al 2021 gli italiani hanno prodotto una spesa di più di 110 miliardi di Euro nel gioco d’azzardo, aumentando del 3,5% l’indotto registrato anni prima, che non raggiungeva nemmeno il centinaio di miliardi. Lo Stato ha ricavato da tutte queste attività oltre 11 miliardi, il 9,4% in più rispetto ai 3 anni precedenti. Le slot contribuiscono in maniera importante a questi dati. Si calcola infatti che gli italiani abbiano speso 10 miliardi solo nelle macchinette, che costituiscono l’attrazione che va per la maggiore, con una raccolta totale vicina ai 50 miliardi. L’assiduità dell’utenza non corrisponde però a una vasta conoscenza del mondo tecnologico: anche i giocatori più frequenti potrebbero ignorare il funzionamento specifico di una slot o diventare curiosi di scoprire cos’è l’RNG, che le governa solo in un secondo momento attraverso specifiche guide che si possono consultare online, pensando in primis esclusivamente a divertirsi. Le slot virtuali, tra l’altro, hanno il vantaggio di poter essere aggiornate e modificate più agevolmente rispetto ai cabinati classici, il che significa che l’offerta contenutistica e i palinsesti delle varie piattaforme possono mutare di continuo, risultando appetibili anche ai giocatori più esperti che hanno già sperimentato molteplici titoli. Le slot consentono all’Erario di raccogliere quasi i 2/3 del gettito totale destinato alle casse statali. Il 46% viene ricavato dalle comuni apparecchiature AWP, che a poco stanno per essere smantellate a favore delle VLT, che fatturano per il 17,3%.
Statistiche sulle macchinette da bar
In un’epoca in cui gli store digitali permettono di scaricare rapidamente un’app su più dispositivi portatili, non sorprende sapere che le slot online stiano per scavalcare per mole di gioco i cabinati fisici. Questi ultimi stanno vivendo da un po’ di anni una serie di rivoluzioni: le licenze per le sale sono sempre di meno e alcuni tipi di macchine stanno finendo in disuso. Di conseguenza, le statistiche sulle slot machine premiano proprio le slot virtuali, che negli ultimi tempi hanno contemplato da sole un fatturato di 10 miliardi di Euro, su 36 complessivi relativi al gioco via web.
Dati sulle slot machine in Italia
Nonostante in passato si sia cercato di ridurre il numero delle slot presenti sul territorio nazionale a 250.000, oggi si contano ancora più di 350.000 macchine attive legalmente in Italia. L’80% di esse sono ancora AWP, mentre il resto sono VLT. Il tema della tassazione delle slot riguarda ad ogni modo entrambe. La regione con più slot funzionanti è ad oggi la Lombardia, che da sola ne possiede 50.000. Seguono Campania e Lazio con 40.000 installazioni. In Valle d’Aosta, invece, i dati sulle slot machine in Italia parlano di appena 850 macchinette. Curiosamente, le slot attecchiscono maggiormente in alcuni centri specifici, nelle province o in comuni più piccoli come Prato. Il rapporto tra la quantità di slot attive e gli abitanti di una determinata città, infatti, non restituisce sempre un dato importante.