L’Auqila – La cosiddetta “mafia dei pascoli” vede grandi imprese, gruppi criminali e colletti bianchi approfittare dei meccanismi della Politica Agricola Comune (PAC) per intascare contributi non dovuti. Per accedere ai finanziamenti europei, infatti, ciò che conta è solo possedere titoli e terreni: non importa se si produce, quanto bestiame si alleva, come lo si fa
Per questo, chi ha risorse e spregiudicatezza compra terreni che non userà, sottraendoli con violenza, inganno o pressione ai piccoli proprietari o corrompendo gli amministratori locali per aggiudicarsi campi, pascoli, boschi, terreni di proprietà pubblica.
Come raccontano molti testimoni “si è scatenata la corsa all’affitto dei pascoli da parte di gente cinica che non ha alcun interesse a utilizzare le terre. Mentre i veri allevatori – quelli che col pascolo ci campano – non sanno dove portare le greggi o le mandrie”.
Le truffe confermano che questa politica comunitaria ha finito per assecondare i grandi proprietari e i predoni. Se non si corre ai ripari gli allevatori veri finiranno per soccombere e scomparire.
Le truffe sui pascoli condannano le terre all’incuria. Sono forme speculative spesso associate a fenomeni di inquinamento e degrado: compro dei terreni per utilizzarli fittiziamente a pascolo e in questo modo intasco gli incentivi economici riservati a queste attività.
Nello stesso tempo, aumentando la superficie aziendale di terreni posseduti, ottengo la possibilità di produrre più liquami inquinanti.
Il risultato è che su quei pascoli non ci porto neanche una bestia, mentre le stalle che si posseggono in pianura e magari si trovano in altre regioni, possono inquinare più del dovuto.
Serve una reazione collettiva, non solo di forze dell’ordine e magistratura, ma di amministrazioni locali, Asbuc, associazioni di categoria, parchi, consorzi turistici, produttori e allevatori locali.
Serve una nuova, grande alleanza contro ogni forma di sopruso e speculazione.
A questo tema – che riguarda il presente e il futuro della nostra montagna, la cura, la manutenzione e il controllo del territorio e le prospettive di una vera economia agro-pastorale locale – la rivista “Lavialibera”, periodico dell’associazione Libera di Don Luigi Ciotti, ha dedicato un numero.
I giornalisti che hanno curato l’inchiesta – Natalie Sclippa e Marco Panzarella, redattori di Lavialibera – ne parleranno in una Conferenza stampa, sabato 28 settembre alle ore 12.00 alla Cantina del Boss, in via Castello 1 all’Aquila promossa da Libera Abruzzo, in collaborazione con CGIL, ANPI e Legambiente.
foto di repertorio