Marano Equo – Grande festa a Marano Equo per la ricorrenza del Santo Patrono San Biagio. Come da tradizione vuole in questa bella realtà della Valle dell’Aniene, non si è soliti posticipare la festa alla domenica successiva come accade in molte realtà, ma di fatto si celebra il 3 febbraio prescidendo dal giorno della settimana in cui cade questo giorno. Un appuntamento molto sentito, e anche se periodo invernale molte persone originarie di questa realtà sono solite tornare in paese per rivivere insieme ai compaesani residenti la fede, la devozione, la storia e la cultura del proprio territorio.
Tutto è articolato in 3 giorni consecutivi tra celebrazioni, Messe solenni e convivialità. Custodita la statua del Santo nella residenza Comunale, la Festività sono solitamente curate dall’Amministrazione Comunale e dalle associazioni locali, e vengono offerte ai visitatori le famose ciambelle di San Biagio (con il vino) che accompagnate dalle note del Complesso del Sole vedono salire al cielo gli altrettanto caratteristici palloni areostatici, tutti colorati innengianti al Santo Protettore.
Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della “pax” costantiniana. Avendo guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. A questo risale il rito della “benedizione della gola”, compiuto con due candele incrociate. Nell’VIII secolo alcuni armeni portarono le reliquie a Maratea (Potenza), di cui è patrono e dove è sorta una basilica sul Monte San Biagio
Poco si conosce della vita del Santo. Notizie biografiche si possono riscontrare nei documenti storici di Camillo Tutini, che raccolse numerose testimonianze tramandate verbalmente. Si sa per l’appunto che fu medico e vescovo di Sebaste in Armenia e che il suo martirio è avvenuto durante le persecuzioni dei cristiani, intorno al 316, nel corso dei contrasti tra gli imperatori Costantino (Occidente) e Licino (Oriente). Catturato dai Romani fu picchiato e scorticato vivo con dei pettini di ferro, quelli che venivano usati per cardare la lana, ed infine decapitato per aver rifiutato di abiurare la propria fede in Cristo. Si tratta di un Santo conosciuto e venerato tanto in Occidente, quanto in Oriente. Il suo culto è molto diffuso sia nella Chiesa Cattolica che in quella Ortodossa. Nella sua città natale, dove svolse il suo ministero vescovile, si narra che operò numerosi miracoli, tra gli altri si ricorda quello per cui è conosciuto, ossia, la guarigione, avvenuta durante il periodo della sua prigionia, di un ragazzo da una lisca di pesce conficcata nella trachea. Tutt’oggi, infatti, il Santo lo si invoca per il mal di gola.
Inoltre San Biagio fa parte dei quattordici cosiddetti santi ausiliatori, ossia, quei santi invocati per la guarigione di mali particolari. Venerato in moltissime città e località italiane, delle quali, di molte, è anche il santo patrono, viene festeggiato il 3 febbraio in quasi tutta la penisola italica. È tradizione introdurre, nel mezzo della celebrazione liturgica, una speciale benedizione alle “gole” dei fedeli, impartita dal parroco incrociando due candele (anticamente si usava olio benedetto). Interessanti sono anche alcune tradizioni popolari tramandatesi nel tempo in occasione dei festeggiamenti del Santo.