Marano Equo – Avanza la battaglia legale a suon di cifre milionarie per i rapporti non troppo buoni tra Acea ed il Comune di Marano. Come è noto nel 2012 il Comune ha promosso un’azione legale contro Acea per farsi riconoscere le spese di sollevamento delle falde acquifere che sarebbero spettanti dal 1925, ma nel settembre 2015 Acea ha ceduto una parte di questo presunto credito del Comune di Marano, (circa 742.000 euro) all’Istituto Bancario Farmafactoring di Milano e quest’ultima il 22 dicembre scorso ha presentato al Tribunale di Tivoli una ingiunzione di pagamento citando il Comune di Marano Equo per ottenere la somma esigibile, mettendo a grave rischio le finanze comunali che non reggerebbero l’esborso di una tale cifra. Marano sorgenti, zona ai piedi del centro abitato è molto conosciuta per le proprietà ed il gusto di queste acque che sgorgano da sorgenti naturali. Ma sin dal 1925 l’acqua per raggiungere le abitazioni della parte alta necessita di pompe di sollevamento. Un argomento che porta con sè liti pendenti sin dagli anni 20. Nel lontano 1925 il Comune firmò con la Società Acqua Pia Antica Marcia un accordo per la fornitura di 21 litri al secondo in 12 ore con rimborso delle spese per il sollevamento in perpetuo.
Dopo 40 anni, nel 1964, il Comune di Roma per mezzo di Acea ha ricevuto la gestione di tutti gli acquedotti dell’Acqua Marcia e di conseguenza ha preso in carico anche l’accordo per la fornitura idrica di Marano Equo, che fino a novembre del 2012 aveva un contratto con Acea che garantiva una fornitura d’acqua a “Bocca tarata” ed un pagamento forfettario di circa 15.000 euro annui con due fatture semestrali.
Ma a quel punto Acea, con una decisione unilaterale impose di fatto al Comune un contratto che prevede il pagamento a consumo, per il quale anche installato un contatore poco amato dai contribuenti.