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Mascherine nelle scuole: Fare Verde scrive ai dirigenti scolastici della Valle Aniene: “monouso, lavabili o autoprodotte”

Subiaco – In riferimento alla circolare odierna del Ministero dell’Istruzione con la quale lo stesso permette l’utilizzo delle mascherine riutilizzabili nelle scuole – così come richiesto ai ministri della Sanità, dell’Istruzione e dell’Ambiente dalla nostra associazione all’inizio dell’anno scolastico – si riporta il comunicato stampa ricevuto da ‘Fare Verde’ per ricordare il proprio ruolo sul tema e si informa anche dell’invio, sempre nella giornata odierna, di una lettera inviata a tutti i dirigenti scolastici degli Istituti Comprensivi della Valle dell’Aniene per invitarli a sottolineare l’aspetto della circolare in cui il Ministero permette l’utilizzo delle mascherine riutilizzabili e lavabili, promuovendolo. 

 

Questo il testo integrale della lettera:

Gentilissimi Dirigenti Scolastici, la nostra associazione ecologista dallo scoppiare della pandemia si è battuta per sensibilizzare la cittadinanza all’uso di mascherine lavabili che avessero le
caratteristiche indicate dalle norme e dai decreti via via emanati.
Contemporaneamente lanciavamo una campagna contro l’abbandono in strada delle mascherine monouso, che sempre più iniziavano a sporcare i marciapiedi e le aree verdi della nostra città.
Con la circolare di oggi, di cui riportiamo integralmente il 6° capoverso, il
Ministero dell’Istruzione chiarifica definitivamente come nella scuola primaria e
secondaria sia lecito far utilizzare agli alunni le mascherine lavabili:
Oltre alla mascherina chirurgica, fornita dalla struttura del Commissario Arcuri, ai sensi dell’articolo 1, comma 7
del DPCM, “possono essere utilizzate anche mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine
lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e, al contempo, che
garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del
naso”.
Ci viene segnalato che alcune scuole, recependo tempestivamente la
circolare ricevuta, non fanno menzione di questa norma all’interno delle
comunicazioni pubblicate sui propri siti web, limitandosi a riportare l’obbligo della
sostituzione a metà giornata delle mascherine chirurgiche.
La stessa stampa abbiamo notato dare risalto quasi esclusivamente a questo
obbligo, senza completare l’informazione con la notizia della possibilità dell’uso
delle mascherine lavabili.
Ricordando l’enorme costo di produzione, distribuzione e smaltimento dei
milioni di mascherine chirurgiche usate quotidianamente (se ne stimavano 11 milioni
incluse le scuole secondarie di secondo grado oggi in DAD), numero che potrebbe
quasi raddoppiare con la sostituzione a metà giornata, con un costo ambientale di
proporzioni notevoli,
chiediamo
– che nel rispetto della circolare in oggetto venga data massima informazione e
risalto alla possibilità di utilizzo delle mascherine lavabili conformi a quanto alle
caratteristiche indicate;
– che venga incentivato l’uso delle mascherine lavabili, sottolineandone
l’importanza in termini di risparmio economico e sostenibilità ambientale;
Certi che coglierete la bontà delle nostre richieste, porgiamo i più cordiali
saluti ed un sincero ringraziamento per lo sforzo quotidianamente profuso da tutti
voi e dal personale docente e non docente.

Marta Dolfi
Responsabile/Commissario
Fare Verde Valle dell’Aniene

Oltre alla mascherina chirurgica, “possono essere utilizzate anche mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso”.

Lo precisazione proviene dal Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del Ministero dell’Istruzione, Marco Bruschi, in una circolare inviata alle scuole, citando le disposizioni del Comitato tecnico scientifico che si è riunito ieri e ha risposto ad un quesito del Ministero dell’Istruzione.

Per Fare Verde, impegnata da settembre scorso in una Campagna a favore dell’uso di quelle riutilizzabili, quella di impiegare mascherine riutilizzabili e non usa e getta è una decisione che il sodalizio ambientalista chiedeva da tempo.

Fare Verde, a inizio settembre, scrisse al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e ai Ministri di Istruzione, Salute e Ambiente, chiedendo per le scuole una adeguata fornitura di mascherine riutilizzabili e certificate, equivalenti a quelle chirurgiche usa e getta, privilegiando prodotti italiani di qualità. Anche per premiare tutte quelle imprese che già nel periodo di quarantena avevano investito per convertire le loro linee produttive, offrendo un importante contributo alla Nazione.

Ora giunge, finalmente, un segnale di apertura alle mascherine riutilizzabili, visto che si è calcolato che nel corso di un anno scolastico, si dovrebbero acquistare e distribuire milioni di mascherine usa e getta. Numeri impressionanti e uno sforzo economico, logistico e organizzativo che potrebbe essere rivolto, almeno in parte, ad altre esigenze in un momento di così grave crisi economica e di difficoltà per famiglie, imprese, istituzioni scolastiche.

Per Fare Verde, la scuola è luogo di formazione delle nuove generazioni, sempre più attente ai temi ambientali. Educare i giovani all’utilizzo di mascherine riutilizzabili informandoli anche sulle corrette procedure di lavaggio, è una importante occasione per formare cittadini attenti ad un uso razionale delle risorse naturali.

Mentre le mascherine “usa e getta” presentano gravi problemi di riciclaggio e di dispersione accidentale o volontaria nell’ambiente, quelle riutilizzabili più volte consentono di ridurre tali inconvenienti.

Condividendo la necessità di evitare il diffondersi del contagio e garantire salute e sicurezza delle persone, Fare Verde ricorda che la salute delle persone è strettamente legata alla salubrità dell’ambiente. Nessuno può pensare di restare sano in un mondo malato.