Carsoli – In merito alla nota di Unione Civica per Carsoli giunge la replica del sindaco Velia Nazzarro che si riporta di seguito integralmente:
“Basiti è dire poco nel dover leggere queste polemiche basate sulla strumentalizzare delle attività commerciali del territorio. Nostro malgrado il comune di Carsoli e come dichiarato dallo stesso gruppo è stato il quarto comune d’abruzzo in termini di rapporto contagiati-residenti. Una situazione difficile che è stata fronteggiata con le chiusure delle scuole ed altre restrizioni concordate con la Asl e con la Prefettura come nella norma.
Che cosa avrebbe dovuto fare dunque il sindaco di Carsoli: rifiutare l’invito di una rete nazionale che veniva in Abruzzo proprio per documentare l’emergenza sanitaria dovuta alla variante inglese del covid? Avrebbe dovuto “omettere” la verità su una situazione di salute pubblica come l’insorgenza di pericolosi focolai pandemici?
Il gruppo di consiglieri avrebbe voluto che occultassimo i dati epidemiologici mettendo la testa sotto la sabbia e mettere a rischio tutta la cittadinanza? Le cose vanno dette proprio perchè i cittadini sappiano e si responsabilizzino come tralaltro è sempre accaduto. Rispetto alla intervista tanto famosa, il sindaco si è limitato a dire la verità: ossia che improvvisamente c’è stata una esplosione di contagi che da poche unità hanno portato ad oltre 70 la quota, con persone ricoverate in ospedale.
Con le attività produttive abbiamo organizzato videocall e si stanno pianificando per quando sarà realmente possibile “far venire la gente a Carsoli”. Per ora, e non per nostro volere è la legge che ha decretato la nostra regione in arancione per cui è vietato spostarsi da un comune all’altro senza comprovate esigenze. Come anche quando eravamo in zona gialla era la legge dello Stato, il dpcm a determinare il blocco delle regioni. Provvedimento tralaltro confermato fino a fine Marzo.
Quindi si può venire a Carsoli da comuni limitrofi a raggio di 30 km, o da altre regioni per comprovate esigenze, ed in zona arancione purtroppo le attività di ristorazione e bar sono chiuse per legge. Quindi chi dovrebbe venire e a fare cosa oltraggiando la legge sulla pandemia in atto senza i motivi comprovabili?
Quanto alla domanda “se prima ci venivano in pochi ora chi ci verrà pià da queste parti”, forse sfugge ai consiglieri del gruppo arroccati su posizioni oltranziste e da campagna elettorale che ora la legge non consente di venire per passare il tempo o le vacanze, e se ci sono contagi la gente lo deve sapere per evitare di incorrere a sua volta in rischio di infezioni. Noi siamo per la trasparenza e per la verità, non per nascondere le cose.
Chi vive con il dito puntato e forse con l’acrimonia di continue sconfitte, probabilmente non riesce a farsene una ragione, ma anche in questo caso è la legge che determina chi guida il paese in base a libere e democratiche elezioni.
O con il pretesto del Covid si vuole tentare di fare demagogia volendosi “accattivare” le tanto martoriate attività commerciali? Noi ci viviamo qui con le attività, con la gente, sappiamo quello che succede e cerchiamo di porre riparo mettendo in sicurezza la cittadina, organizzando screening massivi, parlando, rispondendo, interloquendo con quanti necessari giorno e notte per dare risposte in un momento difficile. Questo non è un attacco ma una immonda strumentalizzazione”
Ci saremmo aspettati l’aiuto ed è vergognoso che in un momento simile ci si metta a cincischiare su interviste che non sono altro che cronaca di ciò che purtroppo accade nel mondo.Il monitoraggio e la verità ci hanno consentito di tenere sotto controllo il focolaio che ha coinvolto anche le scuole, e ne abbiamo decretato la chiusura prima degli interventi regionali dell’Abruzzo.
O Pescara non deve essere zona rossa altrimenti poi chi ci andrà al mare? Scenda dal piedistallo il Re, la monarchia è solo un ricordo e non tornerà”.