La poliedrica artista irlandese vanta collaborazioni prestigiose con artisti classici come Giovanni Sollima e Michael Nyman. Il suo estro artistico la porta a suonare con jazzisti del calibro di Simone Graziano e Alessandro Lanzoni e con musicisti contemporanei fra cui Alter Ego e Time Machine Ensemble. Così, il suo disco Suite Dreams è composto da una miscela sapientemente costruita da sonorità pre-barocche, elementi cantautoriali e il ritmo del jazz, per fare largo anche alle ballate irlandesi come mai era accaduto negli album precedenti.
I temi della migrazione, dell’incontro e della trasformazione connotano le tre Suite che formano il disco, argomenti cari all’artista che dalla terra natale è giunta in Italia assorbendone la cultura senza dimenticare le sue radici. Naomi Berrill con ecletticità si muove fra il violoncello, il pianoforte e la chitarra lasciando spazio alla concertina e alla piccola fisarmonica folk, strumenti tipici d’Irlanda.
La commistione fra elementi culturali differenti è imprescindibile per il componimento dei suoi brani, e come lei stessa dice “la propria identità è la moneta di scambio per accettare la diversità e chi non si apre a questo confronto perde un’opportunità”. Opportunità che lei stessa coglie e sperimenta attraverso le sue canzoni in cui musica e natura si fanno dimensioni rappresentative del cambiamento e dell’adattamento.
Tutto è mutamento e sperimentazione nei brani di Naomi Berrill, dove gli strumenti classici si intrecciano con i suoni folk della tradizione irlandese, a simboleggiare un incontro fra culture. Come nell’alternarsi delle stagioni, nel crescere delle piante e nelle migrazioni di uomini e stormi la natura è in continua ricerca e assestamento, allo stesso modo la musica muove verso territori inesplorati. Ne è un esempio il brano “Prelude” in cui l’artista partendo dalla Bourée della 3 Suite di Bach ne cambia la metrica e l’armonia.
Del mondo naturale evocato in Suite Dreams Naomi Berrill è la ninfa che da eccezionale polistrumentista prende forma tra diversi strumenti, in modo altrettanto rappresentativo della migrazione e metamorfosi umana. Il susseguirsi delle melodie riproduce il movimento e i suoni della natura creando un’identificazione tra elementi sonori e il figurativi: la voce di Naomi accarezza come un alito di vento, si muove fra arpeggi ritmici del violoncello, i pizzicati delicati delle corde emergono come gocce di pioggia. La leggerezza eterea della sua voce in controcanto si fa eco negli antri più intimi e delicati della natura.