Roma _ Sono 121.542 le nuove partite Iva aperte nel secondo trimestre 2024, un dato che evidenzia un lieve aumento del 2,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In particolare, il report mostra un deciso incremento per le società di capitali (+12,4%), le società di persone (+11,9%) e i non residenti e le altre forme giuridiche (+3,9%). Per quanto riguarda le persone fisiche, invece, i numeri fanno registrare complessivamente una leggera flessione (-1,1%). È la sintesi che emerge dal consueto aggiornamento dei dati dell’Osservatorio sulle partite Iva pubblicato dal Mef, sul sito del Dipartimento delle Finanze.
Le nuove partite Iva sono state aperte per il 67,5% da persone fisiche, il 24,7% da società di capitali e il 3,2% da società di persone. La quota attribuita ai “non residenti” (essenzialmente costituiti da società di commercio online) e quella delle “altre forme giuridiche”, rappresentano complessivamente il 4,6% del totale delle nuove aperture.
Ricordiamo che il report, oltre ad esaminare i dati in relazione alla natura giuridica come abbiamo appena evidenziato, esegue un’analisi considerando anche la ripartizione territoriale, il settore produttivo, età e genere delle persone fisiche.
A questo proposito, vediamo nel dettaglio cosa è emerso dal confronto con i numeri del medesimo periodo dell’anno precedente: dal punto di vista della ripartizione territoriale, il 46,5% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 21,9% al Centro e il 31,3% al Sud e nelle Isole. Il confronto con lo stesso periodo del 2023 evidenzia come i principali incrementi di avviamenti siano avvenuti nel Lazio (+11,6%), in Friuli Venezia-Giulia (+6,5%) e in Campania (+6,1%); tra i territori in cui si registra un calo significativo delle nuove aperture troviamo la Valle d’Aosta (-11,3%), seguita dalle Marche (-8,9%) e dal Molise (-8,3%).
Riguardo alla classificazione per settore produttivo, il maggior numero di nuove aperture di partite Iva si registra nel settore del commercio, che rappresenta il 18,6% del totale. A seguire, buon risultato anche per il settore delle attività professionali (17,1%) e quello delle costruzioni (10,3%). Tra i primi cinque settori a cui corrisponde il 60% dei nuovi avviamenti nel trimestre, le variazioni più significative rispetto al secondo trimestre del 2023 riguardano il settore delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+2%), il settore dell’agricoltura (+1,9%), e il settore del commercio (+1,2%).
La ripartizione di genere, relativa all’analisi delle nuove aperture effettuate da persone fisiche, mostra la consueta prevalenza della quota maschile, pari al 61% dei nuovi avviamenti riferibili al trimestre. Per quanto riguarda la variabile età, il 48% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 30,9% da soggetti compresi nella fascia che va dai 36 ai 50 anni. Rispetto al secondo trimestre 2023, solamente la classe di età compresa tra 51 e 65 anni fa registrare un incremento di nuove aperture (+2,9%). Per le altre classi di età, il calo maggiore nelle nuove aperture corrisponde alla categoria degli over 65 (-2,6%).
L’analisi dei dati mostra inoltre che, relativamente al paese di nascita degli avvianti, il 21,9% delle nuove aperture è operato da un soggetto nato all’estero, percentuale tendenzialmente in linea con quella dello stesso periodo dell’anno precedente (21,5%).
In conclusione, nel trimestre in esame, 56.020 soggetti hanno aderito al regime forfetario, pari al 46,1% del totale delle nuove aperture, con un leggero decremento dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2023.