Roma – Per il nuovo stadio della Roma tutte le strade sembrano portare all’area di Pietralata. Crollate le suggestioni di poter realizzare la nuova arena dei giallorossi ad Ostiense, infatti, il dialogo tra Comune e As Roma, ancora alle fasi preliminari e non tecniche, si sta concentrando proprio sulla vasta area di Pietralata, tra il fascio dei binari, via dei Monti Tiburtini e via dei Durantini. Con un terzo giocatore che potrebbe sedersi al tavolo: Fs. Perché se da un lato procede la verifica tecnica delle aree ex Sdo, dall’altro si affacciano altre due ipotesi progettuali: la prima prevede di realizzare lo stadio su alcuni lotti di Sistemi Urbani, la controllata di Fs che si occupa, tra l’altro, di sviluppo immobiliare, sui quali da tempo Ferrovie lavorano in vista della realizzazione di un centro direzionale. La seconda riguarda, invece, la semplice integrazione dei due piani di sviluppo: in altre parole stadio sulle aree Ex Sdo ma dialogo con gli sviluppatori del vicino masterplan Fs per fare di quell’area un quartiere omogeneo e moderno.
Questa la fotografia che, ad oggi, l’agenzia Dire è in grado di ricostruire dopo aver incrociato una serie di fonti istituzionali. E’ vero, da viale Tolstoj, al quartier generale dei giallorossi, la risposta agli interrogativi di chi si chiede quale sarà l’area dove sorgerà lo stadio è sempre la stessa: “Pietralata è solo una delle zone possibili, ma ce ne sono altre e nessuna decisione è stata presa”. Circa 20 giorni fa, però, l’area di Pietralata è stata visitata nuovamente dai collaboratori dei Friedkin, e il giudizio, anche alla luce dei ragionamenti preliminari sulla possibile integrazione con il piano di Fs, sembra essere stato ben più positivo di quello espresso in passato.
Come detto sono diverse le strade che potrebbe percorrere l’As Roma se e quando deciderà che Pietralata sarà l’area giusta per costruire il suo nuovo stadio. La prima è appunto legata ai terreni Ex Sdo. Prevede di mettere sul campo un forte carico di opere a scomputo per legare il pubblico interesse alle particelle catastali interessate dall’intervento, ed evitare, quindi, la retrocessione dell’esproprio delle stesse, visto che il fine dei vecchi espropri era un intervento pubblico, lo Sdo, mentre nel caso dello stadio si prefigura un’operazione privata.
La strada, invece, di spostarsi di qualche centinaia di metri e puntare sui terreni di Fs, piazzando la nuova arena dei giallorossi nel nuovo quartiere direzionale di Rfi, che a questo punto verrebbe ridimensionato nel numero degli edifici, nasce da alcune interlocuzioni informali tra rappresentanti di Fs e dirigenti dell’As Roma, senza coinvolgimento diretto del Comune. Si tratta di un tentativo appena accennato e non ufficiale su cui l’Ufficio stampa di Fs, raggiunto dalla Dire, ha così commentato: “Non siamo a conoscenza di progetti inerenti la realizzazione di uno stadio sulle aree di Pietralata. Su queste sono in corso interlocuzioni con il Comune per una variante urbanistica presentata da Fs Sistemi Urbani a fine 2020. Ovviamente c’è la nostra piena disponibilità a confrontarci su nuove esigenze che l’amministrazione dovesse manifestare, inserendole eventualmente nella variante in corso di definizione con il Comune”.
Lo stadio, secondo questa ipotesi, potrebbe essere realizzato non troppo lontano dalla futura torre del quartier generale di Fs, al posto di una piccola collinetta sul vertice nord dell’area, in corrispondenza, in linea d’aria, del futuro ponte pedonale che colleghera la zona con via Livorno, sull’altro lato dei binari. Un’area forse più piccola di quella dell’ex Sdo ma appena sufficiente per ospitare stadio e parcheggi.
Ad oggi, comunque, una due diligence ufficiale tra As Roma e Campidoglio non è stata ancora avviata e si tratta di ipotesi progettuali informali. L’apparente lentezza che traspare in questa vicenda dipende, a quanto pare, dalla volontà di studiare molto bene le carte per evitare un nuovo flop dopo quello che si è avuto per Tor Di Valle con l’arrivo dei 5 Stelle di Virginia Raggi. “Questa volta non ci dovrà messere alcun passo falso dal punto di vista legale” fa sapere chi segue da vicino la vicenda a livello istituzionale. Per questo, nella fase attuale, la carta Pietralata è sotto la lente di ingrandimento degli uffici legali. E i ragionamenti in corso restano legati anche alla procedura che la Roma potrebbe utilizzare.
Da un lato c’è la legge sugli stadi, con cui i Friedkin potrebbero proporre, loro stessi, un’area al Comune. E’ lo stesso percorso legislativo e autorizzativo intrapreso alcuni anni fa, ai tempi di Ignazio Marino e James Pallotta. L’altra strada è quella della procedura ordinaria, un po’ come successo a Torino per lo Juventus stadium. In pratica l’area resterebbe pubblica con un diritto di superficie a favore della Roma, che avrebbe a suo carico anche alcune opere a scomputo di interesse pubblico. In questo caso sarà il Comune che dovrà trovare il giusto equilibrio legale.
L’area di Pietralata, indicata in passato anche da alcune associazioni ambientaliste come Italia Nostra come alternativa a Tor Di Valle, si presta perfettamente allo scopo. Esistono due fermate della linea B a pochi metri, Quintiliani e Tiburtina, e la presenza della stessa stazione Tiburtina assicurerebbe anche l’arrivo dei tifosi sui treni delle linee regionali e su quelli ad alta velocità. Inoltre l’autostrada A24 non è troppo lontana, così come la tangenziale est, che scorre davvero a poche decine di metri. Pietralata, infine, è già al centro di programmi di sviluppo: oltre al già citato centro direzionale di Fs ad inizio 2023 si apriranno i cantieri della nuova sede Istat e anche il nuovo Politecnico di Roma potrebbe prendere casa nella stessa zona. Lo stadio potrebbe essere la ciliegina sulla torta per fare di Pietralata il quartiere più contemporaneao della città.