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“Nuvole grigie”, un’indagine per il commissario Cecilia Orlandi: il primo giallo dell’autrice Stefania Tedesco

Cecilia Orlandi è un commissario di polizia. Occhi verdi, capelli ricci, poca pazienza ma tanto intuito. Il suo commissariato si trova nel borgo immaginario di Roccia Marina, in provincia di Cosenza, ed è lì che si svolge la sua indagine. Maurizio Righetti, cardiologo, viene ucciso sul suo yatch privato. L’assassino è uno dei partecipanti alla gita in mare aperto da lui organizzata: ma chi tra la figlia Vittoria, la sua amica Clara, il genero Elio, il figlioccio Roberto e i due migliori amici Aldo e Jacopo? Tutti sembrerebbero avere un movente per la morte dello stimato medico. Le indagini di Cecilia e dei suoi collaboratori si snodano tra interrogatori, flashback e il passato della donna, che riaffiora all’improvviso nella sua vita intrecciandosi con i dettagli del caso da risolvere.

STEFANIA TEDESCO è nata a Roma il 24 aprile 1987 da madre siciliana e padre calabrese. Trasferita a Messina dal 1996, è cresciuta assorbendo le meraviglie e le contraddizioni di questa terra unica.

Si è laureata con lode nel 2010 come “Promotore turistico delle risorse ambientali e culturali”, ma è il mondo dei libri che la chiama. Ha fatto la libraria “part-time” per qualche anno in una libreria della sua città (La Gilda dei Narratori); contemporaneamente ripetizioni, doposcuola e correggendo tesi: da qui la voglia di diventare editor. Ha seguito il corso online di Cecilia Nono “Impara la correzione di bozze”; ha frequentato dal vivo i corsi di scrittura “Raccontarsi” 1 e 2 della Scuola Holden con Francesco Musolino e il corso online “Laboratorio di Editing” di Accademia della scrittura con Irena Trevisan. Attualmente si occupa di editing, correzioni bozze e ghostwriting. Coordina il gruppo di lettura “LaGildaInGiallo” presso la libreria La Gilda dei Narratori. La scrittura è una passione più recente: ha iniziato a scrivere nel 2021, con molta timidezza e determinazione. In tre mesi ha creato la prima stesura di Nuvole grigie, il suo primo romanzo giallo pubblicato da Scatole Parlanti nel gennaio 2023. Ciatu mei è il suo secondo romanzo, segue il filone di Nuvole grigie essendo una nuova indagine per il commissario Cecilia Orlandi e la sua squadra investigativa.

Stefania Tedesco racconta di sé: “Pur essendo una lettrice onnivora, sono molto affezionata a questo genere per due motivi: il primo è che mio padre è un Luogotenente dell’Arma dei Carabinieri in congedo, quindi ho sempre respirato l’aria delle indagini; il secondo è dato dalla simpatica esperienza, ormai risalente a dieci anni fa, di creatrice e organizzatrice di cene con delitto con un gruppo di amiche (all’occasione anche attrice, ma sorvoliamo su questo…!). Altre passioni che mi riempiono la vita, oltre la lettura e la scrittura: la mia gatta Biscotta; il mare, lo snorkeling e la fotografia subacquea; la storia dell’arte; i videogiochi sparatutto in prima persona e la Formula 1.”

Ciao Stefania, parlaci di te e di come è nata la passione per la scrittura

“Ciao Maria Laura, grazie per l’opportunità! Eccomi in pochi tratti: sono laureata in ambito del turismo; ho lavorato in una delle librerie della mia città; attualmente mi occupo di editing, ghostwriting e correzione bozze. Adoro il mare e poter fare foto sott’acqua (prima o poi le meduse mi denunceranno per stalking!); ho una gatta di 16 anni di nome Biscotta, che di dolce ha solo il nome. Poi, sembra quasi ovvio dirlo, sono una lettrice forte, navigo attorno a un centinaio di libri l’anno. Coordino un gruppo di lettura di libri gialli nella mia libreria del cuore e sto studiando per diventare volontaria della Croce Rossa.

La passione per la scrittura è molto recente. Non ho mai scritto perché mi ritenevo incapace a farlo (forse ero solo pigra…), poi dietro la sollecitazione di una persona cara mi sono lanciata. Circa dieci anni fa, assieme a un gruppo di amiche, scrivevamo e mettevamo in scena trame per Cene con delitto, i primi tentativi di scrittura sono quelli, ma in realtà erano più canovacci di gioco. Poi, come dicevo, nell’ottobre 2021 ispirata un po’ all’idea dei delitti a scatola chiusa (tipici delle Cene con delitto) mi sono buttata senza nessuna aspettativa: invece, in tre mesi esatti, è nata la prima stesura del mio romanzo. È stata una sorta di terapia liberatoria.”

Come si è sviluppata l’idea di scrivere e pubblicare Nuvole grigie?

“Ho iniziato a lavorarci facendo finta che fosse lo scheletro di una Cena con delitto. Ho immaginato un cadavere, il movente, l’ambientazione limitata e tutta una serie di personaggi attorno a lui. All’inizio non era prevista la figura di un commissario, avrei voluto fargliela sbrigare ai protagonisti, un po’ come in “Dieci piccoli indiani”, ma temevo di complicarmi troppo la vita (e poi la Maestra Agatha Christie è unica).

Una volta creati i personaggi ho cominciato a scrivere, senza una scaletta predefinita, più che altro perché le idee mi vengono in corso d’opera, non pianificando. Questo modo di scrivere ha lo svantaggio che spesso devi rivedere cosa hai già scritto e adeguarlo ai nuovi eventi, ma di contro è anche un modo per tenere tutto sott’occhio. Sì, sono brava a complicarmi la vita! Comunque, in realtà questo romanzo non era nato con l’intento di essere pubblicato, anzi, fosse stato per me non avrei avuto mai il coraggio di proporlo in giro; mi sono fatta convincere dalle persone care a rompere la mia timidezza e provarci.”

Quali sono le caratteristiche della protagonista il commissario Cecilia Orlandi?

“Scrivendo in prima persona, è stato inevitabile trasferire qualcosa di me in Cecilia e chi ha letto il romanzo e mi conosce lo può confermare. In comune abbiamo la precisione, la maniacalità dell’ordine, il tenere sempre gli occhi aperti con le persone per capirle il più possibile. Ah, anche il sarcasmo, è proprio la componente che ci accomuna di più. Di contro, Cecilia è una donna un po’ più grande di me e con un lavoro decisamente non creativo: ha quindi una mentalità molto pratica e attaccata alla realtà. Non ha paura di dire ciò che pensa, mentre io di solito conto fino a dieci prima di parlare (quasi sempre). È una donna forte ma che ha i suoi lati fragili, soffre di disturbi alimentari dall’adolescenza e se li porta dietro all’alba dei suoi quarant’anni. Inoltre la morte del fratello minore, della quale lei si sente responsabile, ha sancito una sorta di rottura con la sua famiglia e l’ha spinta a trasferirsi dalla Sicilia alla Calabria.”

Perché hai scelto il giallo per il tuo primo libro e che tipo di atmosfera si può aspettare il lettore?

“La passione per il genere giallo/thriller/noir è sempre stata forte, pur reputandomi una lettrice onnivora. Però i romanzi della Christie, Camilleri, Manzini, Maigret sono tra le letture preferite. Probabilmente ha influito moltissimo anche avere un padre Luogotenente dell’Arma e aver avuto un nonno in Polizia; sono stata cresciuta, in un certo senso, con un’attitudine un po’ militare che mi ha portata a scrivere di questo, invece che qualcosa di narrativa generale, anche se mai dire mai.

Ma poi vuoi mettere la comodità di avere un consulente in casa e potergli fare tutte le domande sul suo lavoro?

Il lettore può aspettarsi un giallo deduttivo: gli indizi per arrivare alla risoluzione del caso sono tutti tra le pagine. Anzi, forse sono stata troppo buona…”

Cosa rappresentano le “nuvole grigie” e quale messaggio trasmetti attraverso il romanzo e i suoi personaggi?

“Le nuvole grigie me le sono ritrovate spesso durante la stesura, credo di aver inserito queste parole una decina di volte e quindi alla fine ho deciso di intitolare il romanzo così, anche come metafora sul caso di omicidio: una cerchia di amici e parenti, ma uno di loro è un assassino; è una macchia, una nuvola grigia in un cielo, fino a poco prima, sereno. Il messaggio che io ci vedo che, anche se le nuvole grigie attraversano la nostra vita, alla fine il sereno è sempre possibile. Forse è un concetto un po’ banale, ma avere la testa proiettata alla speranza di un domani migliore è fondamentale. È la speranza che nutre anche Cecilia, che cerca di andare oltre le sue fragilità legate alla famiglia, all’amore con Renato e il suo disturbo alimentare.”

Se potessi immaginare un film basato su Nuvole grigie quale attrice sceglieresti per la parte di Cecilia e quale colonna sonora farebbe da sfondo alla storia?

“Da quando è stato pubblicato il romanzo mi è capitato spesso di sognare a occhi aperti in tal senso. Non guardo moltissima tv, più facile che segua la Formula 1, però mi è capitato di vedere qualche fiction e incrociare un volto che ricordasse la mia Cecilia. Attualmente, quella che ho trovato più aderente al personaggio si chiama Cristina Ginevra Arnone e l’ho vista in una puntata de “Il giovane Montalbano”: occhi, capelli, profondità dello sguardo, età… per me sarebbe la candidata perfetta!
Cecilia è molto rock/pop, quindi anche la colonna sonora dovrebbe camminare in tal senso. Sempre nei sogni a occhi aperti mi sono fatta la sceneggiatura del libro e l’arrivo di Cecilia al commissariato me lo immagino sulle note di “Ma che freddo fa” di Nada. Certo, durante la stesura del romanzo ho ascoltato tantissimo Brunori Sas e Ludovico Einaudi… la scelta è variegata.”

Tre buoni motivi per leggerlo

“È un romanzo piccolo, che si legge facilmente e che, spero, riesca a regalare qualche sorriso durante la lettura.”

Possiamo aspettarci un seguito…?

“Certo, in realtà sto già scrivendo il terzo della serie con Cecilia! Il secondo romanzo l’ho chiamato “Ciatu mei”: è un romanzo più “forte” rispetto a “Nuvole grigie”, con una struttura narrativa diversa perché c’è solo il PoV della protagonista e tre casi assieme che la obbligheranno a muoversi dal suo ufficio. Poi c’è la relazione con Renato e… qualche altro colpo di scena! Non è ancora pubblicato, sto lavorando con la mia editor (Giulia Giovannozzi) per renderlo davvero perfetto. Ma arriverà presto, me lo sento!”