Editoriale di Gian Luca Orlandi
La cultura e la bellezza salveranno il mondo e dunque bisogna riconnettere le comunità di cittadini ed il contesto ambientale dentro il quale vive l’uomo, con la consapevolezza di comprendere la propria storia e la propria identità attraverso la necessità di ripensare i luoghi abitati integrando tradizione e innovazione.
Personalmente credo che l’integrazione di idee diverse ma complementari per lo sviluppo di una comunità come quella di Subiaco sia la strada maestra da seguire per rispondere alle esigenze del nostro tempo , prendo quindi lo spunto dalla particolare condizione di disagio in cui si trova il plesso scolastico “Oliveto Piano” ed il quartiere omonimo , una situazione seria e pericolosa riguardo la viabilità che si trascina da moltissimi anni e che nessuno ha mai voluto o saputo affrontare , una viabilità creata per un traffico veicolare degli anni ’70 che non garantisce più il normale flusso dei mezzi , ma soprattutto non garantisce più la sicurezza delle persone e dei bambini.
Vorrei quindi tracciare una idea di intervento che non si esplichi soltanto sulla capacità di risolvere il problema traffico , ma che possa dare forma anche alla necessità di dare dignità di quartiere cittadino ad una area definita erroneamente periferia.
L’idea è questa , c’è una vasta area verde tra i fabbricati delle vecchie e nuove case popolari , un’area che è nella disponibilità del Comune di Subiaco essendo stata espropriata , la cui destinazione d’uso è la costruzione di nuove case popolari , quindi una nuova area destinata alla cementificazione e alla bruttura dell’edilizia popolare appannaggio poi di qualche palazzinaro.
La mia idea invece è quella di utilizzare l’intera area per dei servizi utili all’intero quartiere dell’ Oliveto Piano , parcheggi , parco ludico per i bambini e una connessione stradale tra l’asilo nido e le scuole elementari che possa creare un senso unico al traffico veicolare e dei pulmini scolastici in entrata e in uscita, un senso unico al traffico che risolverebbe definitivamente la criticità presente. ( vedi foto allegate )
Ma l’idea coinvolgerebbe anche il sottostante quartiere di Via Della Montagna, via Santa Maria , via delle Morre ( Moracasca) , qui si potrebbero acquisire tutte quelle abitazioni chiuse da decine di anni , ristrutturale e utilizzarle come case popolari da dare alle persone in difficoltà…
Quindi in un unico intervento integrato si darebbe risposta definitiva al traffico da e per la scuola , si creerebbero servizi sia per la scuola che per il quartiere ( parcheggi e giardinetti) , si recupererebbe gran parte del patrimonio edilizio del quartiere storico e contestualmente verrebbe reso nuovamente vitale con la presenza di nuovi abitanti.
Ecco cosa significa quindi “ricostruire a misura d’uomo” , utilizzare i luoghi che abbiamo e che fanno parte della nostra storia ridandogli una identità innovando con un occhio al passato , una modalità di intervento che poi può essere mutuata in altri quartieri storici della città .
È un modo nuovo di intravvedere uno sviluppo socio economico che in altre parti ha attecchito , ha funzionato , qui a Subiaco avremmo bisogno di amministratori ” con le palle ” , che abbiano il coraggio di fare scelte lungimiranti e molto poco politiche ,
dobbiamo tutti fare uno sforzo di coscienza per capire che non conviene più a nessuno essere ostaggio della politica clientelare , che opera quasi sempre in funzione di interessi che poco hanno a che vedere con le necessità collettive.
“ Progetta sempre una cosa considerandola nel suo più grande contesto, una sedia in una stanza, una stanza in una casa, una casa nell’ambiente, l’ambiente nel progetto di una città. “
(Eliel Saarinen)