Oltre 100mila lavoratori abruzzesi in attesa degli ammortizzatori sociali. I sindacati chiedono incontro con la Regione
Sono oltre 100mila i lavoratori abruzzesi che accederanno agli ammortizzatori sociali a causa dell’emergenza Covid-19 che li ha costretti a sospendere la propria attività lavorativa. È prevedibile che con una mole così straordinaria di richieste l’Inps eroghi le prestazioni con mesi di ritardo a danno dei lavoratori e di tante famiglie abruzzesi che non sapranno come far fronte alle loro esigenze di vita quotidiana, a partire dall’approvvigionamento di beni alimentari e di prima necessità. Per evitare questa emergenza sociale è stata sottoscritta il 30 marzo scorso una convenzione tra il ministro del Lavoro, Abi e Parti Sociali per garantire l’anticipazione di risorse ai lavoratori destinatari dei predetti trattamenti di integrazione al reddito.
«A tale convenzione hanno già aderito numerosi istituti di credito ed è auspicabile che anche gli altri lo facciano a breve», si legge in una nota dei sindacati che chiedono un incontro urgente con l’assessore Fioretti. «Nell’accordo le parti riconoscono l’importante ruolo delle Regioni nel contribuire all’accesso all’anticipazione e ne auspicano il pieno coinvolgimento con opportune forme di intervento, ad esempio attraverso “fondi di garanzia” dei debiti relativi alle anticipazioni medesime».
«Ci risulta che ad oggi tutte le regioni italiane – sottolineano la Fisac Cgil Abruzzo Molise, Fiat Cisl e Uilca Uil -, considerata l’importanza sociale della convenzione, si siano attivate organizzando incontri regionali con le parti sociali e gli istituti di credito al fine di verificare l’andamento della convenzione ed aiutare i lavoratori, le aziende e gli istituti di credito nella gestione di tale importante iniziativa. Diverse regioni poi, hanno già sottoscritto protocolli per garantire a tutti di accedere all’anticipazione in tempi celeri e soprattutto senza costi a carico di lavoratori ed imprese. Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lazio, Piemonte, hanno già sottoscritto protocolli importanti e le altre regioni hanno avviato gli incontri propedeutici alla sottoscrizione degli stessi».
«In Abruzzo – precisano -, già in forte ritardo nell’attivazione dell’accordo per la cassa integrazione in deroga, tali incontri non sono al momento neanche stati calendarizzati, ragion per cui, dopo diverse sollecitazioni espresse nel tavolo del Comitato di Intervento per le Crisi Aziendali (Cicas) e nella “cabina di regia” della Regione Abruzzo, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, hanno chiesto nuovamente all’assessore Fioretti un suo intervento per l’attivazione del tavolo con gli istituti di credito. È evidente, infatti, che l’inerzia dell’assessore al Lavoro costituirebbe una grave responsabilità politica qualora dovessero esservi ritardi ed inefficienze nella gestione della convenzione in Abruzzo. La nostra regione, tra l’altro, sconta già una forte fragilità del sistema creditizio».
I sindacati chiedono all’assessore Fioretti che si attivi affinché «anche in Abruzzo si riesca a garantire l’attivazione di finanziamenti individuali da parte degli istituti bancari a costo zero e a tasso zero per lavoratori dipendenti delle aziende in crisi».
Cgil, Cisl, Uil e Ugl chiedono anche che la Regione attivi, in ultima istanza, «un fondo di garanzia per consentire l’accesso all’anticipo degli ammortizzatori sociali anche a chi non avesse i titoli di merito di credito richiesti dalle banche. In questo modo nessun lavoratore sarà tagliato fuori dalla possibilità di percepire l’anticipazione in tempi congrui. La Regione è chiamata anche a rendersi parte attiva per concordare una modalità semplificata di presentazione delle domande a garanzia della sicurezza dei richiedenti e dei dipendenti bancari evitando affollamenti all’interno delle filiali. La Regione dovrà presiedere e coordinare il tavolo con le banche, l’Inps, il Ministero del Lavoro, le parti sociali, utile a consentire il necessario scambio di informazioni e risolvere eventuali difficoltà che dovessero presentarsi. I sindacati ritengono che si debba scongiurare l’ipotesi per cui i lavoratori abruzzesi siano “ultimi” rispetto a quelli delle altre regioni italiane».