COCULLO – Oltre diecimila le persone che oggi hanno riempito strade e piazze di Cocullo, il piccolo paese della Valle del Sagittario, per assistere alla festa di San Domenico e al secolare rito dei serpari, atteso dopo due anni di stop per la pandemia.
Tanta gente, ma meno serpenti, come hanno sottolineato i serpari del posto che per oltre un mese si sono dedicati alla cattura dei “cervoni” nelle zone del territorio.
Mascherine obbligatorie anche nella giornata dell’allentamento delle misure di contenimento del contagio da Covid 19, in relazione a quanto disposto dal sindaco Sandro Chiocchio che ha parlato di nuovo inizio e di segnale di ripresa per il turismo dell’Abruzzo interno.
Come tradizione, il momento più suggestivo è stato l’uscita della statua di San Domenico dalla chiesa, subito circondata dai serpari che hanno sistemato le 27 serpi raccolte sulle spalle e attorno alla testa del Santo. Fra scatti ed emozioni anche qualche malore, come quello che ha avuto un giovane accasciatosi, poco prima della processione, nel piazzale davanti alla chiesa gremita. Il giovane è stato soccorso immediatamente dal personale del 118 e, dopo essersi ripreso, ha potuto assistere alla processione che ha percorso il paese prima di far rientro in chiesa alle 13.15. Presenti anche i pellegrini di Atina (Frosinone), devoti a San Domenico, che da sempre raggiungono Cocullo sfilando in processione con il loro caratteristico crocefisso al suono di zampogna e ciaramella. Un po’ di delusione per i turisti che non hanno potuto ripetere il rito della campanella tirata con i denti per tenerli sani e forti, proprio per le restrizioni anti-covid. Cancellato anche il rito della raccolta del pietrisco dietro l’altare, da spargere attorno alle case a protezione dei serpenti.