Tagliacozzo. “Un’indagine solida”. Così l’ha definita il procuratore della Repubblica di Avezzano, in conferenza stampa questa mattina con il sostituto procuratore Roberto Savelli, titolare delle indagini, il comandante dei carabinieri della compagnia di Tagliacozzo Edoardo Commandè e i comandanti regionali dell’Arma e della guardia di Finanza, oltre al maresciallo Romano. L’indagine ha portato all’arresto, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla procura della Repubblica di Avezzano del sindaco Maurizio Di Marco Testa, sull’affidamento di appalti pubblici. La procura ipotizza una serie di reati che vanno dalla tentata concussione, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture alla falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. L’inchiesta, secondo quanto riferito dagli inquirenti è iniziata nel 2011 ed è andata avanti fino all’ ottobre scorso mediante l’acquisizione di atti in municipio da parte dei carabinieri della compagnia di Tagliacozzo ed ha portato all’arresto di altri amministratori, liberi professionisti e imprenditori.
LE ACCUSE A UN MILITARE. Durante la conferenza stampa, il procuratore Padalino, ha evidenziato che durante le indagini sono state lanciate, in delle conversazioni telefoniche, accuse con offese di incompetenza a un militare che stava indagando sulla vicenda. “Durante le indagini”, ha affermato, “si sono verificati degli incidenti spiacevoli perché abbiamo captato delle intercettazioni in cui gli indagati si sono scagliati contro la polizia giudiziaria che stava operando, cercando in tutti i modi di bloccare le indagini. Al capitano dei carabinieri, Edoardo Commandè, era stato anche detto di intervenire sul maresciallo Romano perché non era imparziale”. Poi continua “non tollero che ufficiali di polizia giudiziari vengono fatti oggetti di epiteti volgari. Dalle intercettazioni è emersa una sistematica opera di diffamazione e ho pensato di restituire l’onore che non hanno ami perso questi militari.
Nelle telefonate viene accusato di aver condotto davanti al collega Savelli uno dei consiglieri che ha fatto partire le indagini.
LA DENUNCIA DI UN CONSIGLIERE. “Questo tipo di indagini”, ha spiegato il procuratore, “prendono sempre le mosse o in denunce delle opposizioni (se non sono anonime) o da imprenditori che si sono sentiti ingiustamente esclusi da gare. Abbiamo infatti ottenuto anche la collaborazione di un assessore della maggioranza”. “In alcuni casi”, afferma Padalino, “possono anche essere animati da interessi privati. Ma deve essere chiaro che quando procediamo a indagini, abbiamo solo un fine, ripristinare la legalità violata.
IL GIALLO DELLE AUTO. “Per quanto riguarda l’episodio dell’incendio delle auto”, afferma il procuratore, “ero intervenuto in precedenza per sedare gli animi della popolazione tagliacozzana che dava per assodata la tesi di un attentato. Ribadisco come allora che al momento non sono sorti elementi che lasciano addurre ad un atto doloso”, aggiunge Palladino, “c’è da dire che nelle intercettazioni, si ascolta quasi un commento positivo del Di Marco Testa che afferma che l’incendio giunge a proposito in vista della campagna elettorale” Spiega ancora Palladino “queste intercettazioni mi hanno lasciato molto amareggiato. Ovviamente, nelle indagini viene garantita la massima imparzialità e professionalità per arrivare ad una maggiore chiarezza sullo svolgimento dei fatti”, conclude” c’è da dire comunque, che in questi casi, se veramente stiamo parlando di un atto doloso, dovrebbe essere la vittima stessa ad aiutare le forze dell’ordine nella risoluzione del caso, indicando almeno qualche sospetto. Penso sia impossibile che un sindaco non abbia nemmeno il sospetto su chi possa essere stato, a meno che poi non si tratta di un dispetto, possibile, certo, ma che renderebbe le indagini ancora più difficili per risalire al colpevole.
LE IMMINENTI ELEZIONI. “Né io né il sostituto Savelli abbiamo conoscenza dell’area politica degli accusati. Da una coincidenza le indagini si sono manifestate in coincidenza delle elezioni amministrative, ma non potevamo aspettare che si svolgessero perché si sarebbe dovuto interrompere l’attività in atto”.
UN FENOMENO DILAGANTE IN MARSICA. “Questo tipo di reati”, ha spiegato il procuratore, “vede la popolazione poco sensibile, ma questi fatti sono altrettanto devastanti rispetto ad altri tipi di criminalità perché costringono imprese oneste a non lavorare e spesso la giustificazione che si dà e che si vuol far lavorare imprese locali. Ma in questo caso non erano necessariamente del posto”. Ha aggiunto che “vengono favoriti i singoli progettatisi”. “I fatti, di non particolare gravità”, ha però aggiunto Padalino, “sono identicamente commessi in una percentuale consistente in tanti comitati italiani. Le modalità operative che ho trovato sono identiche a quelle trovate in tanti altri comuni. Ci troviamo di fronte a un fenomeno immane. Il comune di Tagliacozzo non costituisce un’eccezione purtroppo. Sono comportamenti molto diffusi. In alcuni casi abbiamo già materiale sufficienti per poter indagare in altri comuni della Marsica”. Il procuratore ha aggiunto che “dopo la notizia di queste indagini sono pervenuti molti esposti da altri comuni”. Il collegio difensivo è composto dagli avvocato Roberto Verdecchia, che difende il sindaco, Franco Colucci, Paolo Novella, Alessandro Fanelli, Antonio Milo e Vittoriano Frigioni