Omceo Roma: “Nel Lazio strutture emergenza-urgenza sono in una situazione drammatica”
Magi: "Pazienti a rischio, basta una volta per tutte con precarietà ed esternalizzazioni"
ROMA – L’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri (Omceo) si associa al grido di allarme lanciato da Simeu Lazio, specialmente nell’ultima lettera del 5 agosto scorso dove viene denunciato l’intollerabile disagio e affanno in cui operano le strutture e il personale di medicina dell’emergenza-urgenza su tutto il territorio regionale.
“Oramai la mancanza di personale della sanità, i cui negativi effetti organizzativi si riversano particolarmente sulle strutture della medicina di emergenza e urgenza, stanno mettendo in pericolo la salute dei pazienti, tanto più in questo momento di crisi. Tale condizione- si legge nella nota di Omceo Roma- se non risolta in tempi brevissimi porterà a un inevitabile collasso delle strutture dell’emergenza-urgenza“.
Pazienti che devono essere “ricoverati e che restano anche giorni in Pronto Soccorso, con alto rischio clinico, prima di ottenere il posto letto di cui avrebbero diritto fin da subito, la gestione degli stessi affidata sempre allo stesso personale del Pronto Soccorso, il blocco, ormai cronico delle ambulanze: tutto ciò non può che portare a gravi ripercussioni sulla celerità e la tempestività degli interventi sia in Pronto Soccorso che da parte degli operatori del 118 sul territorio”.
Antonio Magi, presidente dei camici bianchi capitolini, sottolinea: “Nonostante questa situazione drammatica, come Ordine dobbiamo doverosamente mettere in evidenza l’abnegazione degli operatori di Pronto Soccorso del Lazio che stanno assolvendo al proprio lavoro in una condizione veramente non più sostenibile e che non può più perdurare per la loro sicurezza e per quella dei pazienti. Chiediamo ancora una volta – dichiara Magi – l’intervento delle istituzioni competenti e che trovino il coraggio una volta per tutte di risolvere strutturalmente la carenza di personale dell’emergenza-urgenza e non solo, potenziando il territorio, aumentando i posti letto disponibili, abbandonando per sempre una politica di precarietà con contratti anomali ed esternalizzazioni che non risolvono il problema ma ne amplificano inevitabilmente gli effetti negativi”.
Come Ordine dei Medici di Roma, conclude il suo presidente, “ci scusiamo noi al posto di altri che dovrebbero metterci la faccia ma che invece, pur essendo in posizioni apicali, continuano a rimanere dietro le quinte e colpevolmente assenti o distratti, sia nei territori che nelle strutture ospedaliere”. (www.dire.it)