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Ordigno esplode davanti alla sala dei Testimoni di Geova di San Salvo, Lirec: “Preoccupante”

Secondo gli inquirenti non si tratta di una bravata ma di un vero e proprio attentato

ROMA – Il 9 aprile 2023 una bomba è esplosa davanti alla Sala del Regno dei Testimoni di Geova a San Salvo dove, durante la notte, una persona con il viso coperto ha tagliato una recinzione e ha piazzato la bomba davanti a una porta d’ingresso. I danni, ancora da quantificare con precisione, sono ingenti. Secondo gli inquirenti non si tratta di una bravata ma di un vero e proprio attentato.

I gruppi consiliari San Salvo Città Nuova, Lista Popolare, Noi San Salvo, San Salvo è, hanno rilasciato una dichiarazione nella quale affermano: “In relazione all’attentato del quale è stato fatto oggetto la Casa del Regno dei Testimoni di Geova di San Salvo, esprimiamo loro la nostra solidarietà e vicinanza e condanniamo con forza questo inconcepibile gesto che mina le fondamenta del vivere civile e religioso, che affonda le proprie radici nella concordia e nel rispetto di ogni credo e di ogni posizione tesa a costruire e sviluppare una società integrata e solidale. Nel ribadire il rifiuto di qualunque gesto di affronto e di mancanza di rispetto della civile convivenza, confidiamo nell’operato delle forze dell’ordine che sicuramente individueranno i responsabili di questo inqualificabile gesto”.

Un episodio simile si era verificato il 27 luglio 2017 quando un’altra bomba era stata piazzata davanti alla Sala del Regno dei Testimoni di Geova ad Asti. In questo contesto è importante ricordare anche quello che è accaduto il 18 gennaio 2023, un sabato mattina, a Viverona, in provincia di Biella, dove un uomo ha sparato in aria contro due Testimoni di Geova che erano andati a bussare alla sua porta. Si tratta di episodi “molto preoccupanti” perché sono campanelli d’allarme da non sottovalutare. “Non sembrano, infatti, gesti di persone squilibrate, quanto piuttosto manifestazioni chiare e consapevoli di odio religioso contro una determinata confessione, spesso etichettata come ‘setta’ dai media”.

Questo stesso odio, il 9 marzo 2023, ad Amburgo, è costato la vita a otto Testimoni Geova e altri otto sono stati i feriti, tra i quali una mamma incinta di sette mesi che ha perso il suo bambino. Il killer, che si è tolto la vita, era un ex-membro della Congregazione. La diffusione capillare dei discorsi di odio contribuisce a creare un clima di ostilità nel quale si generano, e talvolta si concretizzano, dei veri e propri crimini di odio, dai quali il nostro paese non è certo immune.

“I discorsi di odio usati come strategia utile a stigmatizzare minoranze religiose o spirituali sono ormai un fenomeno dilagante e pressoché inarrestabile, nonostante gli sforzi costanti di numerose organizzazioni della società civile e delle stesse istituzioni per prevenirlo o arginarlo. Più volte il nostro Centro Studi, anche attraverso progetti dedicati, ha contribuito a denunciare il fenomeno e a indicare gli strumenti utili per contrastarlo e prevenirlo, coinvolgendo i media e le istituzioni. Nonostante il ripetersi di questi episodi di violenza non cesseremo di vigilare e segnalare alle autorità qualsiasi forma di etichettamento e stigmatizzazione che potrebbe facilmente diventare istigazione all’odio religioso. Il nostro obiettivo rimane quello di prevenire i crimini di odio partendo dal contrasto ai discorsi di odio, attraverso la corretta informazione e la conoscenza obiettiva del fenomeno”, conclude la nota. (www.dire.it)