Tivoli – Intervenire sui pazienti critici con insufficienza renale acuta (IRA), ora presso l’ospedale di Tivoli è stata avviata la nuova metodica con l’uso del citrato, un sistema alternativo di anticoagulazione. Il citrato rappresenta un’ottima alternativa all’uso di eparina in termini di durata dei circuiti e di riduzione del rischio emorragico.
Le terapie sostitutive renali continue (CRRT) sono ormai di impiego diffuso in pazienti “critici” con insufficienza renale acuta, instabilità emodinamica, Multiple Organ Disfunction Syndrome (MODS) ed ipercatabolismo. Tuttavia, la necessità di anticoagulazione 24 ore su 24, in soggetti che possono presentare un rischio emorragico elevato (interventi chirurgici, trombocitopenia, insufficienza epatica, deficit di fattori della coagulazione), rappresenta un potenziale svantaggio delle metodiche continue. La somministrazione di anticoagulanti in corso di RRT ha lo scopo di mantenere il funzionamento del circuito extracorporeo per un tempo sufficiente a garantire un’adeguata efficienza del trattamento.
Il rischio emorragico può essere ridotto effettuando, ove possibile, il trattamento CRRT senza eparina o adottando metodiche di anticoagulazione alternative.
Ora, presso l’Ospedale di Tivoli, è stata avviata quella che tra le metodiche emergenti, sembra la più promettente, l’anticoagulazione regionale con citrato.
“La scelta della terapia sostitutiva in area critica – spiegano dalla Nefrologia e Dialisi di Tivoli- deve basarsi in primis sulle condizioni cliniche del paziente, ma non può trascurare valutazioni di carattere logistico e funzionale finalizzate all’ottimizzazione della terapia sostitutiva renale di volta in volta adottata. L’obiettivo futuro è quello di semplificare i protocolli per ottimizzare, finalizzare ed aumentare la sicurezza facilitando una maggiore diffusione della metodica”.
Il citrato è in grado di anticoagulare il sangue all’interno del circuito extracorporeo attraverso la riduzione della concentrazione di calcio ionizzato e viene rapidamente metabolizzato a livello epatico, del rene e del muscolo generando ioni bicarbonato.
I vantaggi dell’anticoagulazione del citrato sono: maggiore durata dei circuiti e quindi continuità terapeutica, riduzione dei costi di gestione del trattamento (minor numero di set utilizzati, riduzione perdite ematiche da coagulazione del circuito, ridotto consumo di piastrine ed antitrombina III), riduzione del rischio emorragico che comporta ridotto fabbisogno trasfusionale.