Avezzano. Hanno raccontato la loro storia, ricostruendo i fatti e ricordando i drammatici momenti vissuti. Sono le due donne ascoltate ascoltate ieri, dal giudice del tribunale di Avezzano, parti offese nel processo per il reato di violenza sessuale nei confronti di un giovane avezzanese. L’imputato, un ragazzo di 21 anni, difeso dall’avvocato Del Pretaro, deve rispondere di violenza sessuale. Le due donne, nella testimonianza davanti al collegio composto dal presidente Camilla Cognetti e dai giudici al latere Marianna Minotti e Paolo Lepidi, hanno dovuto ricostruire i fatti, ricordando i drammatici momenti vissuti. La prima subì l’aggressione nello scorso mese di dicembre.
II palpeggiamento si sarebbe verificato nei pressi della pineta di Avezzano mentre la ragazza di 20 anni faceva jogging. Improvvisamente, secondo il suo racconto, sarebbe stata avvicinata da un giovane in bicicletta che l’avrebbe affiancata palpeggiandole il fondoschiena. Poi il ciclista si sarebbe dato alla fuga. Il secondo episodio contestato riguarda una donna di 60 anni e i fatti si sarebbero verificati nel pieno centro di Avezzano a febbraio scorso. Anche questa volta un giovane, a bordo di una bici, si sarebbe avvicinato e le avrebbe toccato il fondoschiena. A seguito della prima denuncia erano subito scattate le indagini, condotte dalla polizia di Stato e dalla polizia locale, con sopralluoghi e verifica dei filmati di tutte le telecamere della città. La svolta era avvenuta a seguito di un terzo episodio. Una donna, intatti, era stata palpeggiata a marzo, mentre praticava sport sul monte Salviano. Ancora una volta, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, si sarebbe trattato di un giovane, sempre con lo stesso abbigliamento e sempre in bicicletta. In questo caso, però, la ragazza, nel corso di una ricognizione fotografica, era stata in grado di riconoscere il presunto autore della violenza. Immediatamente è scattata, su richiesta del pm Maurizio Maria Cercato, la misura cautelare a carico del giovane avezzanese.
Benché la procura avesse richiesto l’applicazione degli arresti domiciliari, il gip Daria Lombardi aveva disposto la misura dell’obbligo di dimora e dell’obbligo di firma. Ieri è iniziato il processo e nelle successive udienze dovranno essere ascoltati gli altri testimoni, tra cui i pubblici ufficiali che hanno svolto le indagini.