Vicovaro – Ci avviciniamo alla quarta edizione dell’Expo Vicovaro, previsto per l’8 dicembre nel Complesso conventuale di San Cosimato. Tra i vari eventi in programma, si segnala la mostra Pane: cibo per l’anima, curata da Lucrezia Rubini e incentrata su opere di “pane d’artista”, che prevedrà anche la performance Pane come don/azione d’amore di Vitaldo Conte e Laura Baldieri.
Tra gli artisti coinvolti troviamo: Vittoria Baldieri, Ada Bomba, Emanuela Corbellini, Anna De Angelis, Vittorio Fava, Francesco Filincieri Santinelli, Giuseppe Fucsia, Antonio Gentile, Giuliano Iannotti, Patrizio Marafini, Maria Rosaria Moscano, Patrizia Papini, Salvatore Pepe, M.E. Sonja Peter, Massimo Pompeo, Antonio Proietti Mattia, Letizia Rigucci, Elena Sevi. Di seguito, invece, un estratto dal saggio iniziale del catalogo:
«Aver costretto tanti artisti a realizzare delle opere d’arte, non “fatte di pane”, come avrebbero potuto essere delle sculture di pane, ancora diffuse artigianalmente – uno per tutti l’esempio delle donnine trimaste della tradizione fraschetana, simbolo di fertilità -, bensì opere polimateriche e realizzate con tecniche diverse, dalla scultura, al rilievo, o più spesso all’assemblaggio, contemporanee. Gli artisti sono stati liberi di interpretare il tema, ma l’uso del pane è stato un elemento fortemente condizionante, che ha suscitato grande preoccupazione. Un problema fondamentale è stato trattare ed essiccare il pane, fosse pangrattato, o un pezzo di pagnotta, o vari formati e tipologie di pani, strati di pane azzimo a curosao, in modo tale che non fosse attaccabile dalle muffe. Per questo, mi sono avvalsa della consulenza del biologo e chimico Francesco Consiglio, che ci ha fornito indicazioni su come operare, anche ai fini del preservare nel tempo le opere.
Il mio progetto era quello di realizzare una piccola collezione di opere che usassero il pane come elemento costitutivo o solo parziale, come presenza, come riferimento simbolico, come microcosmo attivatore di riferimenti storici, testimoniali, emozionali; come catalizzatore di ricordi e ricostruzioni, di un mondo non più attivo, ma non per questo perduto. Si tratta di una collezione unica nel suo genere, poiché non ci “parla” del pane nella sua accezione storica, economica, antropologica, bensì, con il medium artistico, fa riferimento a mondi plurimi simbolici, narrativi, evocativi e soprattutto, ammonitivi.
La sensibilità degli artisti ha potuto esprimere, in modo immediato ed efficace, tramite il linguaggio iconico, messaggi di diverso tipo, riferentisi all’ambiente, alla religione, alla spiritualità, alla sofferenza del lavoro, al valore del cibo e del nutrimento, al concetto di nutrimento dello spirito, per l’uomo odierno, affetto da una sorta di “anoressia spirituale”. Attraverso il linguaggio dell’arte gli artisti ci invitano a riflettere, sollecitandoci con la meraviglia, o lo spaesamento, o l’ostentazione di un realismo, che è sempre offerta di altro da sé.
La riflessione viene declinata nel recupero di dimensioni spaziali e temporali diverse da quelle del quotidiano, per percorsi di ricerca del sé in rapporto all’ambiente, alla società, allo spazio, come cittadini, come persone, come umani.
Questa collezione di opere di arte contemporanea, costituita dalle opere che gli artisti mi hanno donato e che intendo mettere a disposizione della città di Vicovaro, intende supportare il museo del pane, in progetto nella città, affinché possa fornire del tema “pane” un’interpretazione non storica e antropologica, ma artistica, di riflessione, tramite le meraviglie e l’empatia emanata da esse.»