Nell’udienza generale di ieri, 8 aprile, papa Francesco ha invitato tutti i credenti a vivere la passione, morte e risurrezione di Gesù «come una grande liturgia domestica», guardando il crocifisso e meditando sulle parole del Vangelo.
Sarà un Triduo pasquale diverso, ma non meno partecipato e sentito per la comunità dei fedeli. Papa Francesco invita a meditare nel silenzio, fissando la croce di Gesù e ripercorrendo con le parole del Vangelo tutta la passione del Cristo. «In queste settimane di apprensione per la pandemia che sta facendo soffrire tanto il mondo, tra le tante domande che ci facciamo, possono essercene anche su Dio: che cosa fa davanti al nostro dolore? Dov’è quando va tutto storto? Perché non ci risolve in fretta i problemi? Sono domande che noi facciamo su Dio», dice papa Francesco nella catechesi all’udienza generale dell’8 aprile.
Come possiamo rispondere a queste domande, in un momento così forte di angoscia e smarrimento? Il pontefice ci ricorda che proprio attraverso il racconto della Passione di Gesù possiamo trovare le risposte. Come nell’episodio del centurione, «che non era credente, non era ebreo ma era un pagano, che lo aveva visto soffrire in croce e lo aveva sentito perdonare tutti, che aveva toccato con mano il suo amore senza misura, confessa: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio” (Mc 15,39). Dice proprio il contrario degli altri. Dice che lì c’è Dio, che è Dio davvero». Tutti, di fronte alla morte, abbandonano Gesù, perché nessuno riesce a credere che quell’uomo sulla croce possa essere il Messia. Invece il centurione, un uomo lontano dalla fede, dice il contrario degli altri, perché è proprio sulla croce che esprime con forza la sua natura divina, perché Dio è onnipotente nell’amore.
«Tu potresti obiettare: “Che me ne faccio di un Dio così debole, che muore? Preferirei un dio forte, un Dio potente!”», dice papa Francesco. «Ma sai, il potere di questo mondo passa, mentre l’amore resta. Solo l’amore custodisce la vita che abbiamo, perché abbraccia le nostre fragilità e le trasforma».
In un momento così difficile non dobbiamo sentirci soli e abbandonati, dice il papa, «perché Gesù ha cambiato la storia facendosi vicino a noi». E poi conclude, ricordando a tutti i fedeli di vivere la Pasqua con la liturgia domestica: «Non dimenticatevi: crocifisso e Vangelo. La liturgia domestica, sarà questa. Apriamogli tutto il cuore nella preghiera, lasciamo che il suo sguardo si posi su di noi e capiremo che non siamo soli, ma amati, perché il Signore non ci abbandona e non si dimentica di noi, mai».