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Perde improvvisamente cognizione e memoria, tratto in salvo alla neuro del Forlanini di Roma

Roma – Era uscito a fare la spesa, in una giornata apparentemente normale, quando all’improvviso Kenta, 39 anni, si è ritrovato in uno stato confusionale: farfugliava, non riusciva più a scandire le parole, faceva fatica anche a comprendere cosa gli altri stavano dicendo lui.
Spaventato, Kenta ha subito chiamato il 118, che lo ha portato al Pronto Soccorso del San Camillo. Subito è stata effettuata una TAC dell’encefalo, con studio delle arterie intracraniche, ed è emersa l’occlusione di un’arteria cerebrale: un’ischemia cerebrale, o ictus ischemico.
Per fortuna Kenta è arrivato in Pronto Soccorso nei “tempi giusti” per usufruire del miglior trattamento di riperfusione, ovvero la trombolisi sistemica: un farmaco che, iniettato in vena, permette di “sciogliere” il coagulo e quindi di ripristinare la corretta circolazione sanguigna nel cervello. Nel caso di Kenta, l’area colpita era proprio quella adibita al linguaggio e alla comprensione.
Kenta è stato successivamente ricoverato presso la Stroke Unit, diretta dalla dottoressa Sabrina Anticoli. Nei giorni di degenza sono proseguiti i monitoraggi e i controlli approfonditi su Kenta, anche per comprendere le cause scatenanti dell’episodio: nel caso del 39enne, si tratta di una cardioembolia, ovvero un’embolia partita dal cuore.
Kenta, dopo aver recuperato tutte le funzioni, è stato dimesso, con la prescrizione di sottoporsi ai controlli e di seguire una terapia farmacologica.
“A differenza di quanto si creda, l’ictus può colpire anche soggetti giovani. Nel 30% dei casi i pazienti hanno infatti meno di 60 anni. Proprio come Kenta”,  racconta la dottoressa Anticoli. “La vera differenza la fa il tempo – prosegue -. Da linee guida la trombolisi si deve intraprendere entro le 4,5 ore dall’episodio, ma grazie al nostro parco tecnologico con la Tc di perfusione abbiamo esteso la finestra di trattamento, in base al tessuto sofferente ischemico salvabile. Poi, nel caso di occlusione di grado maggiore possiamo ricorrere al trattamento endovascolare, con la rimozione meccanica del trombo. Prima s’interviene, più sono alte le possibilità di recupero totale: durante un ictus, ogni minuto muoiono 2 milioni di neuroni, con un invecchiamento cerebrale di 3 settimane. Ogni minuto conta!”
Per questo è importante saper riconoscere correttamente i sintomi dell’ictus, che si possono racchiudere nell’efficace acronimo “BE FAST”!
B – Balance, perdita di equilibrio;
E – Eyes, una visione mancante, offuscata;
F – Face, emiparesi facciale;
A – Arm, improvvisa debolezza del braccio o della gamba;
S – Speech, difficoltà ad articolare le parole, fino allo stato confusionale;
T – Time, tempo, appunto, essere veloci, chiamare immediatamente il 118.
“Alle persone della mia età voglio dire di seguire una vita sana e di stare attenti ai sintomi dell’ictus, perché un’ischemia cerebrale è un evento che può succedere davvero a tutti” ci ha detto Kenta, che ringraziamo per aver condiviso con noi la sua storia e a cui facciamo i nostri migliori auguri.