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Pericolosità da Radon nella regione Lazio, elaborate nuove mappe di dettaglio

Il radon è un gas radioattivo naturale prodotto dal decadimento dell’uranio presente nelle rocce e nel suolo. È un gas nobile, incolore, inodore e insapore e quindi i sensi umani non lo rilevano anche quando presente in alte concentrazioni.

ROMA – Nell’ambito del progetto LIFE-Respire, i ricercatori coinvolti hanno analizzato e monitorati tre comuni situati in diversi distretti vulcanici della regione Lazio. Questi comuni “campione” sono stati selezionati sulla base della mappa di potenziale geogenico di radon della regione Lazio (pubblicata nel 2017). Sono stati scelti in quanto caratterizzati da un potenziale basso (Ciampino), medio (Celleno) ed alto (Caprarola) con lo scopo di realizzare delle mappe di dettaglio. Questo ha consentito proprio lo scorso 31 marzo 2022 di rivedere le mappe in dettaglio sulla pericolosità da radon nella regione Lazio.

IL RADON:

In natura il suolo e alcune rocce (lave, tufi, pozzolane, alcuni tipi di granito, etc.) liberano il radon costantemente. Il radon è radioattivo e rappresenta uno dei contributori principali alla radioattività naturale di fondo dell’intero pianeta. A differenza dei suoi precursori nella catena radioattiva (Radio-226 e Uranio-238) che permangono nella crosta terrestre, il gas radon è volatile e ha la possibilità di muoversi, trasportato dall’aria o dall’acqua (nella quale è solubile). È in grado quindi di diffondersi attraverso pori e fratture del suolo nell’atmosfera o all’interno di edifici.

Nel caso in cui il gas si diffonda nell’atmosfera, la sua concentrazione rimane talmente bassa da non costituire un rischio per la salute. Infatti, essendo un gas nobile, non è molto reattivo e generalmente il nostro organismo lo elimina in tempi brevi. Diversamente, quando il gas penetra in ambienti confinati, tende ad accumularsi con il rischio di raggiungere livelli tali da poter rappresentare un rischio. Il vero pericolo per la salute sono i prodotti del suo decadimento, ossia il piombo (Pb), il polonio (Po), il bismuto (Bi), anch’essi radioattivi. Infatti, una parte del radon inalato decade in questi elementi, che si legano alle particelle di polvere irradiando i tessuti polmonari e bronchiali.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2009 sostiene che l’esposizione al radon è una delle principali cause di tumori polmonari (tra il 3% e il 14%), seconda soltanto al fumo.

Le fonti del radon

Il radon viene considerato un inquinante tipicamente indoor. Le fonti del radon indoor sono essenzialmente legate alla composizione del suolo e delle rocce circostanti (il cosiddetto radon geogenico), al materiale da costruzione utilizzato negli edifici, al degassamento dall’acqua del rubinetto.

Il gas radon migra dal suolo (o dai materiali con cui è costruito l’edificio) e penetra all’interno dei luoghi chiusi (case, uffici, scuole, ecc.) attraverso le fessure (anche microscopiche), le giunzioni delle pareti al pavimento, i passaggi dei vari impianti (elettrico, termico, idraulico). Raggiungere concentrazioni particolarmente elevate nelle cantine e nei piani terra, soprattutto se scarsamente ventilati, dove può costituire un rischio rilevante per la salute dell’uomo.

La velocità con cui il radon migra in superficie, sia lungo le faglie o direttamente emanato dal terreno, rappresenta il potenziale geogenico di radon (GRP) di un’area.

Il monitoraggio del Radon e il progetto LIFE-RESPIRE

L’INGV svolge attività di monitoraggio ambientale del radon in ambiti diversi:

  • in parallelo al monitoraggio vulcanico e sismico (a scala regionale e nazionale),
  • nel monitoraggio ambientale per il rischio da radon indoor, nell’ambito di progetti scientifici come LIFE-RESPIRE (Radon rEal time monitoring System and Proactive Indoor Remediation) in cui l’INGV è partner.

L’obiettivo finale di questa analisi è stato quello di realizzare una mappa del potenziale geogenico di estremo dettaglio per i Comuni selezionati e di trovare una procedura efficace per la determinazione delle aree maggiormente soggette al rischio da radon da applicare poi su tutto il territorio nazionale, così come richiesto dalla Direttiva Europea.

Prima di cominciare le misure e il monitoraggio del radon indoor a lungo termine negli edifici, i ricercatori hanno condotto delle indagini preliminari. Lo scopo è stato quello di caratterizzare, dal punto di vista geologico e geochimico, il territorio dei tre comuni e poter così confermare il Potenziale Geogenico di Radon (Figura 1) riportato nella mappa regionale del 2017. Le misure preliminari hanno riguardato le concentrazioni di gas radon e di radiazione gamma terrestre nel suolo, in acqua e in aria, del contenuto in radionuclidi (Uranio, Torio e Radio) dei suoli e delle rocce, della permeabilità delle rocce.

Il team ha effettuato il successivo monitoraggio del radon indoor su base annuale su oltre 250 siti scelti tra edifici pubblici e case private.

Le mappe di dettaglio dei tre comuni laziali

Le nuove mappe di estremo dettaglio risultanti dallo studio descritto hanno confermato i dati estrapolati dalla mappa regionale mettendo in evidenza:

  • le zone con basso potenziale geogenico di radon nell’area vulcanica dei Colli Albani a sud di Roma;
  • le zone a medio ed elevato potenziale geogenico nella parte settentrionale del Lazio, rispettivamente nell’area dei Monti Vulsini e dei Monti Cimini.

Anche i valori medi annuali di radon indoor hanno confermato molto chiaramente le differenze tra i tre comuni. In particolare sono risultati valori massimi a Caprarola, intermedi a Celleno e più bassi a Ciampino (figura 2).

Mappe del Potenziale Geogenico del Radon (GRP) a scala comunale di Caprarola (a), Celleno (b) e Ciampino (c) elaborate nell’ambito del Progetto LIFE-RESPIRE.

I risultati di questo studio hanno evidenziato che, nelle aree con potenziale geogenico medio ed alto, è presente una buona corrispondenza tra il contenuto di radionuclidi nelle rocce affioranti, le concentrazioni di radon nel suolo e la presenza di elevati valori di radon indoor.

Dalla sovrapposizione dei dati indoor con la mappa del potenziale geogenico del Lazio del 2017, è risultato evidente che nelle zone caratterizzate da un potenziale di radon medio-alto, (essenzialmente connesse a componenti geologiche) esiste una elevata probabilità di riscontrare concentrazioni di radon indoor superiori alla soglia di 300 Bq/m3 consigliata dalla direttiva europea. In questi casi, la dose di esposizione alla radiazione negli edifici a causa del radon indoor è superiore al livello raccomandato. Sono quindi necessarie e/o raccomandate in questi casi alcune azioni di mitigazione.

I rischi per la salute

In questo quadro i ricercatori afferenti al progetto hanno condotto una analisi per una prima valutazione del rischio radiologico connesso all’emissione di radon nelle aree analizzate.

Per prima cosa il team ha effettuato una correlazione tra la mappa del potenziale geogenico di radon del Lazio e la distribuzione dei casi riscontrati di tumore al polmone nella regione (mappe 3a e 3b).

 Mappa del potenziale geogenico del radon (GRP) della regione Lazio (da Ciotoli et al., 2017) su cui sono riportati i distretti sanitari Figura 3b: mappa del tasso di incidenza grezza (CIR) del tumore alla trachea, ai bronchi e al polmone (b).

Come è evidente nella mappa 2b, il tasso di incidenza dei tumori nelle tre aree analizzate di Celleno, Caprarola e Ciampino ha una buona correlazione con i risultati ottenuti nelle mappe di dettaglio. Zone a medio ed elevato potenziale geogenico corrispondono a zone dove il tasso di incidenza dei tumori è più alto. Ovviamente in zone ad elevata urbanizzazione, come ad esempio il comune di Ciampino, oltre alla componente naturale data dal potenziale geogenico, c’è anche una componente antropica che aumenta il tasso di incidenza ed il rischio per la salute e che va tenuta in considerazione.

Le aree prioritarie di Radon

Le aree individuate in questo studio possono essere considerate come Aree Prioritarie di Radon (così come definite nella Direttiva Europea) indicando un metodo efficace per la determinazione delle aree maggiormente soggette al rischio da radon.  La procedura andrebbe applicata poi su tutto il territorio nazionale, così come richiesto dalla Direttiva Europea.

Le mappe realizzate nell’ambito di progetti di questo tipo hanno un’importante ricaduta nel sociale. Possono infatti fornire indicazioni alle amministrazioni comunali e/o locali utili alla pianificazione territoriale, allo svolgimento delle attività di monitoraggio negli edifici pubblici e nelle scuole. Ma sono utili anche per l’individuazione di sistemi di bonifica ad hoc per la mitigazione del rischio da radon indoor.

I risultati ottenuti hanno dimostrato l’importanza di effettuare il monitoraggio di radon a scala comunale al fine di tutelare la salute delle persone nei luoghi di lavoro e nelle proprie abitazioni. La mappa del potenziale geogenico deve essere utilizzata come punto di partenza per l’identificazione dei siti maggiormente a rischio. Questo approccio metodologico dovrebbe essere applicato su tutto il territorio nazionale, anche per allinearsi alla direttiva europea. Questa prevede infatti che venga effettuato questo tipo di monitoraggio e sarebbe dovuta essere recepita dagli stati membri già dal febbraio 2018.

in evidenza:

Mappa del Potenziale Geogenico del Radon (GRP) per la regione Lazio, da Ciotoli et al., 2017.