Piana del Cavaliere, si chiude il 2019 con i miasmi andati in torpore ed ora verso quali orizzonti?
La questione "miasmi" risulta l'argomento che ha tenuto l'attenzione più alta a livello sociale e mediatico
Redazione – L’anno che sta per concludersi è stato particolarmente caratterizzante per la Piana del Cavaliere. Ma tra i tantissimi argomenti quello che risulta essere quello che ha tenuto l’attenzione più alta a livello mediatico-comprensoriale è la questione dei “miasmi”. Termine elegante ed italiano da vocabolario che significa semplicemente puzza.
Eppure di quegli odori sgradevoli se ne è fatto un gran parlare, un grande agire che ha portato la zona ad essere attenzionata anche dai media nazionali. Riunioni, incontri, proteste per il legittimo e sacrosanto diritto di voler sapere da cosa siano originate le famose puzze che hanno accorato l’estate nella ridente piana del Cavaliere. Poi il torpore improvviso, tutto tace con il generale Inverno. Probabilmente gli odori molesti saranno andati in quiescenza con buona pace di tutti noi che li dovevamo raccontare, e chi li percepiva ora è al sicuro. Non c’è più dunque l’olezzo maleodorante?
Non lo sappiamo perchè potrebbe darsi che nella zona estiva i venti e le temperature particolarmente miti o calde favoriscano la diffusione, come potrebbe essere che il problema si sia risolto da solo.
Dovremmo attendere l’estate prossima per capirlo. Nel frattempo possiamo dire che su questo argomento l’attenzione è stata altissima più di ogni altra cosa. I miasmi hanno superato ogni argomento, perfino le telecamere di Montesabinese, anch’esse ormai lasciate al loro destino con buona pace del Pelazza.
E dunque il 2020 cosa riserva alla Piana del Cavaliere? Quali saranno i nuovi orizzonti? Ebbene dopo le feste ci sarà un bel parlare e da fare per la questione delle elezioni di Carsoli che incideranno particolarmente sulla politica futura della zona. Riusciranno le manovre elettorali a sovrastare problematiche sociali come la mancanza di lavoro, la crisi delle aziende? Riusciranno le manovre elettorali a mettere in campo un programma che non sia il solito copiaincolla di ovvietà tali da poter voler immaginare la città del Mulino Bianco che poi non esiste? Si riuscirà ad organizzare un calendario unico della Piana con spettacoli ed eventi degni di una zona che li merita? Ai posteri le ardue sentenze.
Nel contempo auguriamoci il meglio per il 2020 ma per poterlo avere non dimentichiamoci che ciascuno di noi può scegliere di essere protagonista o spettatore.
Su questo tema l’associazione Lumen ha pubblicato nella sua ultima miscellanea 55 uno studio a firma del prof. Michele Sciò una relazione su tali e delicate tematiche.