Pietrasecca di Carsoli – Nella suggestiva cornice del bellissimo borgo di Pietrasecca, frazione del Comune di Carsoli che sorge in posizione dominante sulla intera vallata del carseolano, c’è grande attesa per la riapertura in grande stile di un locale tipico che ha avuto già un gradimento ottimale da parte della gradita clientela. Dopo un piccolo break riorganizzativo dunque da Venerdì 7 dicembre 2018 alle ore 20,00 torneranno sulle tavole del Terzo Posto le diverse varietà della pinsa romana e sfiziosità di ogni tipo per una riapertura del locale in grande stile. Un posto unico nel suo genere per l’accoglienza, il clima di amicizia e convivialità e soprattutto per il gusto gourmet della pinsa romana con variazioni originali di condimento per tutti i gusti. Punto di forza al Terzo Posto è l’utilizzo di materie prime di altissima qualità che fanno la differenza nel gusto. Al Terzo Posto si soddisfano anche i palati più esigenti. Marcello e Katia vi aspettano con rinnovato entusiasmo e passione!
E’ consigliata la prenotazione: 345/7852846 oppure Katia al n. 340 2978070
Clicca qui per la pagina facebook
Per raggiungere Il Terzo Posto è facilissimo, dalla A24 per chi proviene da Roma può uscire al Casello di Tagliacozzo per poi svoltare in direzione Pietrasecca Carsoli, percorrere circa un paio di chilometri e poi svoltare a destra entrando in paese. In piazza Grande, 42 si trova l’eccellenza del gusto nella pinsa romana.
Per chi proviene dalla A24 uscita Carsoli: direzione Carsoli, poi Tiburtina per Tagliacozzo Avezzano e proseguendo fino al bivio per Pietrasecca.
Le origini della pinsa, come di tutte le focacce del mondo, si perdono nella notte dei tempi. Il nome ha la stessa etimologia della parola pizza, dal latino “pinsere”, letteralmente “pigiare, schiacciare”, a definire l’azione di stendere la pasta, anche se molti attribuiscono al verbo il significato di “allungare” che descriverebbe proprio la forma caratteristica. In ogni caso, la pinsa a Roma si prepara da tempo immemorabile, anche se solo in epoca recente è stata oggetto di riscoperte, rivalutazioni e riletture.
La prima caratteristica della pinsa romana che contraddistingue questo prodotto è la forma: ovale, allungata. Ma a rendere davvero speciale questa sorta di focaccia di antica tradizione romana è l’impasto: soffice e insieme croccante, è particolarmente goloso e soprattutto digeribile. Una peculiarità dovuta alla lunga lievitazione, che supera le 24 ore, e all’elevata idratazione: è l’alto contenuto di acqua a conferire leggerezza alla pasta della pinsa, realizzata con farine speciali.
La tradizione vuole la farina per pinsa realizzata, oltre che con frumento, anche con miglio, orzo e farro: cereali “poveri” che arrivavano dal contado. Il tutto veniva profumato con erbe aromatiche. Oggi molti produttori realizzano farine appositamente pensate per realizzare la pinsa romana. Molti di questi sostituiscono i cereali “antichi” con altri ingredienti capaci di valorizzare le caratteristiche della pinsa: farine di soia e farine di riso, in particolare. Il risultato sono mix di farine indicati per la lunga maturazione che dovrà subire l’impasto e per l’alto livello di idratazione necessario.
L’impasto, ovviamente, non è tutto. La pinsa si può gustare semplicemente insaporita con olio e sale, e in questo modo è spesso apprezzata come sostituto del pane. Però si presta ad essere condita nei modi più svariati: nelle pinserie, locali sempre più diffusi a Roma e non solo, la si può gustare in tutte le varianti possibili, come la pizza. Dalla margherita a tutte le declinazioni del pomodoro, dalla pinsa ai formaggi a quelle con i salumi, senza dimenticare le versioni vegetariane e quelle più creative, per arrivare a una vera e propria pinsa gourmet. In ogni caso la pasta viene stesa e condita, secondo la tradizione, direttamente sulla pala, un tempo di legno, oggi più spesso in alluminio: per questo viene spesso chiamata anche pizza alla pala.
Pubbliredazionale Advertising