Subiaco – Dai Consiglieri Comunali di minoranza del Comune di Subiaco riceviamo e pubblichiamo: “
Occorre fare chiarezza:
Nel mese di maggio 2016, in piena campagna elettorale per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale di Subiaco, vennero diffusi i seguenti messaggi whatsApp:
“Cmq la questione è prettamente legata alla politica in vista delle comunali…se il 5 giugno vincerà di nuovo il sindaco attuale anche prox anno il servizio sarà gestito dalla coop nuovi orizzonti sociali altrimenti in balia degli eventi quindi nuovo bando e quant’altro … così mi ha riferito l’assessore ai servizi sociali uscente”, e “per cui votate bene.”
Il primo messaggio venne diffuso dalla coordinatrice all’interno di una chat del gruppo degli educatori della cooperativa sociale …omissis...
A settembre 2016 il Comune di Subiaco, pur in assenza di un nuovo bando e di una motivazione esplicita, rinnovò l’appalto del servizio alla stessa cooperativa, solo a quel punto i consiglieri di minoranza, Berteletti, Rocchi e Trombetta, presentarono una denuncia alla Procura della Repubblica di Tivoli che, é bene ricordarlo, fu sporta contro “ignoti”.
Tutti i cittadini vennero a conoscenza della vicenda e dell’apertura di un fascicolo a seguito di una conferenza stampa lampo indetta dal Sindaco Francesco Pelliccia, a marzo 2017, in cui comunicava che, da indiscrezioni, avrebbe saputo di un suo probabile coinvolgimento nell’inchiesta, quello che fu da molti ribattezzato come il “preavviso di garanzia”.
A settembre 2017 il Pubblico Ministero propose un’archiviazione del procedimento e pertanto, così come consentito dalla legge, fu richiesto da parte dei querelanti, un accesso agli atti per verificare se ci fossero state le condizioni per un ricorso.
Nella documentazione messa a disposizione della Procura, due documenti in particolare, furono presi in esame, il primo furono le considerazioni degli inquirenti che, a seguito della conclusione delle indagini, dichiaravano testualmente:
“L’attività d’indagine posta in essere, permetteva pertanto di confermare, in via preliminare, la veridicità di quanto lamentato nella denuncia in relazione al presunto episodio di corruzione elettorale. Dagli atti d’indagine, inoltre, è emerso che l’accordo elettorale ha avuto esecuzione attraverso la determina del Segretario Generale n. 179 dell’08.09.2016 (allegata alla denuncia), con la quale si rinnovava l’affidamento del servizio in assenza della prescritta procedura ad evidenza pubblica. Si deve quindi ritenere configurabile altresì il delitto di cui all’art. 353 c.p., sub specie di accordo (elettorale) finalizzato ad impedire la celebrazione di una gara ad evidenza pubblica imposta dalla vigente legislazione di settore ”,
il secondo documento, del Tribunale del Riesame di Roma citava:
“..anche laddove la scelta di procedere alla ripetizione dei servizi fosse formalmente lecita, non verrebbe meno l ’illiceità della utilità promessa ed in seguito effettivamente riconosciuta” e “In ogni caso si evidenzia come l’esercizio del potere discrezionale sia di fatto sfociato in un provvedimento (delibera n. 179 del 08/09/2016) che appare viziato e non conforme alla legge”.
Semplicemente sulla scorta di questi elementi di forte evidenza, i consiglieri proposero opposizione al decreto di archiviazione, nessun intento persecutorio “ad personam” quindi, ma solo ricerca di verità, trasparenza e giustizia.
Non sono mai stati di nostro interesse, ne i gossip, ne le vicende personali, che pure sono presenti nella documentazione, piuttosto hanno colpito la nostra attenzione alcune circostanze emerse nelle intercettazione ambientali le quali hanno fornito nuovi elementi di criticità e di opacità, politica ed etica, che saranno oggetto di una successiva valutazione.
Con la definitiva decisione di archiviazione del GIP di gennaio 2018, ci aspettavamo dal primo cittadino un atteggiamento conciliante che servisse a rasserenare gli animi ma evidentemente si è voluta scegliere un’altra strada, seguendo il famoso detto latino “Si vis pacem, para bellum” (Se vuoi la pace prepara la guerra).
Il primo cittadino, in un videomessaggio, dichiara di non voler intraprendere alcuna azione contro i querelanti pur avendone la facoltà (quale?) e minacciava querele in caso di diffusione della documentazione (legittimamente acquista dalla Procura di Tivoli).
Se, come da lui stesso dichiarato, i documenti non contengono alcunché di rilevante perché minacciare ? e soprattutto perché, essendo i documenti anche in suo possesso, non renderli pubblici ?
Comunicato congiunto dei Consiglieri comunali:
Berteletti, Rocchi, Trombetta e Ormetti