Roma – La problematica dei rifiuti ingombranti nella Capitale sta dilagando sempre di più negli ultimi mesi. Nonostante le campagne Ama, come “Il tuo quartiere non è una discarica” promossa subito dopo il lockdown per cercare di smaltire con ritiri gratuiti a domicilio le montagne di rifiuti che ingombrano le strade della periferia, non si è ancora riusciti a debellare questo problema di ordine sociale.
Poltrone, divani, materassi, tavolini, complementi d’arredo ed elettrodomestici di ogni sorta circondano i secchioni dell’immondizia assediano intere strade, e restano lì per giorni, se non per settimane. La municipalizzata fa i conti tutti i giorni con le migliaia di segnalazioni da parte dei cittadini che lamentano l’abbandono degli arredi per strada. La lista è lunga, e il primato dei quartieri più sporchi della Capitale va senza dubbio a quelli di Roma Est come Collatino, Prenestino, Centocelle, Torpignattara, Quadraro.
Il malcostume degli “sporcaccioni” che alimentano il degrado dei quartieri è una delle cause di questa situazione, punibile dalla legge con multe fino a 600 euro. È anche vero – e questo bisogna dirlo – che le attese per il ritiro dei rifiuti a casa da parte dell’Ama spesso richiede giorni, settimane e perfino mesi. A tutto questo va aggiunto poi il riciclo illegale di materassi. Ci sono ditte che offrono a pagamento il servizio del ritiro dell’usato in cambio del nuovo: alcune persone però decidono di rivendere i vecchi materassi ai rom, che a loro volta prendono i loro, ancora più logori, e li abbandonano per strada. Il riciclo illegale sta prendendo piede soprattutto nel quartiere di Torpignattara, e non solo di materassi.
Il fenomeno dei rifiuti ingombranti, pertanto, risulta davvero di difficile soluzione se a compartecipare al degrado risultano essere un po’ tutti: da i cittadini “sporcaccioni”, ai rom che cooperano al riciclaggio, e fino all’Ama con i suoi tempi biblici. Insomma, almeno per ora l’abbandono per strada di materassi, divani, poltrone e sofà sembra non conoscere ostacoli.