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Ponte di Nona, sbloccato dopo 34 anni il cantiere Ater: in arrivo 52 alloggi Erp

ROMA – Si sblocca dopo 34 anni il cantiere Ater fra via Padre Ezechiele Ramin e via Padre Damiano de Veuster a Ponte di Nona, nella periferia Est di Roma, per la realizzazione di 52 nuovi appartamenti di edilizia residenziale pubblica con un investimento complessivo di oltre 15 milioni di euro. A consegnare e dare ufficialmente il via i lavori sono stati oggi pomeriggio, al termine di un sopralluogo sul posto, il vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori, l’assessore regionale all’Urbanistica e alle Politiche abitative, Massimiliano Valeriani e il presidente dell’Ater di Roma, Eriprando Guerritore.

L’intervento rientra nel programma di edilizia sovvenzionata, relativo al comparto 9 del piano di zona 20 di Ponte di Nona, che prevede la costruzione di due edifici di tre piani per un totale di 26 alloggi ciascuno con una superficie media di 54 metri quadri. Ogni edificio, distribuito su tre corpi scala, si svilupperà su tre livelli fuori terra abitabili, oltre al piano servizi e copertura accessibile solo per la manutenzione degli impianti solari. Tutti gli alloggi al piano terra, inoltre, saranno provvisti di giardini di pertinenza e saranno privi di barriere architettoniche. Particolare attenzione è stata destinata all’efficientamento energetico dei fabbricati, che verranno realizzati in classe energetica A per massimizzare il contenimento dei consumi. I tempi di realizzazione sono di 24 mesi; tra i due edifici verrà creata anche un’area verde comune con la piantumazione di nuovi arbusti e uno spazio attrezzato per favorire la socialità e l’aggregazione dei residenti.

“Oggi consegniamo i lavori di un progetto che parte nel 1988, anno di firma della convenzione”, ha commentato Guerritore. “Per noi si tratta di un investimento di 9 milioni in partnership con Regione, Mite e Roma Capitale nel contesto di uno stanziamento più ampio di 56,9 milioni che comprende anche altre 9 iniziative. Il cronoprogramma prevede il termine delle attività in 18-24 mesi”.

“È molto importante essere oggi qui, in Italia è pieno di luoghi incompiuti e indefiniti e molto spesso il soggetto responsabile è lo Stato, il pubblico, che inizia le opere ma non le completa. Noi ci siamo posti l’obiettivo di sbloccare quest’opera in una importante periferia romana e adesso siamo qui ad avviare un intervento atteso da decenni: due edifici green con bassi consumi energetici e dotati di ampi spazi verdi con cui dimostriamo che anche l’edilizia pubblica può e deve essere di qualità ed efficienza. Dimostriamo come non sia vero che intere parti della città debbano essere destinate al declino. Se si vuole fare, si può fare”, le parole di Valeriani. Oggi, ha sottolineato, “siamo la stazione appaltante più importante di Roma, dove abbiamo 15 cantieri aperti dell’Ater che movimentano centinaia di milioni di euro e centinaia di abitazioni in costruzione, a cui oggi se ne aggiungono altre 52. Ma non ci fermiamo, continueremo ad agire per rispondere all’emergenza abitativa“.

Per Leodori, “quando ci sono opere incompiute per tanto tempo e poi ripartono, vuol dire che chi doveva lavorarci negli ultimi anni è riuscito a intervenire per risolvere una situazione di empasse e dare una risposta a un quartiere importante di Roma, nell’ottica di lavorare per ricucire il tessuto urbano di una città che potrebbe e dovrebbe essere un modello per tutta l’Europa, con tanto verde al suo interno e una grande potenzialità di dare risposte anche dal punto di vista sociale a chi ci vive”. E, ha puntualizzato il vicepresidente della Regione, “coniugare le esigenze abitative con quelle ambientali è esattamente la linea che abbiamo seguito durante il nostro governo e di cui anche oggi possiamo toccare con mano i risultati. Oltre 50 appartamenti che saranno messi a disposizione dei cittadini di un’area con alta densità abitativa in una delle zone periferiche della Capitale. È proprio qui, nelle periferie che la Regione Lazio ha voluto investire in questi anni, affrontando il problema della casa, rigenerando le abitazioni esistenti con criteri moderni ed efficienti e più in generale promuovendo iniziative utili alla socializzazione e all’inclusione sociale”, ha concluso Leodori. (www.dire.it)